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ANSA/GIUSEPPE LAMI
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M5S: perché sono stati sanzionati 42 deputati

Protesta violenta in Aula e nell'ufficio di Presidenza: con queste accuse sono stati interdetti dai lavori. Tra loro anche Alessandro di Battista

"Un serio attentato al confronto e al funzionamento delle istituzioni". È una vera e propria stangata quella che arriva dalla Camera nei confronti di 42 deputati M5S, protagonisti della clamorosa protesta contro i vitalizi che, prima in Aula e poi in Ufficio di Presidenza, si è consumata il 22 marzo.

Protesta sulla quale l'Ufficio di Presidenza ha optato per sanzioni severissime: 15 giorni di sospensione ai 19 deputati che tentarono di fare irruzione mentre si votavano le delibere sulle pensioni ai parlamentari e 10-12 giorni per i 33 esponenti che, con la loro protesta in Aula, bloccarono il question time. Per alcuni, sommando le sanzioni, i giorni di interdizione dai lavori parlamentari saranno così 27.

I deputati sospesi sono stati divisi in 3 blocchi: per i primi le sanzioni scatteranno il 6 aprile, per i secondi il 17 maggio, per il terzo gruppo il 22 giugno. Il 4 aprile, giorno in cui il biotestamento sarà in Aula, i sospesi saranno, come era stato chiesto in mattinata dal M5S, tutti presenti. Ma non è certo che arrivino a votare il testo. Nel mirino dell'ufficio di presidenza è finito, in particolare, il tentato blitz nella Biblioteca della Presidente: una volta giunta la notizia della bocciatura della proposta sulle pensioni dei parlamentari i 5 Stelle provarono ad entrare nella sala della riunione gridando "vergogna".

Tra di loro, anche Alessandro Di Battista, "punito" con 15 giorni come i suoi colleghi. Cinque giorni, invece, sono stati comminati ai 17 deputati che restarono nell'anticamera. I 29 che protestarono i Aula con cartelli e sedendosi sui banchi incassano infine dieci giorni di sospensione, con l'aggravante di due giorni per chi si recò sotto il banco della Presidenza. La stangata, dalle parti del M5S, era comunque ampiamente attesa. Pochi minuti dopo infatti i pentastellati escono in piazza a Montecitorio mostrando le foto dei membri dell'ufficio di Presidenza. "Non ci fermeranno", è il grido di battaglia con cui Roberto Fico, Luigi Di Maio e Di Battista contestano una sanzione che il blog di Beppe Grillo addebita al fatto di aver "osato raccontare la verità sul bluff del Pd sulle pensioni dei parlamentari". "E' un onore essere espulso da chi salva i condannati come Minzolini", incalza Di Battista. Mentre dal blog, Beppe Grillo preannuncia un'ulteriore virata "governista" del Movimento: "basta incazzarsi, lasciamogli i loro stessi avanzi e pensiamo alle idee di buon senso davvero condivise. È ora di immaginare il futuro ed essere propositivi", è il monito del leader M5S. 

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