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ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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L'ultima bugia di Marino: la trasferta a costo zero

Il sindaco aveva promesso che i romani non avrebbero sborsato un euro per il suo viaggio a Philadelphia. In realtà le spese ci saranno. E saranno salate

Il sindaco Marino è tanto stufo. “Stufo – lo sfogo sui social - di certa stampa che cerca e alimenta polemiche che non fanno altro che danneggiare la nostra città” mentre lui si sacrifica a viaggiare per gli Stati Uniti in cerca di potenziali investitori per Roma.


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Ora, a parte le reazioni dei romani stufi di lui e che gli rispondono per le rime “ma quale stampa, fai tutto da solo, chi danneggia veramente Roma sei tu”, la questione che ormai si pongono in tanti, non solo giornali e opposizioni, è chi paga per le continue trasferte del primo cittadino. Trasferte che finora non hanno fruttato il becco di un quattrino. Gli unici finanziamenti sono infatti arrivati da imprenditori italiani (Della Valle, Fendi, Bulgari) e dal magnate uzbeko Alisher Usmanov che ad aprile ha donato 2 milioni di euro senza che, per altro, Marino avesse mai messo piede nella Repubblica dell'Uzbekistan.

Si sa che ogni volta che l'inquilino del Campidoglio parte “in missione”, il viaggio viene catalogato come “impegno istituzionale” a spese del Campidoglio, quindi della collettività, dunque dei contribuenti romani. Le forze d'opposizione che siedono in Aula Giulio Cesare hanno già avanzato una richiesta d'accesso agli atti per verificare quanto siano costati i 7 viaggi negli Stati Uniti affrontati dal sindaco negli ultimi due anni e gli altri 16 in tutto il mondo.

Compreso il più recente a Philadelphia, quello che ha scatenato uno scontro diplomatico senza precedenti tra il Campidoglio e la Santa Sede, “costato a Marino – per dirla con il senatore Ncd Andrea Augello - il peggior disastro d'immagine dai tempi di Tarquinio il Superbo quando il figlio Sesto violentò la zia Lucrezia provocando la fine del suo regno e l'avvento della repubblica nel 509 a.c.”.

Tra i vari problemi dell'allegro chirurgo – solo un chirurgo molto allegro può infatti presentarsi in un'università straniera per tenere una lectio magistralis dal titolo: “Trapianto: dalla sala operatoria alla rianimazione (dall'inglese “Reviving”) della Città Eterna” - c'è infatti quello di non appuntarsi sui suoi famosi quadernetti colorati (dove minuziosamente, e anche un po' minacciosamente, registra incontri e conversazioni) anche ciò che lui per primo va raccontando in giro.

Gli tornerebbe in effetti molto utile a non ritrovarsi a smentire continuamente se stesso. In un post su Facebook del 22 settembre, alla vigilia della partenza per gli States, dopo essersi lagnato del fatto che ogni suo viaggio si trasforma in una polemica (che strano!), aver tirato fuori i soliti filantropi e chiarito che l'invito a Philadelphia “mi è arrivato dal sindaco”, Marino ci teneva ad aggiungere “una cosa non di poco conto: io sarò ospite, dunque i romani non pagheranno un euro per la mia trasferta”.

Peccato che invece l'esborso per le casse capitoline dovrebbe aggirarsi almeno intorno ai 24mila euro. Il Campidoglio si è infatti dovuto far carico dell'intera trasferta del capo del cerimoniale Francesco Piazza e della consigliera diplomatica Rosanna Coniglio che hanno accompagnato Marino e la sua addetta stampa Miriam Lepore. E per questi ultimi due chi ha pagato? Come all'epoca delle multe accumulate per la sua famosa Panda rossa beccata a più riprese in divieto di sosta, le versioni fornite dal sindaco e dal suo staff di anti-comunicazione si sono affastellate l'una all'altra creando un corto-circuito informativo di tali proporzioni da far andare in bestia pure il Papa.

Appurato – per smentita in mondovisione di Bergoglio in persona - che a invitarlo in città per l'Incontro del Pontefice con le famiglie non era stato nessuno del Vaticano, Marino ha fatto capire che sarebbe stato ospite (spesato) della città di Phildelphia, “invitato a giugno dal sindaco e dal vescovo” in quanto esperto di grandi eventi e sicurezza del Santo Padre. Poi però il sindaco Nutter aveva smentito e ieri il portavoce ha chiarito che a rimborsare i costi del trasporto e del pernottamento del sindaco e della sua addetta stampa (inutile, visto che in sei giorni non è uscito mezzo comunicato stampa) sarebbe stata la Temple University. La quale ha però a sua volta chiarito di aver rimborsato solo il trasporto e non il pernottamento.

Quindi dove hanno dormito Marino e la Lepore? A dar retta al Marziano pare a casa di amici. Ma per quante notti? In attesa di maggiori chiarimenti, un'idea di quanto in realtà sia costata ai romani la figuraccia internazionale del loro sindaco possiamo anche farcela. Ammettendo pure che su quattro membri della spedizione oltreoceanica solo in due siano stati a carico del Campidoglio (Piazza e Coniglio), che il viaggio del sindaco e della Lepore siano stati pagati dalla Temple e che i due abbiano ricevuto ospitalità per la notte da amici, sicuramente Marino ha mentito quando ha detto che i romani non avrebbero cacciato un euro.

Dovrebbero essere, infatti, oltre 20.000: 4.800 (a testa per due) per i biglietti in business class su volo Alitalia per New York AZ 693 con ritorno a Roma in AZ 603; 1.000 per l'albergo a 5 stelle a notte per cinque notti (sempre per due), più gli extra (pranzi, cene e spostamenti) il cui dettaglio sarà possibile conoscere solo una volta eseguito l'accesso agli atti presso la Ragioneria del Campidoglio e di cui, ci arrischiamo a ipotizzare, avranno goduto non solo il capo del cerimoniale e la consigliera diplomatica, ma anche il sindaco e la sua collaboratrice.

“Alla fine – insinua il senatore Augello - il sospetto è che tutto questo casino combinato dal Sindaco, nasca dalla volgare esigenza di intascare 5000 dollari”. Eh già, perché l'unico che da questo indimenticabile ennesimo viaggio negli States, pare aver guadagnato qualcosa (in cambio della faccia perduta) sembra essere proprio il primo cittadino. Senza fornire la cifra esatta, la Temple University ha confermato di avergli versato un compenso. “Ma non sappiamo se ha accettato” ha dichiarato un portavoce dell'Ateneo al Corriere. Secondo voi?

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Claudia Daconto