Luigi Angeletti: "Licenziare i dipendenti pubblici? Siamo pronti"
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Luigi Angeletti: "Licenziare i dipendenti pubblici? Siamo pronti"

Il segretario generale della Uil dice no alla spending review del  governo e afferma: "Piuttosto che i tagli indiscriminati diano il via ai licenziamenti nelle imprese pubbliche inutili"

È la prima volta che un capo sindacale, nella fattispecie Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, dice con tanta chiarezza di essere disposto persino a trangugiare l’amara pillola dei licenziamenti di migliaia di dipendenti pubblici in Italia. «In questo momento in cui l’economia va a rotoli, e le imprese chiudono a decine ogni giorno, bisogna avere finalmente il coraggio di scegliere», dice.

Il governo non sta scegliendo sulla spending review?
No, propone sempre la stessa ricetta dei tagli lineari che colpiscono in modo scriteriato e indiscriminato i costi del personale di tutti i dipendenti pubblici, senza distinguo, e anche il comparto sanitario, senza distinguere tra una Asl e un ospedale. È un’ipotesi che non possiamo accettare e che giocoforza produrrà una nostra mobilitazione.

Angeletti, il bilancio dello Stato italiano è in profondo rosso. Qualcosa bisognerà pur fare.
Taglino i costi della politica, taglino i rami secchi.  

Questo lo dicono tutti ma sono briciole se si vuole raddrizzare il bilancio dello Stato italiano. La vera ciccia c’è su pensioni, sanità, scuola.
Non sono briciole. Quando parliamo del taglio ai costi della politica non ci riferiamo certo agli stipendi dei parlamentari, ma all’intera platea di quelli che campano di politica, anche a livello locale. In Italia, per farle un esempio, ci sono 7 mila imprese pubbliche, dieci volte di più di quante ci sono negli altri paesi europei a parità di popolazione. In Campania, per farle un altro esempio, ci sono 300 aziende di trasporto pubblico locale che ottengono gli appalti per concessione diretta, mentre, a parità di popolazione, ce n’è una soltanto in Francia. Sa che cosa significa tutto questo in termini costi di servizi? Di bilancio?

Lo immagino. Ma lei si rende conto che tagliare dove dice lei dice significa dare il via di fatto a licenziamenti collettivi nelle società pubbliche locali, nelle municipalizzate, nelle controllate… Accettereste?
Non siamo così sprovveduti da non pensare che quello che proponiamo avrebbe conseguenze molto profonde. Ma noi come sindacato abbiamo sempre gestito i processi di ristrutturazione, anche dolorosi, per senso di responsabilità. Sappiamo insomma che la nostra ipotesi, il taglio dei costi del sistema politico, è il modo per evitare le assurde sforbiciate indiscriminate che ci stanno prospettando. E anche, come chiediamo, per liberare risorse da destinare alla riduzione delle tasse sul lavoro.

Sull’ipotesi di arrivare persino al licenziamento dei dipendenti delle imprese pubbliche c’è l’accordo di tutti i sindacati?
Sì, immagino di sì

Come andrà a finire questa partita, Angeletti?
Il vero problema è che questi signori del governo vanno avanti in modo confuso, senza confrontarsi con nessuno che non siano i partiti da cui dipende la loro sopravvivenza. Pensano che tagliare un ospedale o l’amministrazione di un’Asl sia la stessa cosa: l’impressione che ho è che, così facendo, o produrranno disastri o il nulla. In entrambi i casi si tratta di scelte sciagurate.

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Paolo Papi