Il primo sindaco d'Italia attacca Monti: "Fa politiche demenziali"
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Il primo sindaco d'Italia attacca Monti: "Fa politiche demenziali"

Parlano Vincenzo De Luca e Gianni Mongelli, primo e ultimo nella classifica dei sindaci

Considerando che si tratta del primo sindaco d'Italia, il più amato dai suoi concittadini di Salerno, l'attacco di Vincenzo De Luca al governo Monti, definito “per niente rigoroso, colpevole di scelte demenziali e irresponsabili e che ora va scrivendo agende intrise di un'ipocrisia per me intollerabile”, assume oggi un peso notevole.

Proprio a lui, infatti, la Governance Poll, la classifica di Ipr Marketing realizzata per Il Sole 24 ore,  ha consegnato, per la seconda volta in pochi anni, il primato di sindaco più apprezzato con il 72% dei consensi. Mentre ultimo, su 101, è Gianni Mongelli, sindaco di Foggia.

De Luca e Mongelli sono entrambi di centrosinistra, il che dimostra come, quando si tratta di misurare il gradimento di un amministratore da parte dei cittadini, l'appartenenza politica conti fino a un certo punto.

Ai primi posti si piazzano, non a caso, sindaci di partiti diversi: Leoluca Orlando, Idv, neoeletto a Palermo, Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, che rispetto al giorno della sua elezione guadagna addirittura un consistente 8,7%, Giuliano Pisapia (+4,9%).

Mentre tra chi perde posizioni e gradimento ci sono, per esempio, il primo cittadino di Roma Gianni Alemanno, scivolato al 70esimo posto e in calo del 3,7% rispetto al giorno della sua elezione nel 2008, ma anche Luigi De Magistris (Napoli) che è 17esimo ma perde il 6,4%.

Un dato, quello del calo di fiducia, che accomuna circa i due terzi dei primi cittadini e che in generale viene stimato al 64,3. Rispetto alla data della loro elezione, la maggior parte perde infatti intorno ai 5 punti percentuali di consenso.

Sindaco De Luca, è già la seconda volta che lei ottiene la testa di questa importante classifica. Ma come fa?

Non c'è nessun segreto particolare, solo una fatica quotidiana e lavoro, lavoro, lavoro. Penso anche che i miei concittadini, che ringrazio, abbiano apprezzato l'abitudine a parlare con il linguaggio dei fatti e non con quello delle parole.

Quali sono i fatti che secondo lei i salernitani hanno apprezzato di più?

Penso innanzi tutto ai nostri interventi sulle politiche sociali e di solidarietà. Siamo tra i primi quattro comuni d 'Italia, il primo al Sud, per numero di asili nido. Forniamo un'adeguata assistenza ad anziani e disabili, manteniamo il primato tra i comuni capoluogo per raccolta differenziata, siamo oltre 70%, e le politiche ambientali; abbiamo allestito una rete fotovoltaica, ci siamo occupati di trasformazione urbana, siamo diventati la città della grande architettura. Abbiamo fatto un grande lavoro di recupero dell'evasione, abbiamo raccolto oltre 10 milioni di euro con la vendita di parte del patrimonio. Abbiamo gestito il bilancio in maniera spartana, siamo l'unico capoluogo che non ha nemmeno una macchina blu.

E lei come va a lavoro?

Di solito a piedi.

Quindi si può amministrare bene una città nonostante i tagli del governo e con poche risorse?

E' difficilissimo, per questo io mi sento solidale con tutti i miei colleghi sindaci che fanno una fatica micidiale, come noi, per chiudere i bilanci delle loro città a causa di tagli lineari voluti dal governo centrale, e in particolare da quello Monti, a metà tra il demenziale e l'irresponsabile. Tagli assurdi che non differenziano tra comuni virtuosi e comuni viziosi. Senza contare che fare questi tagli significa moltiplicare i problemi nel futuro soprattutto per quanto riguarda gli interventi di manutenzione delle città. E questo lo pagheremo caro nei prossimi mesi e anni. Stanno mordendo nella carne viva della gente con un cinismo, una freddezza, un' indifferenza alla sofferenza umana che me per me è sconcertante e intollerabile.

Cosa chiede, dunque, al prossimo governo che sarà eletto a breve?

Più rigore, non meno rigore. Io critico il governo Monti proprio per la sua mancanza di rigore. Più rigore significa valorizzare chi lavora, chi risparmia, scogliere i comuni di chi ruba e di chi gestisce in maniera allegra i bilanci. Quindi io chiedo una linea vera di rigore ma anche un cambio radicale del patto di stabilità: differenziare l'indebitamento per investimento da quello per spesa pubblica corrente. Ci vuole tanto a capire che questa è la strada obbligata per dare respiro all'economia del Paese? Mi attendo anche meno ipocrisia e inviterei tutti quelli che in questo momento stanno scrivendo agende a cancellare i capitoli che riguardano le famiglie, le donne e i settori sociali perché mi risulta intollerabile l'ipocrisia di chi parla di famiglia e servizi sociali dopo aver massacrato i comuni e reso impossibili le politiche sociali.

La classifica dimostra che quando si tratta di amministrare una città, farlo bene o male dipende poco dall'appartenenza politica. E' d'accordo oppure crede che anche a livello locale esistono scelte di destra e scelte di sinistra?

Molto meno che a livello nazionale. Le opere di manutenzione, la riqualificazione dei quartieri non hanno connotazione politica. Ci può essere ovviamente una diversa ispirazione sui temi della solidarietà, ma devo dire che anche su questo tutti i miei colleghi, da Tosi a Pisapia, hanno dimostrato un grande sistema di valori che ci accomuna tutti quanti. Tra le tante cose irresponsabili fatte dai governi nazionali, e anche da questo, c'è la costante sottrazione di risorse alle amministrazioni locali: il modo migliore per distruggere la classe dirigente del Paese che si forma sui territori favorendo così, soprattutto al Sud, anche l'espansione dei poteri criminali.

Gianni Mongelli, sindaco di Foggia, lei che valenza dà a questa classifica che la vede ultimo su 101?

Quella che ha: la considero senz'altro attendibile.

Ma lei pensa di essere davvero il peggior sindaco d'Italia?

No, assolutamente. Non penso di essere il peggior sindaco d'Italia né che la mia città sia le peggio amministrata d'Italia.

I suoi concittadini, però, non sembrano essere d'accordo...

In questi tre anni e mezzo ho dovuto dire molti più no di qualche sì di comodo, ho dovuto mettere le mani in tante situazioni difficili e delicate. Ritengo di aver pagato anche per questo.

In particolare?

Immagino per le scelte senz'altro impopolari prese in merito all'emergenza rifiuti che si è venuta a creare dopo il fallimento della società che gestiva la raccolta e per le decisioni assunte sulle entrate tributarie. Tutto ciò, unito al fatto di non aver perseguito logiche del facile consenso, non mi ha dato quel plus di gradimento che comunque io voglio e credo di poter recuperare in questi ultimi 18 mesi di mandato che spero diano il frutto del lavoro durissimo svolto in questi anni.

Come pensa di poter recuperare questo consenso?

Facendo emergere la bontà di quelle scelte che, benché dolorose e difficili, sono convinto che saranno capite e apprezzate e mi riferisco in particolare  alla nuova organizzazione del ciclo dei rifiuti, un nuovo meccanismo di entrate tributarie che faccia emergere l'evasione e consenta un riequilibrio dei cittadini, una migliore sicurezza della città attraverso un'azione più incisiva della polizia municipale, interventi sulla manutenzione che non sempre sono stati possibili per i tagli.

E ce la farà?

Non dico di aspettarmi un ribaltamento della classifica, ma spero almeno in un recupero del consenso da parte dei miei concittadini.

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Claudia Daconto