Felice Casson vince le primarie PD a Venezia
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Felice Casson vince le primarie PD a Venezia

Il centrosinistra ha scelto il senatore di area civatiana per la candidatura a sindaco della città lagunare

Il centrosinistra ha scelto l'uomo che dovrà tentare la difficile impresa di 'riprendersi' Ca' Farsetti dopo lo scandalo dell'inchiesta Mose, con le conseguenti dimissioni del sindaco Giorgio Orsoni. È il senatore Pd ed ex magistrato Felice Casson, 61 anni, che nelle  primarie di coalizione svoltesi il 15 marzo si è assicurato la vittoria con il 55,62% dei voti.

Su un totale di 12.888 votanti, Casson ha ottenuto 7.168 preferenze. Alle sue spalle il giornalista Nicola Pellicani, con il 24,42% (3.147 voti), e Jacopo Molina, consigliere comunale democratico di area renziana con il 19,96% (2.573 voti). Nella città lagunare, quindi, si impone alle primarie la minoranza interna del Pd: Felice Casson è esponente dell'area "civatiana".

Una partita apparsa senza storia già poco dopo l'inizio dello scrutinio, con Casson subito avanti in tutte le zone della città più in terraferma (dove ha raccolto circa il 60%) rispetto al centro storico, dove i dati quasi definitivi lo danno al 55%. Nella corsa alla candidatura per la poltrona di sindaco, l'ex magistrato era appoggiato anche da Verdi e Prc. È la seconda volta che Casson cerca di conquistare la poltrona di sindaco di Venezia. Ci aveva già provato nel 2005, ma venne  sconfitto per una manciata di voti da Massimo Cacciari. "Per Venezia scatta l'ora-zero" ha detto Casson, a scrutinio quasi concluso. "La città - ha aggiunto - è in una  situazione complicata, per le conseguenze dell'inchiesta Mose e il pesante buco di bilancio".

Venezia, proprio in seguito allo scandalo Mose che ha azzerato la precedente giunta rossoverde, è commissariata dal luglio 2014. La guida il commissario  straordinario Vittorio Zappalorto, che ha applicato una cura pesante ai conti comunali, tagliando sugli stipendi dei dipendenti e sulle municipalizzate. "Bisogna ripartire - ha spiegato Casson -, coinvolgendo le segreterie nazionali dei partiti e il Governo, perchè una città come Venezia, che è lo specchio del Paese nel mondo, non può essere abbandonata". "È stata una vittoria bella e netta - ha  concluso -, in tutte le zone della città. I miei due avversari, Pellicani e Molina, sono stati i primi a chiamarmi, ancora a scrutinio in corso, assicurandomi che da oggi lavoreremo assieme per vincere le elezioni, senza alcun problema".   

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