E Silvio Berlusconi punta sugli antitasse
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E Silvio Berlusconi punta sugli antitasse

Berlusconi lancia l’operazione «araba fenice»: tutta basata su una politica per la crescita. E contro gli eccessi fiscali.

L’operazione «araba fenice» di Silvio Berlusconi si chiama Forza Italia 2.0 o «La nuova Forza Italia». E siccome si va al voto con l’attuale Porcellum e più liste ci sono meglio è, lo spacchettamento a destra degli ex di An è non solo possibile ma (al Cav) gradito. Altrimenti resta sempre il contenitore del Pdl rinominato Centrodestra italiano.

LISTE E ALLEANZE. Il «simbolo glorioso» resta quello del cuore, quello del discorso «L’Italia che amo». Una compagine di candidati che solo per il 10 per cento sarà la ricandidatura di deputati e senatori attuali. Il resto volti nuovi ma esperti: un 50 per cento d’imprenditori e professionisti, un 20 di sindaci rieletti, un altro 10 di personalità della cultura. Il tutto cementato dalla leadership del Cav. E c’è il ritorno con la Lega per riconquistare il Nord (gli incontri con Roberto Maroni non si sono mai interrotti, la Lombardia avrà un presidente leghista).

Berlusconi vuole anche recuperare appieno, e quindi investire di nuovi incarichi di rilievo, i dissidenti più amati e spendibili sui media e in linea coi valori del centrodestra, dal liberale Guido Crosetto alla giovane ex aennina Giorgia Meloni; più delle amazzoni, a interpretare i reali umori del Cav è stata poi Daniela Santanchè, che nelle ultime apparizioni in tv ha offerto un’immagine determinata, ma posata, della rinascente Forza Italia. Ecco allora le riunioni per rifondare il partito e recuperare lo spirito del ’94. Ecco la scelta di campo dei socialisti di Stefania Craxi. Ci sarà la lista di Gianpiero Samorì. Ci saranno i fedelissimi, e i nuovi ingressi, forse, dal Milan e dal mondo dello spettacolo. Tutto sotto gli occhi e le cure vigili di Maria Rosaria Rossi, onnipresente assistente del Cav, in una ritrovata armonia con via dell’Umiltà, il partito, la nomenclatura, Angelino Alfano. Vecchio e nuovo.

IL PROGRAMMA. Due cavalli di battaglia: il primo la critica al governo Monti per quello che, nonostante la maggioranza in Parlamento, non è riuscito a fare deludendo lo stesso Pdl, insieme con la proposta di una politica economica puntata sulla crescita, non solo sul rigore.

Secondo: l’idea alla base del programma di Forza Italia del ’94 già nelle prime righe del primo dei cinque obiettivi, un’Italia «prospera nella libertà» e «la massima parte delle decisioni affidata alle scelte dei singoli, delle famiglie e delle imprese». Un’Italia in cui, a parte «la necessità di finanziare le attività fondamentali dello Stato, la maggior parte «la necessità di finanziare le attività fondamentali dello Stato, la maggior parte del reddito sia utilizzata in base alle scelte di coloro che l’hanno prodotto». No, quindi, all’aumento delle tasse. E no all’Imu per la prima casa. E, rispetto all’Europa, difesa dell’interesse nazionale.

STRATEGIE ELETTORALI. Televisione, internet e di nuovo televisione. In attacco, ma anche in difesa. Gli assalti al suo governo, secondo Berlusconi, nascevano dal «grande imbroglio» che dà il titolo all’ultimo libro dell’ispiratore degli affondi del Cav, il professore antitecnici Renato Brunetta. Primo  obiettivo, demistificare anzitutto l’imbroglio dello spread, pretesto del «golpe dei mercati e delle banche». La decisione di  sfidare la sinistra Berlusconi la covava da mesi tra Arcore e Palazzo Grazioli, e si rafforzava in Kenya il fisico in vista dell’ennesima prova. A catalizzare la scelta è stato il  magro risultato di Matteo Renzi nelle primarie del centrosinistra. Il duo Bersani-Vendola, inviso ai moderati dello stesso Pd, potrà mai avere più elettori di quelli del recinto rosso? Potremo convincere gli indecisi e contrastare la pesca di Beppe Grillo nel bacino dei delusi dalla politica? Questo si è chiesto il Cav.

Quanto al centro di Pier Ferdinando Casini, in una campagna polarizzata il Cav è convinto che non sfonderà nell’urna neppure con il supporto di Monti. Sarà poi Angelino Alfano a gestire con Berlusconi liste e programmi. Non è detto che l’attacco concentrico di mercati e stampa estera, magistrati e  media, più i consigli di alleati premurosi come la Lega (alleata di Giulio Tremonti), non convinca alla fine Berlusconi a un altro passo indietro... Non prima di avere rivitalizzato il centrodestra esangue.

UOMINI. Le cartucce tecniche le fornisce Brunetta. L’ultimo suo dossier s’intitola Un’illusione durata un anno, analizza i fallimenti di Monti rispetto al Cav: pil in caduta libera (-2,4 per cento), debito pubblico in aumento del 4,4 per cento rispetto al pil,oltre il 3, 640 mila posti di lavoro persi e un tasso di disoccupazione oltre l’11, l’industria in ginocchio, a precipizio consumi privati e fiducia dei consumatori e delle imprese.

Buona parte della campagna elettorale sarà quindi puntata sull’economia, sullo smentire il presunto antieuropeismo (Berlusconi è per l’unione europea bancaria, economica, di bilancio e politica) e sull’idea di «responsabilità». È stato più responsabile Berlusconi a garantire l’approvazione della legge di  stabilità o Monti ad annunciare le dimissioni? Giochi aperti.

Per dirla con Paolo Del Debbio, estensore del programma del 1994: «Il Cavaliere ha mostrato il quid, ora mostri il quod». Quanto alla campagna giorno  per giorno, giocherà la solita formazione. Il gruppo di fuoco mediatico (Paolo Bonaiuti, Roberto Gasparotti) e un potenziamento di internet in mano ad Antonio Palmieri. Costante l’apporto del coordinatore lombardo Mario Mantovani. E o la va o la spacca.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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