Riforme, Tosi e Processo Ruby: così cambia la scena politica
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Riforme, Tosi e Processo Ruby: così cambia la scena politica

I tre eventi di ieri hanno mischiato le carte: Berlusconi è diventato più forte, Salvini più debole, Renzi più incerto

Se fra gli dei dell’Olimpo esiste un’oscura e bizzosa divinità che tesse le fila della politica italiana, bisogna credere che questo dio (più facilmente una dea) si sia divertito nelle scorse ore a creare un insieme di coincidenze capaci di terremotare la vita pubblica in Italia.

Nello stesso giorno, tre eventi - del tutto indipendenti l’uno dall’altro - messi insieme hanno cambiato in modo significativo la scena politica. Come risultato in poche ore, Berlusconi è diventato più forte, Salvini più debole, Renzi più incerto.

I tre eventi sono – in ordine cronologico – la votazione alla Camera sulle Riforme Costituzionali (LEGGI QUI COSA È SUCCESSO) l’espulsione del sindaco di Verona, Flavio Tosi, dalla Lega (LEGGI QUI COME È ANDATA), e la sentenza della Cassazione che ha assolto definitivamente Berlusconi (LEGGI QUI).

Silvio Berlusconi

Il leader di Forza Italia in un giorno ha portato a casa due risultati positivi: l’assoluzione prima di tutto, ovviamente, e poi l’unità del partito, che molti davano per lacerato, e che invece ha votato compattamente no alla riforma costituzionale.

Berlusconi lancia un appello all'unità del partito


Certo, i maldipancia in casa azzurra non mancano, e si sono espressi, ma Berlusconi ha dimostrato di saper essere leader e farne la sintesi. Nell’abbraccio corale dei parlamentari azzurri al loro Leader, appena arrivato a Roma, si sono fuse tutte le anime, i contrasti, le antipatie reciproche (che pure esistono). Berlusconi galvanizzato dal successo giudiziario ha in mano le carte politiche di un partito unito e rivitalizzato dalla battaglia di opposizione.

Due brutte notizie per Salvini

Salvini dal canto suo ha dovuto incassare due brutte notizie: la speranza di essere l’unico avversario di Renzi “da destra”, e di lucrare voti con questa rendita di posizione, è stata annullata dalla decisione di Berlusconi di schierare Forza Italia con chiarezza all’opposizione. Nel frattempo la perdita dell’unica figura politica della Lega, a parte lo stesso Salvini, dotata di carisma e di ampio consenso personale, rappresenta una chiara inversione di tendenza per un partito che sembrava in crescita.

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Ora in Veneto il presidente uscente Zaia rischia molto e Salvini se vuole tentare di salvarlo non può certo dettare condizioni agli alleati. Ma al di là di questo, emerge per la Lega uno strutturale problema di crescita. Un leader è tale quando è capace di comporre i contrasti, e di sfruttare le aspirazioni di ciascuno per uno scopo generale. Salvini ha dimostrato di comandare, certo. Ma comandare senza aggregare, anzi disgregando, non è mai la strada per vincere.

Renzi, vincitore ma in difficoltà

Rimane Renzi. Apparentemente è uno dei vincitori della giornata. Ha portato a casa un voto a favore delle riforme con una comoda maggioranza. Ma ora ha davanti a sè lo scoglio del Senato. Lì deve affrontare insieme una Forza Italia ricompattata e galvanizzata, e un’opposizione interna che per una volta è stata chiarissima: senza cambiamenti, le riforme non avranno più il voto della minoranza PD. Persino il pacatissimo Cuperlo ha abbandonato per una volta il suo aplomb mitteleuropeo spingendosi ad evocare la scissione come un’ipotesi concreta

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Dunque il cammino di Renzi in orgogliosa solitudine si fa per lo meno accidentato. Il ragazzo ha mille risorse, sa giocare su tanti tavoli contemporaneamente, è un maestro nell’usare i suoi nemici uno contro l’altro, ma a furia di fare il funambolo senza rete, senza la rete di una maggioranza numerica e politica credibile, potrebbe anche scivolare, e cadendo farsi molto male.

Per Berlusconi e per Forza Italia tutto questo significa che si apre una finestra di opportunità impensabile fino a poche settimane fa, quando la tenaglia dei due Mattei sembrava vincente e sicura.

Gli Azzurri sapranno coglierla? Se saranno uniti, abbandonando una certa propensione a farsi male da soli che si è vista nei mesi scorsi, noi scommettiamo che ce la faranno.

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