Federica Mogherini: in Europa conta poco, per Renzi molto
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Federica Mogherini: in Europa conta poco, per Renzi molto

Rappresenta per il presidente del Consiglio ciò che Incitatus era per Caligola: una nomina per mostrare il potere

 “Mogherini chi?” L’anziano presidente fece un balzo sulla sedia. Nel prestigioso Studio alla Vetrata del Quirinale, il neo presidente del Consiglio gli stava sottoponendo la lista dei ministri. Giunto alla casella degli Esteri, Napolitano rilesse il nome due volte. Quando capì che non era un refuso, scosse il capo il senso di fermo diniego. Candidare a rappresentare l’Italia nel mondo un oscuro funzionario dell’Ufficio Esteri del PD gli pareva peggio che una stravaganza. Al punto di indurlo a ripetere, senza accorgersene, lo sprezzante commento con il quale il Segretario del PD aveva liquidato poco tempo prima le critiche del Vice Ministro dell’Economia, Fassina.

Nonostante l’opposizione di Napolitano, che alle questioni internazionali ed europee aveva sempre attribuito grande importanza, Renzi la spuntò. Così come la spuntò un anno dopo, quando chiese e ottenne dagli stupiti partner europei (quella volta “Mogherini chi?” fu ripetuto in tutte le lingue del continente) la nomina della giovane donna alla pomposa carica di Alto Commissario per la politica estera dell’Unione Europea.

Perché tanta passione per una donna che si era notata, fino a quel momento, solo la volta in cui volle ad ogni costo venire in Aula, a poche ore dal parto, per votare contro la fiducia al governo Berlusconi, quando Fini tentò (senza riuscire) di ribaltarlo?

Nulla di romantico, ahimè. La vera ragione, se non fosse poco cavalleresco dirlo nei riguardi di una signora, potrebbe essere riassunta così. La Mogherini è per Renzi ciò che Incitatus era per Caligola. Come l’imperatore nominò senatore il proprio cavallo per sottolineare il suo potere assoluto, così Renzi dimostrò, imponendo la Mogherini, di essere lui a comandare, e di poter decidere qualsiasi cosa, anche nei confronti di Napolitano.

Nonostante queste premesse, oggi dobbiamo però dissociarci dal coro di critiche per l’assenza della simpatica Federica dalla trattativa di Minsk nella quale Angela Merkel e Francoise Hollande hanno salvato, pare, la pace in Europa trovano un accordo con Putin sull’Ucraina.
Certo, è ovvio che immaginare la Mogherini insieme alla Merkel e a Hollande a trattare con Putin fa un po’ sorridere (e questo nonostante la Merkel non sia Adenauer e tanto meno il grigio Hollande somigli a De Gaulle). Ma non è questo il problema.

La povera Mogherini non c’era perché non doveva esserci. L’Alto Commissario, nonostante il nome pomposo, non ha alcun potere, se non  quello di un generico coordinamento. Sulla politica estera, nei trattati europei non c’è nessuna cessione di sovranità alle istituzioni comunitarie da parte degli stati nazionali. La parola della Mogherini non rappresenta in alcun modo l’Europa.

Volere a tutti i costi questo ruolo per l’Italia è stato un tipico atto di “renzismo”: tanto fumo e nessuna sostanza.
In realtà, c’è una sola materia nella quale gli stati nazionali hanno effettivamente ceduto una quota di sovranità all’Europa: la politica economica e monetaria. Il Presidente della BCE parla a nome dell’Europa, l’Alto Rappresentante invece non ha alcun potere di questo tipo.
Anche il Presidente della BCE è un italiano, Mario Draghi. Lo volle e lo ottenne Berlusconi. Renzi, invece, volle e ottenne la Mogherini. Trovate le differenze.

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Serenus Zeitblom