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D'Alema contro Renzi: scontro aperto sul referendum costituzionale

Toni sempre più aspri tra i due rappresentanti del PD tra rancori passati e visione diversa del futuro

D'Alema contro Renzi. La battaglia politica tra i due alti esponenti del PD e che ha sullo sfondo il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, raggiunge toni molto aspri.

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D'Alema, alfiere della battaglia per il No ("è accecato dalla rabbia e dall'odio personale per non aver ottenuto la sua poltroncina" ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti) è tornato ad attaccare la riforma, parlando di un quesito "chiaramente propagandistico" e ha prospettato un ulteriore "arretramento" del partito nel caso di una vittoria del Sì perchè il Pd, ha detto, diventerebbe sempre di più il "partito di Renzi". Tuttavia, ha assicurato, "non ho nè desideri nè propensioni a  promuovere scissioni".

Renzi "pensi a governare invece di andare in giro a fare comizi" ha aggiunto. "il presidente del Consiglio, che dice tante cose spesso in contrasto tra loro, ha appena finito di dire che non intende personalizzare" il referendum "e ha sbagliato a farlo in passato, dopodiché ha lanciato la sfida per duellare con tutto il resto del mondo. Una sorta di confronto Renzi e resto del mondo. Lui dovrebbe occuparsi del governo del Paese, magari vedendo se riesce a far quadrare i conti della legge finanziaria, della disoccupazione della crisi".    

La risposta del segretario Renzi non si è fatta attendere e questa mattina di microfoni di Radio anch'io ha detto: "D'Alema usa il referendum per rientrare in partita, vota no convinto di poter rappresentare il futuro". E ha aggiunto: "Il governo sta facendo cose che sono state rinviate per 20-30 anni".

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Renzi poi rincara: "È vero che D'Alema è contro ma questa non è una discussione dentro il Pd, c'è gente di destra, ma anche di Grillo, che voterà sì. Chi vuole meno costi è chiamato ad un domanda secca. Si può discutere se i risparmi sono 50 o 500 milioni, io ho dedicato una trasmissione a dimostrare, calcolatrice in mano, che sono 500 milioni ma  comunque nessuno mette in discussione che c'è una riduzione dei costi". 

L'ottimismo renziano

Matteo Renzi sfoggia comunque ottimismo sull'esito del referendum e, pur sapendo che si tratta di una "partita non facile" confida nel voto degli italiani. "Non ho paura dei miei concittadini e della democrazia" annuncia convinto che "il buon senso e la saggezza prevarranno" e che "ci sarà un fracco di gente della Lega e di M5s che voterà sì".

Tutti tranne Massimo D'Alema: lui, ironizza il premier "non lo convinciamo".

Da Torino poi aggiunge: "D'Alema crede che chiunque sia meno intelligente di lui, se avesse combattuto Berlusconi un decimo di come ha combattuto Prodi, Veltroni e altri che non nomino oggi sarebbe tutto diverso" ma " io penso che l'Italia abbia diritto a un futuro migliore e io non lascio a D'Alema e agli altri la possibilità di bloccarcelo" è la promessa del premier.

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