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ANSA/ CESARE ABBATE
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Chi è Antonio Bassolino, l'ultimo sfidante di Renzi

Da 5 anni lontano dalla politica, l'ex sindaco di Napoli e governatore campano torna alla ribalta: si candida a sindaco e sfida il Nazareno

Ore 12.37 del 21 novembre scorso, sulla pagina Facebook di Antonio Bassolino appare un laconico: “Mi candido”. Nel giro di pochissimo tempo l'annuncio ottiene 1.341 mi piace e oltre 600 condivisioni.

Lo stesso giorno, ma qualche ora più tardi, Bassolino sarà ancora più esplicito: “Mi candido di nuovo a Sindaco di Napoli. Fare il Sindaco è stato l'impegno più grande della mia vita e sento il dovere di mettermi al servizio della città. Napoli prima di tutto, di ogni interesse particolare”. I napoletani cominciano a reagire. Non tutti sono entusiasti. “Statt a cas!” gli risponde qualcuno.


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Lui a casa ci è rimasto per 5 anni. Dopo 16 anni ai vertici del potere campano, più nessun incarico né politico né istituzionale. Le grane giudiziarie c'entrano sicuramente qualcosa. Solo il 26 ottobre scorso Bassolino è stato infatti assolto, insieme al capo della Polizia Alessandro Pansa, dall'accusa di di omissione di atti d'ufficio in relazione alla presunta “epidemia colposa” legata all'emergenza rifiuti in Campania che colpì la Regione tra il 2007 e il 2008 quando lui ne era il governatore.

La carriera politica

Eletto per la prima volta nel 2000, e rimasto in carica fino al 2010, era già stato sindaco di Napoli dal '93 al 2000, protagonista quasi universalmente riconosciuto della rinascita del capoluogo campano. Sul suo sitoappare una breve biografia: “Mi chiamo Antonio Bassolino, ho 63 anni e vivo a Napoli. Sono sposato con Anna Maria e ho due figli, Gaetano e Chiara. Attualmente sono Presidente della Fondazione Sudd”.

Poi la lista degli incarichi: sindaco, presidente di Regione, ministro del Lavoro (nel governo D'Alema ndr), deputato. “Da circa cinque anni, poi, sono anche blogger – scrive ancora Bassolino - oltre alla politica, mi interessa anche l’arte contemporanea, la lettura e l’attività sportiva (trekking, tennis, maratona)”.

L'incubo rifiuti

Il momento peggiore della sua carriera coincide con l'emergenza che scoppia a Napoli nel 2007 quando sui giornali di tutto il mondo rimbalzavano le foto dei cumuli di spazzatura che soffocavano le strade della città e ai quali i cittadini, esasperati, si mettevano a dare fuoco per liberare gli ingressi delle case e il passaggio delle auto.

Nel febbraio 2008 Bassolino viene rinviato a giudizio su richiesta della Procura di Napoli con ipotesi di reato che vanno dalla frode in pubbliche forniture, alla truffa ai danni dello Stato, abuso di ufficio, falso e reati ambientali, nel periodo in cui era Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti.

Numerosi esponenti politici locali e nazionali gli chiedono di dimettersi. Lo farà anche Walter Veltroni, all'epoca segretario del Partito Democratico. “Ho la coscienza a posto e le mani pulite; non ho fatto nulla di male” replica lui. Ma nel 2010 il governatore finisce di nuovo nel mirino della magistratura. I pm lo accusano di peculato: avrebbe versato 79.000 euro a uno dei consulenti del commissariato ai rifiuti.

Due anni dopo cadono in prescrizione molti capi di accusa nel processo sui rifiuti in Campania. Ma l'assoluzione richiesta arriverà solo nel 2013. Intanto i giudici contabili lo condannano a risarcire 195.000 euro per danno erariale causato quando, per prevenire il rischio su un territorio ferito da eventi catastrofici, come la strage di Sarno del maggio 1998, Bassolino mise su una struttura di dipendenti regionali versando loro un compenso mensile, “in aggiunta allo stipendio già in godimento”, dai 2.700 euro ai 700 a seconda della posizione ricoperta.

Nel frattempo, è il 7 aprile del 2008, Bassolino annuncia che si ritirerà, con un anno di anticipo, nel 2009. Arriverà invece alla scadenza del mandato. La giustizia, nel frattempo, lo continua a inseguire. Nel 2013 la magistratura contabile gli chiede indietro 560.893 euro per le centinaia di operai ed ex lavoratori socialmente utili chiamati negli anni 2000 negli enti di bacino per lavorare alla raccolta differenziata ma in realtà inattivi.

Il ritorno in campo

Oggi dice che, dopo 5 anni di inattività, avrebbe continuato volentieri a occuparsi di altro se non fosse che il Pd sta messo così male, “così a terra”, da indurlo a imporsi la sfida di rimetterlo in piedi. Pochi giorni fa ha dichiarato in televisione che senza di lui e senza le primarie, il Partito Democratico non arriverebbe nemmeno al ballottaggio. Finirebbe infatti quarto, dopo il Movimento 5 Stelle, De Magistris e il centrodestra.

Ma al Nazareno non sembrano pensarla allo stesso modo. Tanto da avanzare l'ipotesi di una regoletta ad hoc per impedire la partecipazione alle primarie a chi ha già ricoperto la carica di sindaco. Cioè a lui, dal momento che candidare uno che ha governato Napoli e la Campania per quasi 20 anni rappresenterebbe il fallimento della rottamazione renziana.

Bassolino, da parte sua, non crede che dietro la proposta targata Serracchiani ci sia il premier segretario in persona di cui l'ex governatore sarebbe un estimatore fin dai tempi della battaglia per la scalata al Nazareno quando anche lui esortò Pier Luigi Bersani a modificare lo Statuto del Pd per rendere le primarie ancora più aperte alla partecipazione popolare.

Sarebbe quindi assurdo che proprio Renzi, “figlio delle primarie, senza le quali a quest'ora starebbe ancora a Firenze”, adesso volesse imporre paletti e divieti. “Ha detto che non cambierà le regole e io gli credo” si è detto certo Bassolino secondo il quale sono solo i napoletani a poter stabilire chi e cosa è vecchio e chi e cosa no. Anche perché, “io ho vinto più di Renzi e non mi faccio da parte”.

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Claudia Daconto