Bersani accende lo scontro con Renzi nel Pd
ANSA / ETTORE FERRARI
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Bersani accende lo scontro con Renzi nel Pd

L'accusa: non è la minoranza a volere la scissione. È il segretario ad allargare il solco. La battaglia sarà in Parlamento

"Perchè vogliamo rompere quel giocattolo fantastico che è il Pd?". Si mostra preoccupato, Pier Luigi Bersani. Nel giorno in cui si inasprisce lo scontro tra il partito a trazione renziana e la Cgil, l'ex segretario avverte Matteo Renzi che i suoi toni ultimativi, la tendenza ad "accendere micce e farsi un nemico ogni giorno", rischia di accrescere la tensione nelle piazze ma anche di distruggere il progetto di unire "grandi culture riformiste" che è iniziato con l'Ulivo e ha trovato compimento nel Pd.

Non è la minoranza a volere la scissione, ribadiscono Bersani e i parlamentari di Area riformista, ma è il segretario ad allargare il solco. La battaglia si combatterà nelle prossime settimane in Parlamento, tra legge di stabilità, Jobs act e riforme. La minoranza dem chiede spazi di dialogo ma intanto affila le sue armi.

La riforma del lavoro

La partita cruciale è sulla riforma del Lavoro. Un canale di dialogo per alcune modifiche al testo approvato al Senato, spiegano dalla minoranza, si è aperto nelle ultime ore con il governo. Se l'apertura sui contenuti si mostrasse reale, si potrebbe accelerare l'approvazione del testo, come auspicato dal governo. Altrimenti sarà confronto vero - con tempi non più così stretti - in commissione, dove verranno ripresentati gli emendamenti del Senato, e in Aula, dove alcuni parlamentari dem si sono già detti pronti a votare no alla fiducia al governo. "Non posso neanche pensare che venga messa la fiducia...", dice Bersani, in un'intervista a Otto e mezzo.

E spiega che la sua richiesta è 'semplice' e non esorbitante: modificare il Jobs act recependo per intero nella legge delega il documento della direzione Pd, senza rinviare ai decreti delegati. Certo, secondo l'ex segretario, l'articolo 18 "non era neanche da tirare in campo" perchè contiene un "principio di civiltà". E sbaglia Renzi quando dice che lo Statuto dei lavoratori è stato approvato quando neanche esisteva l'iPhone. Perchè allora si potrebbe anche dire che "il divieto di lavoro in miniera per i bambini è stato affermato quando non c'era l'energia elettrica e allora si puòbuttarlo via".

Il Papa Renzi

Nel Pd si deve poter discutere "liberamente" come al Sinodo, anche sotto "Papa Renzi", è la richiesta di Bersani. Perchè altrimenti "rischia di incrinarsi qualcosa". L'ex segretario invita il premier a non trattare la Cgil come un "ferro vecchio", perche' il popolo della Cgil e' anche popolo del Pd. E dice che non ci si puo' rifiutare di discutere col sindacato quando si parla "con i concessionari di autostrade...".

Le reazioni

La rottura con il sindacato "è sbagliata" ed espressione di uno stile di governo "preoccupante", afferma in un'intervista anche Massimo D'Alema: "Questo modo di fare spacca il Paese, prima ancora che il Pd". "Cosa sta succedendo? Ovunque il Pd chiude le porte in faccia a chi vuole partecipare", dice anche un renziano della prima ora come Matteo Richetti.

Ma sarebbe "un errore", secondo D'Alema, la scissione. Niente incontri carbonari, assicurano da Area riformista: le posizioni verranno pubblicamente assunte in un'iniziativa che verrà organizzata a breve. "Dobbiamo contribuire a correggere un'agenda che non va bene. Sono un deputato del Pd e nel Pd voglio rimanere", dice anche uno dei piu' duri, Stefano Fassina. "Io non faccio nessuna scissione, sono loro che scindono parecchio", afferma Pippo Civati, che la nascita di un nuovo partito continua a non escluderla. Ma la "sinistra radicale" non e' il "contenitore giusto", dice Bersani. E ribadisce: "Il Pd è casa mia. Piuttosto a Renzi che fa la Leopolda senza bandiere si dovrebbe chiedere se vuole uscirne".  

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