Berlusconi: "Il mio erede politico non si è ancora fatto vivo"
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Berlusconi: "Il mio erede politico non si è ancora fatto vivo"

Il leader di Forza Italia, ospite del programma "Che tempo che fa" spiega come vede il futuro del suo partito e della politica italiana

Un nuovo soggetto snello, simile "un comitato elettorale", che veda Fi come "coagulo" di un nuovo rassemblement di moderati. Un nuovo soggetto che non avrà Silvio Berlusconi alla sua leadership. L'ex Cavaliere, ospite di Che tempo che fa, certifica in tv la rivoluzione che ha in mente per la "sua" creatura e, al tempo stesso, l'intenzione di esserne il "padre nobile" e non il leader candidato delle prossime elezioni politiche. Quel leader, quell'erede, ancora non "si è fatto vivo" ma "ci sono grandi personaggi che possono aspirarvi, anche non in Fi", è il messaggio che lancia a tutto il centrodestra in vista della svolta post-Regionali.

È la prima volta che Berlusconi siede sulla poltrona di Fabio Fazio e sono subito scintille. "Perche' non sono venuto finora? Si vede che i suoi inviti non mi sono mai stati fatti pervenire", scherza Berlusconi soffermandosi, sul filo dell'ironia, anche sulla barba del conduttore: "Le posso dare un consiglio da vecchio editore? Quando uno comincia ad entrare nella maturità come lei e vede una barba grigia, dovrebbe avere il coraggio di tagliarla, viene meglio nelle telecamere", è la sua battuta, tra le risate della platea.

Poi tocca alla politica e a FI essere protagonisti dell'intervista. "In una monarchia è il sovrano che decide il successore, nelle democrazie è il popolo che decide il leader", è la prima precisazione che Berlusconi fa, rispondendo a Fazio che gli chiede quale sarà la donna che prenderà le redini del partito. Un partito, quello azzurro, che dovrà "estendere i suoi confini" trasformando i moderati italiani in "maggioranza politica", spiega Berlusconi smentendo qualsiasi ipotesi di primarie ("sono facilmente manipolabili") ma facendo riferimento, per l'indicazione dei leader, alle convention dei Repubblicani negli Usa.

Su una cosa, tuttavia, Berlusconi è certo: non sarà l'erede di sé stesso. "Io non sono candidabile per 6 anni e conosce la mia età. Potrò dare una spinta e promuovere una grande crociata ma poi dovrà esserci qualcuno", sottolinea prima di attaccare chi, da Angelino Alfano a Raffaele Fitto, ha lasciato o sta lasciando FI. "Sono dei professionisti della politica, loro fanno politica per il proprio tornaconto" e non hanno "speranza di un futuro politico", affonda il leader azzurro, ironizzando sul ministro dell'Interno: "Diciamo che è attaccato alla sua poltrona con forte affetto...".

Parole che incassano subito la replica del centrista Fabrizio Cicchitto: "Con le accuse di tradimento non si aggrega". E c'è un altro "professionista della politica" contro il quale Berlusconi punta il mirino: Matteo Renzi. Il Patto del Nazareno - ribadisce - è definitivamente rotto da quando, sul Colle, "Renzi ha deciso da solo". Renzi, insiste l'ex premier, "è sempre stato molto gentile ma siamo diversi. Lui fa proclami, io miro a realizzare le cose". E, soprattutto, "è un premier non eletto" a capo di un Paese che "e' una democrazia sospesa", e' l'attacco di Berlusconi all'inizio di quella che, per FI, sara' una settimana chiave, per le Regionali e per il futuro stesso del partito. Un partito che, è l'ammissione dell'ex premier, è in difficolta' anche rispetto alla Lega soprattutto per "l'imposizione" subita dal suo leader a non andare in tv proprio mentre "Renzi e Salvini ci vanno 6 ore alla settimana". (ANSA). 

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