Vita da geisha. In versione maschile
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Vita da geisha. In versione maschile

Eitaro ha 26 anni. Fa la geisha da 16. Per seguire le orme della madre

Ammesso che la si possa considerare una professione, si dice che le geishe debbano frequentare corsi di aggiornamento fino alla pensione. Consapevole di rappresentare una delle figure più emblematiche, complesse e discusse del Giappone, la geisha si sente in realtà un'artista. Non una prostituta di lusso come pensano gli occidentali. Del resto, letteralmente, geisha significa proprio "persona d'arte" o "esperta nelle belle arti".

Ecco allora che se per riuscire ad eccellere nell'arte del canto, della musica e della danza una geisha non può permettersi di rinunciare alla formazione perenne, ce n'è una in particolare che deve lavorare il doppio delle colleghe per ottenere i loro stessi risultati.

Si chiama Enosuke Hirose e ha 26 anni. E' tanto giovane quanto determinata. E ha scelto Eitaro come nome d'arte. Per camuffare, ma non nascondere del tutto, la sua vera identità. Eitaro, infatti, è un uomo. Ed è proprio per questo motivo che per lui è così difficile acquisire quelle tecniche che ne rendono parole, gesti e movimenti più gentili, aggraziati, dolci e anche pieni di stile. Perché certe movenze sono innate nelle donne (e nemmeno in tutte), non negli uomini.

Eppure Eitaro ce l'ha fatta. Anche perché l'unico uomo-geisha del Sol Levante è figlio d'arte. E' questa la ragione che lo ha spinto a intraprendere questa carriera. Tre anni fa, dopo la morte della madre, anche lei una geisha, Enosuke e la sorella Maika decisero di portare avanti i suoi sforzi per rilanciare la cultura locale a Tokyo, nel quartiere di Omori, nell'intento di rendere questo tipo di intrattenimento più accessibile al pubblico, e contemporaneamente anche più accettabile nella società.

"Ho iniziato a imparare come i comportamenti e le movenze delle geishe quando avevo appena dieci anni", ha raccontato Eitaro al South China Morning Post. "Ogni volta che mia madre mi insegnava un movimento nuovo mi prometteva che mi avrebbe regalato un videogioco se lo avessi eseguito alla perfezione. E abbiamo continuato con questo gioco per molto tempo...".

Eitaro ha poi sottolineato che non è così insolito per un uomo dedicarsi all'intrattenimento per professione, perché quando è nata la tradizione delle geishe molti artisti erano uomini. E che non è certo necessario essere effemminati per avere successo in questo campo. "Non vedete: il mio taglio di capelli è maschile, i miei abiti giovani e alla moda. Questo però non mi impedisce di indossare la maschera della perfetta geisha".

Oggi in Giappone si contano più o meno duemila geishe. Negli anni '80 erano circa 80mila. Dati che sottolineano che la tradizione sta svanendo. Un trend che a Eitaro piacerebbe tanto invertire. Ecco perché ha fondato la sua okiya, la tipica casa che ospita le geishe. Dove queste ultime risiedono tutte insieme, frequentano corsi di danza e recitazione, e confrontano le loro idee e abilità. Eitaro fa loro da "madre": organizza i corsi, prepara il pranzo, e le aiuta a perfezionarsi. Ovviamente dopo aver trascorso i primi novanta minuti della sua giornata davanti a uno specchio per completare la sua trasformazione da uomo a geisha.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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