Le riforme della nuova Cina di Xi Jinping
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Le riforme della nuova Cina di Xi Jinping

Corruzione, crescita economica, diseguaglianze sociali, inquinamento, assistenza sociale e politica estera. Ecco le priorità del nuovo Presidente cinese

A novembre era stato nominato Segretario Generale del Partito unico e leader della Commissione militare centrale. Oggi è stato eletto Presidente della Repubblica popolare cinese. Stiamo parlando di Xi Jinping, un leader da cui la nazione si aspetta tantissimo, e che, è il caso di sottolinearlo, sta confermando di essere all'altezza del ruolo che gli è stato affidato. Dimostrando di essere uno stratega ben più preparato e disponibile al cambiamento di quanto osservatori ed esperti avessero immaginato.

Corruzione, crescita economica, diseguaglianze sociali, inquinamento, assistenza sociale e politica estera: sono queste le sei grandi sfide che la Cina di Xi Jinping dovrà affrontare. Tutte collegate tra loro, e da superare in fretta, prima che la situazione degeneri e finisca fuori controllo.

Ebbene, dopo essere stato accusato di aver manipolato l'esito del Congresso del Partito di novembre, di aver ottenuto la sua posizione solo grazie alla mediazione dell'ex Presidente Jiang Zemin e essere un ultra conservatore che non avrebbe avuto ne' la forza ne' l'interesse di apportare modifiche al regime, il disegno di Xi Jinping inizia ad apparire oggi sempre più logico e coerente. E, per quanto prematuro un giudizio di questo tipo possa sembrare, il neo-Presidente potrebbe davvero essere l'uomo di cui la Cina ha bisogno per superare tutti i suoi problemi. Bastano tre esempi per capire il perché.

1) Ha scelto Li Yuanchao come vice. Un riformista, non un conservatore. E dire che tutti lo avevano accusato, a novembre, di aver fatto nominare un Comitato permanente a maggioranza conservatrice proprio per assicurarsi che nessuno avesse la forza per mettere in discussione le sue idee. Cosa è successo? Xi Jinping ha bisogno di essere percepito come leader autonomo, forte e allo stesso tempo aperto al cambiamento visto che negli ultimi anni, complice il rallentamento economico innescato dalla crisi finanziaria internazionale, il modello cinese ha dimostrato di avere non poche falle. Scegliendo Li Yuanchao ha dimostrato di esserlo. Perché si è svincolato da Jiang Zemin, che di certo non avrà gradito la nomina di un riformista in una posizione così importante. E ha iniziato a far capire al popolo di non essere del tutto contrario alle riforme, ma di aver bisogno di un Governo ideologicamente solido per effettuare quei cambiamenti di cui la Cina ha bisogno senza metterne a repentaglio la stabilità.

2) A novembre Xi Jinping ha sottolineato che la lotta alla corruzione sarebbe stata la sua priorità. Tant'é che tutti si aspettavano che in un massimo di un paio di settimane sarebbe stato definitivamente risolto il dilemma di Bo Xilai. E invece del politico traditore non abbiamo saputo più nulla, ma il neo-Presidente la sua battaglia l'ha cominciata. Tagliando gli sprechi, a tutti i livelli. Costringendo i funzionari corrotti alle dimissioni, e, addirittura, approvando una ristrutturazione istituzionale che non ha precedenti nella Cina contemporanea, che ha portato alla cancellazione di Ministeri considerati inutili. E che ha confermato che Xi Jinping è un funzionario serio, che preferisce le azioni concrete agli annunci roboanti. Ma che a tempo debito si occuperà anche del caso Bo Xilai.

3) Anche in politica estera Xi Jinping sta facendo scelte ponderate e apparentemente concilianti. Ha nominato tre nuovi funzionari alla guida degli Esteri: due vantano una profondissima conoscenza degli Stati Uniti, il terzo del Giappone. Nessuno dei tre può essere considerato un'aquila, a dispetto delle speculazioni sull'aggressività della Cina, sulla scelta di non dare informazioni sul budget destinato alla difesa e sulla determinazione nella riconquista delle isole contese nel Mare della Cina Orientale e Meridionale. E così come la settimana scorsa la Repubblica popolare ha stupito il mondo mettendosi al fianco della comunità internazionale e approvando le sanzioni contro la Corea del Nord, magari lo farà di nuovo impegnandosi per evitare che la controversia sulle Diaoyu/Senkaku inneschi un'escalation militare.

Xi Jinping non ha ancora svelato come intende affrontare il problema della crescita economica, o risolvere gli squilibri generati dall'inquinamento. Ma è diventato Presidente soltanto oggi. E con queste premesse potremmo anche concedergli un po' di tempo in più per riflettere su come gestire situazioni tanto complesse e intricate. Accontentiamoci quindi di giudicare (positivamente) i suoi primi passi da Segretario del Partito e Presidente.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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