Cina: la comunità della rete condanna le poesie per Hu Jintao
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Cina: la comunità della rete condanna le poesie per Hu Jintao

Speranza, futuro e protezione dell'ambiente: sono questi alcuni dei temi delle poesie con cui i delegati del Congresso hanno voluto omaggiare il Presidente uscente. Versi che i blogger non hanno gradito

La macchina della censura cinese ha fatto di tutto per evitare che durante la delicatissima settimana del Congresso del Partito comunista i cinesi informatizzati potessero mettere in difficoltà il governo con commenti imbarazzanti. Le risorse riservate ai controlli sono state potenziate, una serie di parole censurate in maniera preventiva, e gli attivisti più pericolosi tenuti agli arresti domiciliari per assicurarsene il silenzio.

Alla fine, però, è stato il popolo di internet ad avere la meglio, divertendosi a ironizzare non solo sulla successione e sul futuro della Repubblica popolare, ma anche sulle imbarazzanti dichiarazioni di alcuni rappresentanti che, durante il Congresso, hanno voluto omaggiare il Presidente uscente con...versi scritti da loro, ispirati, neanche a dirlo, "dalle parole sincere e commoventi del discorso inaugurale di Hu Jintao".

Leggiamone alcuni: "Ho trovato nuova speranza l'8 di novembre, quando ho ascoltao l'applauso forte come un tuono che ha accompagnato Hu Jintao nella lettura del suo discorso. [...] Ho trovato nuove speranze nelle 64 pagine del suo rapporto" (Ju Xiaolin). "Sono commossa da questa meravigliosa Cina che vuole a tutti i costi proteggere l'ambiente. Sono orgogliosa di essere cinese e ha stento ho trattenuto le lacrime durante il discorso del Presidente" (Li Jian).

Durissime le reazione dal web: "Negli altri paesi la politica è una cosa seria. Qui è tutto un carnevale". "Invece di piangere pensate alla nazione, alle sue esigenze". Oppure: "poesie e lacrime nella Cina di oggi non servono più: ormai solo i 'veri' potenti possono prendere le 'giuste' decisioni". Un commento che ironizza sulla maniera in cui il Partito ha gestito gli scandali da cui è stato travolto nell'ultimo periodo e condanna l'abitudine dei politici a rilasciare commenti insignificanti che hanno come unico scopo quello di elogiare i leader che contano.

Pare quasi che i cinesi siano stufi di questo modo chiuso ed elitario di fare politica. Anche se, probabilmente, la frustrazione più grossa è legata alla consapevolezza di non poter fare nulla per cambiarlo.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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