Caso Bo Xilai: la rivincita dei riformisti
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Caso Bo Xilai: la rivincita dei riformisti

Capire cosa stia succedendo nella Repubblica popolare in questo periodo è molto difficile. Ma nuovi elementi fanno pensare che il futuro dell'ex segretario di Chongqing sia ormai stato deciso

Lunedì Gu Kailai, la moglie dell'ex segretario del partito di Chongqing Bo Xilai, è stata condannata alla pena di morte...con sospensione di due anni. Durante i quali se la donna manterrà una "buona condotta" la pena potrà essere commutata in carcere a vita. E forse anche in qualcosa di meno.

Era chiaro fin dall'inizio che la sentenza di Gu Kailai, indipendentemente dal suo stesso contenuo, sarebbe stata criticata. Ecco perché, a pochi giorni di distanza dalla sua ufficializzazione e a poche settimane dal processo lampo in cui la donna è stata condannata è opportuno provare a riflettere su cosa ci ha insegnato sulla Repubblica popolare il modo in cui questo scandalo è stato gestito.

Per confermare che il sistema giudiziario cinese è tutto fuorché trasparente non c'era certo bisogno di attendere la sentenza del caso Gu Kailai. Per evitare che qualcuno si impossessasse di prove utili a dimostrare che in Cina la legge non è uguale per tutti, l'ingresso in tribunale è stato vietato e ai media nazionali "raccomandato" di non dare troppa enfasi alla vicenda. E sempre per evitare scandali, ai giudici è stato proibito di fare qualsiasi riferimento a Bo Xilai. Di cui da tempo nessuno ha più notizie.

Un dettaglio importante è che questo processo lampo si è svolto "al margine" dei colloqui di Beidaihe, la località balneare a poche ore da Pechino dove da sempre gli alti dirigenti si riuniscono d'estate per decidere a porte chiuse il futuro assetto del potere politico cinese. Una consultazione da cui sembra che i riformisti siano usciti particolarmente rafforzati. E lo dimostrerebbe il fatto che il Guangdong, la regione coordinata da Wang Yang, uno dei politici che, come Bo Xilai fino a poco tempo fa, potrebbe ritagliarsi un ruolo di primissimo piano all'interno del Comitato permanete del Partito che verrà ufficializzato subito dopo il Congresso, dopo aver ospitato la prima zona economica esclusiva, è stato ribattezzato "regione pilota in cui testare l'effetto delle riforme". Quelle che i simpatizzanti della Lega della Gioventù vorrebbero applicare in tutta la nazione. Un risultato che può essere letto in due modi. Da un lato come la conferma che i riformisti di Li Keqiang sono riusciti a riguadagnare terreno all'interno del Politburo. Dall'altro come tentativo di offrire a un uomo che non potrà essere accolto all'interno del Comitato permanente una posizione di rilievo con cui placare almeno in parte la sua sete di successo.

E l'ex segretario di Chongqing cosa c'entra in tutto questo? Beh, a sentire molti analisti la gestione del processo e il nuovo esperimento approvato nel Guangdong dimostrerebbero che il Partito ha finalmente raggiunto un accordo su come gestire il "caso Bo Xilai". La comprensione dimostrata nei confronti della moglie, che ha confessato "di sua spontanea volontà" di aver assassinato l'uomo d'affaro britannico Neil Heywood e di aver commesso "reati economici" relativamente ai quali, avendo "dimenticato" alcuni dettagli, ha invitato gli agenti incaricati dell'indagine a "trarre le conclusioni da loro ritenute più plausibili", lascia pensare che nessuno toccherà mai il marito "maoista". Che evidentemente vanta ancora conoscenze di altissimo livello dato che, con il polverone di polemiche sollevato dallo scandalo che lo ha coinvolto, avrebbe dovuto essere puntito in maniera esemplare. E invece certamente non realizzerà mai il sogno di entrare nel Comitato permanente del partito comunista. Ma non verrà neppure condannato  morte. Anche se, ancora per qualche tempo, solo alcuni membri del Politburo saranno autorizzati a conoscere il destino che gli è stato riservato.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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