E la Svizzera si prepara a un'invasione francese
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E la Svizzera si prepara a un'invasione francese

Le ultime esercitazioni militari di Ginevra hanno ipotizzato un attacco della Francia, prostrata dalla crisi economica e divisa in piccoli Stati anarchici

La Svizzera non va in guerra da circa duecento anni, ma questo non significa che non sia preparata a qualsiasi evenienza, come ad esempio un attacco a sorpresa da parte di improvvisi assalitori.

Ma quello che stupisce è che Ginevra non teme possibili attacchi da fantomatici terroristi provenienti da Oriente, bensì più pragmaticamente si addestra a difendersi da un'invasione dei vicini parenti-serpenti francesi. Incredibile ma vero, se si guarda alle ultime esercitazioni militari svolte (con precisione svizzera) nel mese di agosto.

Lo Stato maggiore di Ginevra ha ipotizzato uno scenario futuro raccapricciante: la Francia, sempre più in ginocchio a causa della crisi economica, decide improvvisamente di attaccare il bottino svizzero, costituito dai conti dei ricchi francesi che, per non pagare tasse esose in patria, hanno deciso di portare i loro averi al sicuro nelle banche del Paese vicino.   

E questa non è fiction ma realtà. Al momento esiste un duro contenzioso tra Svizzera e Francia proprio riguardo ai conti degli "espatriati" parigini, che hanno voltato le spalle alle nuove aliquote decise dal presidente François Hollande e sono scappati a gambe levate. Ma da qui a ipotizzare una guerra e a mettere in campo un addestramento alla difesa ce ne passa, eppure è andata proprio così.

Ad agosto scorso le truppe svizzere hanno combattuto "virtualmente" contro i nemici francesi. I generali dell'esercito di Ginevra hanno immaginato che la crisi economica francese possa generare uno stato di instabilità interna su tutto il territorio d'Oltralpe, con tanto di guerre intestine tra una regione e l'altra e con la conseguente divisione del Paese in piccoli "feudi". Insomma, un salto indietro nel tempo.

Uno di questi Stati-anarchici, denominato nei piani dei militari come Saonia, potrebbe decidere di invadere la Svizzera per riappropriarsi del denaro perduto, mettendo a ferro e fuoco i conti correnti delle cattedrali finanziare di Ginevra.

Una gran fantasia, non c'è che dire, che non ha però mancato di generare ulteriori tensioni tra la Svizzera e la Francia, tanto che i grandi capi dell'esercito svizzero hanno pubblicamente minimizzato la questione, gettando acqua sul fuoco e dichiarando che le esercitazioni agostane erano state previste sin dal 2012, quando non era ancora scoppiata la guerra fiscale tra Parigi e Ginevra.

O, almeno, non era scoppiata ufficialmente, anche se la transumanza dei conti dei ricchi di Francia è iniziata ben prima del 2012, con grande rammarico del governo prima di Sarkozy e poi di Hollande.

E comunque, in Francia storcono il naso. La Saonia è frutto sì di una pura astrazione strategico-militare, ma è anche vero che il governo francese avrebbe bisogno come il pane di tutti quei soldi portati oltreconfine dai ricconi d'Oltralpe.

E su questo fronte (è proprio il caso di dire) la Svizzera non molla. Le sue banche stanno in trincea senza scomporsi e, nel caso di un attacco, ora sappiamo anche che Ginevra sa già come schierare la sua cavalleria e che gli svizzeri non hanno alcuna intenzione di perdere posizioni, né tanto meno conti correnti d'oro. I ricconi francesi che hanno abbandonato Hollande per lidi migliori e aliquote più basse ora possono dormire sonni tranquilli.

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Anna Mazzone