Stefano Galli, per favore, non si ricandidi
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Stefano Galli, per favore, non si ricandidi

Scusarsi e restituire il denaro non basta. Tra poco si tornerà al voto. Sarebbe il caso di sparire

No, però, adesso basta. Non se ne può più. Un capogruppo di Consiglio regionale che mette sul conto del proprio gruppo (cioè nostro) il rinfresco di matrimonio della figlia, una volta pizzicato dovrebbe solo ammettere la verità, scusarsi e… sparire. Quello che assolutamente non dovrebbe fare è continuare a prenderci per i fondelli e brigare ancora per farsi rieleggere.

Parliamo di Stefano Galli, capogruppo della Lega Nord al Pirellone. Quello che stando alle cronache diceva di avere “la coscienza a posto” e ammoniva, da fiero lumbard, a non paragonarlo al laziale Franco “Batman” Fiorito. Galli che alle richieste di lumi sul modo in cui il suo gruppo avesse speso i fondi pubblici, rispondeva: “Non abbiamo nulla da nascondere, ma sono c… nostri”.

Messo alle strette e praticamente all’ultimo giorno di scuola in Consiglio regionale, Galli sulla sua pagina di facebook ha pensato bene di scusarsi dicendo a tutti di avere restituito il maltolto, e chi s’è visto s’è visto. Con parole che sono tutte un programma (elettorale). “Cari amici, vi comunico che ho provveduto a rimborsare interamente a Regione Lombardia le spese sostenute per il ricevimento matrimoniale di mia figlia che erroneamente erano state inserite nella mia personale lista dei rimborsi. Mi rendo conto benissimo che si tratta, nonostante tutto e nonostante la restituzione, di una macchia indelebile su più di 25 anni di politica condotta sempre in maniera onesta e trasparente e che per questo episodio avrò pesanti ripercussioni. Chi mi conosce davvero sa che se avessi voluto arricchirmi avrei accettato le centinaia di migliaia di euro che mi sono state offerte per influenzare appalti di pubblicità negli ospedali lombardi, un tentativo di corruzione che io avevo prontamente denunciato. Non avrei certo rischiato di rovinare la mia vita per 6mila euro”. (I corsivi sono miei).

Ora, queste scuse fanno acqua per svariati motivi.
   •    È saltata la conclusione, forse anche in questo caso per un errore. La conclusione che sicuramente doveva essere: “E per tutto questo ho deciso di abbandonare per sempre l’attività politica, non avendo più il coraggio di ripresentarmi agli elettori”.
   •    Va bene che Galli definisca l’episodio “una macchia indelebile”, ma non si capisce perché sia indelebile “nonostante tutto e nonostante la restituzione”. Cioè, la restituzione non cancella l’errore, si limita a risarcire il danno (solo quello economico, quello d’immagine delle istituzioni è inestimabile) e non si capisce a cosa si riferisca con quel “nonostante tutto”. Nonostante tutto, cosa?
   •    Quale giustificazione può essere mai il fatto che se davvero avesse voluto arricchirsi avrebbe colto le danarose ma disoneste opportunità che si offrono agli inquilini del Pirellone? Come dire: ho sottratto poco e per errore, avrei potuto rubare di più. E, sotto sotto, che sono mai 6mila euro rispetto al bottino potenziale di centinaia di migliaia di euro?
   •    Infine, com’è possibile che le spese del ricevimento della figlia siano finite “erroneamente” nella lista dei rimborsi pubblici? Ci perdoni Galli se abbiamo qualche sospetto sulla sincerità dell’affermazione. Tanto più che stando alle cronache, stavolta televisive, Galli era già intervenuto in una trasmissione giustificando le spese di varie notti in un Four Points by Sheraton, perché altrimenti avrebbe dovuto alzarsi troppo presto per raggiungere da Lecco il Consiglio Regionale (vedi “Il Giorno” di oggi).
Vorremmo suggerire a Galli di tornare serenamente a fare il pendolare perito aziendale e scordarsi la politica. Questo è quello che avverrebbe, conseguenze legali a parte, in qualsiasi paese normale (anche in quelli cattolici nei quali pur vigono la confessione e assoluzione). Non tutte le passioni possono durare una vita, specie se “erroneamente” le tradisci. E basta con le prese in giro, please!

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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