La politica italiana: servirebbe una moratoria
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La politica italiana: servirebbe una moratoria

Conflitti interni e faide nei partiti. Solo 2 sono le personalità che mantengono consenso: Matteo Renzi e Matteo Salvini. Populismi diversi ma efficaci

Ci vorrebbe una bella moratoria sulla politica, sul parlare di politica. Ci vorrebbe che l’Italia tornasse a essere, o diventasse, un paese normale nel quale il dibattito politico fosse ridotto ai momenti elettorali o a quelli che solo i fatti impongono (scandali, decisioni che toccano la vita dei cittadini, eventi emergenziali). E invece leggiamo e ascoltiamo un profluvio di bla-bla sulle faide interne ai partiti, alle correnti di partito, alle frange di queste correnti, a movimenti che vorrebbero trasformarsi in partiti senza tuttavia ammetterlo, a polemiche innescate da chi la dice più grossa.

Non esiste in alcun paese al mondo una simile superfetazione della politica, che oscura le difficoltà di famiglie e imprese, la lotta quotidiana per la sopravvivenza fiscale, fisica (sicurezza) e culturale (l’Italia conta in proporzione il più vasto patrimonio d’arte e cultura ma ne ricava introiti irrisori tra lo sfascio e l’abbandono dei suoi capolavori. Per non parlare del declino delle nostre scuole e Università).

Nessun partito è immune da conflitti interni, avvitamento e progressiva implosione. Nella maggioranza come all’opposizione. In Forza Italia non c’è altro leader che Silvio Berlusconi, che però deve vedersela con le fitte interne di un partito in piena fibrillazione. L’NCD o Nuovo centrodestra di Angelino Alfano soffre la provvisoria collocazione in un governo guidato da un premier (e un partito) "di sinistra". Il Partito democratico, che si è retto finora grazie alle convenienze di potere in quanto principale sigla della maggioranza (e del premier), è attraversato da uno scontro interno alimentato da una minoranza che scalpita ma non riesce a decidersi tra la scissione e la fronda intestina.

Ovvio che in un quadro così disgregato solo le vere personalità riescano a mantenere forza e consenso. In particolare Matteo Renzi, incurante dei borbottii bersaniani, e Matteo Salvini che prosegue la sua campagna sui temi "pancia" della gente: immigrazione e sicurezza. Populismi di segno diverso, ma efficaci. Un po’ di silenzio e decisioni vere non guasterebbe.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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