Piersilvio Berlusconi loda Renzi, panico a "Repubblica"
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Piersilvio Berlusconi loda Renzi, panico a "Repubblica"

Il quotidiano vittima dei mali della vecchia sinistra, quella che il premier ha rottamato (ed è per questo che piace anche al centrodestra)

Dobbiamo tutti sperare che Matteo Renzi ce la faccia. Bisogna tifare per le riforme e per la fretta con qui questo governo vorrebbe realizzarle. Ecco, è più o meno per queste affermazioni, oltre all’elogio di Renzi comunicatore (“Il migliore dopo mio padre”), che Pier Silvio Berlusconi ha gettato nello scoramento “Repubblica” e altri quotidiani. Tutti sbigottiti e un po’ anche scandalizzati dal rampollo del Caimano che “canta le lodi dell’avversario di papà” (titolo di “Repubblica”). La prima domanda che si fanno tutti (gli scandalizzati) è “che cosa c’è dietro?”. Impossibile, infatti, pensare che un Berlusconi, fosse pure Jr., se ne sia uscito dicendo che “io come italiano e come imprenditore sono d’accordo con Renzi, bisogna agire in fretta” o “Renzi merita la fiducia, finora ha realizzato un gran lavoro” e, ancora, “speriamo che possa riuscire nel suo intento che è anche quello di tutti gli italiani: avere un paese e un futuro migliore, la cosa peggiore è deludere le promesse”. 

“Repubblica”, molto semplicemente, parla di “attrazione venale”, perché Mediaset (Pier Silvio ne è vicepresidente) “è pur sempre un’azienda che con il potere politico deve fare i suoi conti”. Quell’elogio non sarebbe che il frutto di “un miscuglio pop che tiene insieme post-familismo e interessi economici”. Segue citazione di tutti gli endorsement a Renzi di personaggi vicini a vario titolo al Cavaliere, da Ennio Doris a Fedele Confalonieri, da Barbara Berlusconi a Marcello Dell’Utri, da Paolo Del Debbio a Lele Mora. Già, perché l’hanno fatto? “L’impressione è che nessuno di loro si sarebbe mai sbilanciato senza aver chiaro ciò che dell’attuale premier pensa il loro idolo”.

Ma è davvero così? Vale proprio per tutti? Berlusconi è davvero “un idolo” per tutti i nomi citati, da Doris a Del Debbio? E poi, dov’è la notizia se Berlusconi stesso ha più volte detto e fatto capire di stimare personalmente Matteo Renzi?

Ecco, l’impressione (mia) è che finché “Repubblica” e, se posso, dire, finché una certa sinistra non la smette di sbigottirsi davanti alle prese di posizione non partigiane e ai giudizi sull’operato dei supposti avversari da parte di chi si riconosce anzitutto italiano, poi anche imprenditore, infine figlio di qualcuno, gli italiani non la smetteranno di pensarsi in perenne contrapposizione fra loro e con tutti, secondo divisioni ideologiche o personali o razziali comunque preconcette. Nel momento in cui tutti ci si dovrebbe rimboccare le maniche e lavorare fianco a fianco per tirar fuori la baracca-Paese dalle secche della crisi e del declino, c’è ancora chi dedica la propria vocazione dietrologica a leggere nelle pieghe di un parere positivo non scontato qualche oscuro interesse economico o “familistico”. Il punto è che Renzi piace anche fuori dal Pd perché ha “rottamato” una sinistra votata alla guerra civile infinita e il tabù dell’anti-berlusconismo viscerale, e così facendo ha ottenuto un consenso di oltre il 40 per cento nelle elezioni europee. 

A quando il risveglio di certi dinosauri dai fantasmi della guerra e dai Muri che non finiscono mai di crollare? A quando l’ammissione che il mondo è cambiato e che si può lavorare ed esser d’accordo sulle cose da fare? Si potrà mai un giorno auspicare il successo del capo del governo per il bene di tutti, senza esser tacciati di opportunismo e post-familismo? 

PS: (che diavolo significa “post-familismo”?)

    

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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