Perché dobbiamo ringraziare Batman
ANSA/ANTONIO NARDELLI
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Perché dobbiamo ringraziare Batman

Il caso Fiorito e le spese folli della Regione Lazio da cui si salvano in pochi

Grazie Batman. Non ti sei limitato a distribuire pani e pesci ai tuoi colleghi del PdL nel Consiglio regionale del Lazio. Non ti sei limitato a considerare e usare la montagna di denaro che vi ha sommersi per unanime decisione del Consiglio di Presidenza del Lazio come un tesoretto al quale attingere per “fare politica”. Grazie, Franco Fiorito detto non si sa perché Batman, ex capogruppo regionale del PdL, perché la politica è la tua missione di vita, vivere per te coincide col fare politica, e quindi è giusto che i soldi per la politica abbiano reso più gradevole la tua vita: scorazzare in Suv per il Circeo, per esempio, oppure anticipare il pagamento di una vacanza da nababbo in Costa Smeralda (19mila euro per una settimana che hanno mandato in tilt persino le tue capienti carte di credito), salvo restituirli - come hai detto ieri a Porro e Telese a In Onda - “qualche settimana dopo”. Grazie Batman, soprattutto per aver reagito al fango gettato sulle tue spese folli, sulla tua allegra gestione dei fondi pubblici, sulla tua missione di vita finanziata da tutti noi, scoperchiando il vaso di Pandora del malcostume e della corruzione morale di molti tuoi colleghi: le feste greco-romane, le spese per oltre 100 persone in ristoranti con capienza da 40, i foto-book, schede e telefonini gratis, ostriche e champagne e via col tango.

Grazie per aver anche detto che “così fan tutti”. Magari gli altri gruppi avevano automobili meno appariscenti del “tuo” Suv Bmw, ma anche loro hanno partecipato a quella che Emma Bonino, candidata mal supportata dalla sinistra e dal PD (e anche per questo uscita perdente nel duello con Renata Polverini per la presidenza della Regione), definisce oggi in una intervista a Repubblica la “Grande Spartizione Inevitabile”. La GSI.

La realtà è che non ci sono vergini in Consiglio Regionale. Tutti sapevano, tutti si spartivano di tutto, tutti non denunciavano nessuno (tranne i radicali). E mentre il Consiglio provvedeva “con sofferenza” a tagliare posti letto negli ospedali e alzare le imposte locali, decideva di destinare 21 milioni di bilancio della Regione per l’“attività politica” dei gruppi, cioè dei consiglieri. Cioè di loro stessi. Centomila euro a testa come dote. Naturalmente, ognuno poi ha speso quei soldi come riteneva, con maggiore o minore correttezza, con maggiore o minore stile. Ma non è questo il punto. L’errore di fondo è che quei denari venivano distribuiti senza alcun obbligo di giustificarne l’uso o di restituirli nel caso avanzassero. Col paradosso che se alla fine risparmi, ti arricchisci. “Non dubito che con quei soldi il PD non abbia fatto festini, magari avrà fatto concerti di musica classica”, dice la Bonino. “Tuttavia non è, come dire, una questione di eleganza. Il nodo è che quei soldi quando arrivano al gruppo vengono utilizzati come fossero di proprietà privata. Sono destinati alle esigenze dei consiglieri, ma non a quelle della comunità. Poi se queste esigenze sono di farsi una biblioteca, pubblicare opuscoli o ingaggiare escort, questo dipende dai gusti, che per definizione sono personali”. La Bonino fa accuse più dirette. Chiedeva trasparenza… E invece. “Molti compagni, anche del PD, mi dicevano vacci piano con la trasparenza”. Avete capito? Il sistema conveniva a tutti. Poi il marcio di un meccanismo assurdo è diventato pubblico solo per le accuse reciproche di consiglieri dello stesso clan PdL, che per un conflitto di potere interno si sono disinvoltamente denunciati l’un l’altro senza valutare le conseguenze della loro idiozia. Per arroganza, naturalmente, più che per stupidità.

Grazie Fiorito, anche alla luce delle parole della Bonino. Sono convinto che alla fine uscirai illeso dalla battaglia legale. Perché non eri marcio tu, ma il sistema. Cioè tutti. Perché il malcostume, lo spreco, l’uso personale, era “autorizzato”, come continua a dire il tuo avvocato Carlo Taormina, quello di Cogne. Ed erano marci, perciò, anche quelli che ora, a sinistra, si dimettono in massa per far cadere la Polverini. Il solito “magna magna” seguito dal solito scaricabarile e tutto rimane come prima. E non saprei che cosa sia meglio, Batman, a tu sì che lo sai, se l’ipocrisia o la mancanza di stile. Perché la peggiore e più subdola mancanza di stile è l’ipocrisia. Altro che toga party.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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