Mose: storia, costi, ritardi
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Mose: storia, costi, ritardi

Dal 1966 ad oggi, tutte le tappe e i costi per la realizzazione dell'opera che doveva costare un miliardo di eruo e ne costerà almeno 6 - Venezia: 35 arresti per il Mose

Modulo sperimentale elettromeccanico, ovvero Mose. E’ quel sistema integrato che dovrà preservare la laguna di Venezia dalle alte maree “separandola” così dai flussi del Mar Adriatico e che ieri, invece, ha travolto e sommerso 35 tra politici, amministratori e imprenditori e indagato oltre 100 persone.

Il Mose e' composto da una serie di barriere costituite complessivamente da 78 paratoie mobili tra loro indipendenti, poste alle tre bocche di porto, che consentono di isolare la laguna dal mare in caso di pericolo. Quando sono inattive restano piene d'acqua e completamente invisibili nei loro alloggiamenti nei fondali dei canali di bocca. In totale verranno realizzate 4 barriere di difesa formate dalle paratoie mobili: due al Lido, data l'ampiezza di questa bocca di porto e la presenza di due canali con diverse profondità, una a Malamocco e una a Chioggia.

Ma come, quando e perché nasce il Mose?

Nel 1966, il 4 novembre, una mareggiata di quasi 2 metri allaga la città di Venezia procurando enormi danni alle abitazioni e ai monumenti storici.

Dopo quasi sette anni, nel 1973, viene varata una Legge speciale che dichiara la situazione della laguna veneziana come situazione di interesse nazionale.

Nel 1975, il Ministero dei Lavori Pubblici ( oggi delle Infrastrutture e dei Trasporti) indice, in attuazione degli indirizzi governativi prescritti dalla legge 171/73, la cosiddetta 'Legge speciale' per Venezia, un appalto-concorso internazionale per "la progettazione e l'esecuzione degli interventi intesi alla conservazione dell'equilibrio idrogeologico della laguna e all'abbattimento delle acque alte nei centri storici". Il bando indicava gli obiettivi da raggiungere mediante una serie di opere possibili, lasciando di fatto ai partecipanti ampia liberta' di scelta rispetto alle soluzioni da adottare. All'appalto concorso parteciparono cinque gruppi di imprese con sei progetti, uno dei quali non venne ammesso.

Nel 1978, il ministero dei lavori pubblici chiude il concorso per l’assegnazione dei lavori per preservare la laguna senza vincitori perché nessun  progetto appare idoneo a risolvere il problema dell’acqua alta. Ma il ministero li acquisisce tutti per poterli elaborare.

Solamente 4 anni più tardi, nel 1982, parte il primo “progettone” elaborato da esperti  e docenti universitari e viene valutato positivamente dal Consiglio superiore dei lavori pubblici.  E sempre nello stesso anno nasce Il Consorzio 'Venezia Nuova', concessionario unico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Magistrato alle Acque di Venezia per la realizzazione degli interventi per la salvaguardia di Venezia e della laguna di competenza dello Stato. Nasce il il 27 ottobre 1982 come associazione di quattro grandi imprese italiane

Nel 2002 arrivano i finanziamenti. Il Comitato interministeriale finanzia il progetto per la realizzazione del Mose con 450 milioni di euro.

Il 14 maggio 2003 iniziano i lavori e nel 2006 il Consiglio dei ministri decide di procedere al suo completamento.  
I finanziamenti da parte dello Stato per la realizzazione del sistema sono oltre il 90% e oltre 80% il lavoro fatto. Il costo complessivo però è lievitato negli anni fino a raggiungere la cifra di 5.493 miliardi.

Ad oggi sono stati già finanziati 5.267 miliardi, di cui 401 milioni assegnati con la Legge di stabilita' per il 2014.

Il fabbisogno residuo e' di 226 milioni di euro.

Il ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, durante la prova delle paratoie mobile avvenuta nell'ottobre scorso, aveva ricordato che il Sistema Mose è un'opera ritenuta prioritaria dallo Stato e indicato che "l'obiettivo tassativo è il completamento entro il 2016". Non solo. Dopo gli arresti del luglio scorso, anche il neo presidente del Consorzio 'Venezia Nuova', Marco Fabris, aveva ricordato che la vicenda giudiziaria non poteva essere confusa con la realizzazione dell'opera.

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Nadia Francalacci