Renzi: quando l'età non fa un programma
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Renzi: quando l'età non fa un programma

Abile ma con poche idee, Renzi è ancora debole

Matteo Renzi è un peso leggero. Non è un giudizio liquidatorio o sprezzante. I pesi leggeri hanno un loro campionato, e Renzi il suo posto in gara l’ha strappato anche con un certo coraggio. Ma la sua leggerezza è in questo: ha grandi abilità, poche idee. Renzi non è andato oltre l’anagrafe. Che è importante, in particolare in un Paese gerontocratico come l’Italia. L’anagrafe senza idee può sembrare perfino una ottima soluzione a una parte sorniona dell’elettorato. Anche dell’elettorato di destra. Flavio Briatore si è portato avanti con il lavoro, incontrando il sindaco di Firenze e facendogli una bella scappellata. D’istinto lo stesso Silvio Berlusconi voleva arruolare Renzi tra le sue truppe. Però sono passati i mesi e il messaggio di Renzi è sempre lo stesso: sono giovane e voglio fare il presidente del Consiglio. Gli accenni al programma, con la storia di Pietro Ichino trasferitosi con Mario Monti, sono sempre più evanescenti. Bisogna accontentare tanta gente, molte sensibilità, anche quelle opposte alle premesse originarie del renzismo rottamatore di postcomunisti, massimalisti, sindacalisti cigiellini. Il messaggio semplice funziona alle Feste dell’Unità o Feste democratiche.

Ma reggerà alla prova del fuoco della politica, di una campagna elettorale, del governo del Paese? La regola è che a suo modo un leader deve avere esperienza, cultura, e deve avere conosciuto il dolore. Non è possibile promuovere l’idillio della giovinezza, e basta. È vero che, senza un Berlusconi faccia a faccia, per Renzi potrebbe essere una passeggiata. Ma non si sa mai.

 I Berlusconi sono tanti nonostante le smentite e la poca voglia di riprodursi in politica, e a logorarsi, quando non si prenda peso, «gravitas», capacità di persuadere oltre l’immagine, si fa presto. Renzi ci sta andando vicino, alla autoconsumazione. Firenze dovrebbe essere il piedistallo, ma a furia di trascurarla come non entità locale può rivelarsi un handicap. È ancora forte, ma in un certo senso è sempre più debole. 

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Giuliano Ferrara