La forza del Meeting di Cl
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La forza del Meeting di Cl

Perchė, a dispetto degli insulti di Grillo l'appuntamento riminese non ha perso il suo smalto

Beppe Grillo le ha chiamate “truppe cammellate” che invadono la “città martire” di Rimini. Ma la verità è tutta un’altra. E il livore di Grillo nei confronti dei gruppi di giovani di Comunione e Liberazione che ogni anno, in piena estate, si ritrovano sulla costa romagnola in quello che davvero è, da sempre, un Meeting con la M maiuscola, si spiega con l’invidia che l’ex comico ligure nutre nei confronti di un movimento grillino ante litteram. Anzi, nei confronti di un movimento vero al confronto con un movimento virtuale. Forse la chiave di lettura del Meeting di quest’anno è che in un panorama confuso in cui governano le larghe intese ma tutto il sistema politico è in fibrillazione e alla vigilia di una ricomposizione globale, la stessa potenzialità di proposta e provocazione dei ciellini si è spalmata in una sequenza di belle e prestigiose iniziative senza un chiaro segno di rottura. Quasi un riepilogo, una passerella, un racconto della macedonia italiana. Comunione e liberazione ha sempre avuto il coraggio di rompere gli schemi, dialogare con gli opposti, riconoscere quello che c’era di buono e valido e intellettualmente onesto a destra come a sinistra e al centro. Di fare politica. E in alcuni momenti della storia italiana, ha anche avuto il coraggio, la spregiudicatezza, di lanciare ponti impossibili. Ricordo, anni fa, il dialogo culturalmente fecondo con i socialisti. E, poi, l’altalena di amore e odio con Berlusconi e ciò che Berlusconi ha via via rappresentato.

La forza del Meeting, rispetto ai fori virtuali e alla disseminazione in rete di meetup sfigati alla Grillo, consiste nella vitalità intellettuale, nel sincero entusiasmo creativo e nel senso di comunità dinamica che sono da sempre gli ingredienti del grande spettacolo del Meeting. Uno spettacolo che non è solo apparenza. Non è show. È realtà, fuoco d’artificio, persone vive a confronto, e provocazione. Spesso anche scandalo nel senso cristiano del termine. Controcorrente. Difforme. Stimolante.

Così è stato anche quest’anno. Superfluo ricordare il numero e la qualità dei protagonisti, sbeffeggiati da Grillo come dive in passerella. La realtà del Meeting sta esattamente dietro le conferenze stampa e gli incontri dei big. Sta nei giovani che lo animano. Nei volontari. Nei percorsi d’arte e di pensiero. Nel rispetto per la tradizione ma anche nella volontà di non dare mai nulla per scontato. Nell’apertura mentale, a dispetto dell’immagine di movimento rigidamente cattolico. Non c’è altro evento nel quale vi sia un’apertura così naturale verso i contributi d’idee. E non c’è altro foro nel quale si dia voce a una così competente attenzione verso ciò che succede nel resto del mondo. Grillo potrà anche tornire i suoi blog sprezzanti, ma la sua resterà, al cospetto dei giovani di CL, un’invettiva insulsa.      

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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