Ligresti: ecco che cosa farò da grande
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Ligresti: ecco che cosa farò da grande

Dopo l’offerta degli australiani per il gruppo di ospedali francesi che controlla dal 2003, il medico imprenditore Antonino anticipa i nuovi progetti. E fornisce per la prima volta la sua versione sulle telefonate con l’ex ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri.

È diventato il re della sanità privata in Francia, poi è arrivata un’offerta molto allettante da parte di un gruppo australiano che lo ha convinto a cedere il controllo di Générale de Santé. E così il medico imprenditore Antonino Ligresti, fratello dell’immobiliarista Salvatore e tornato l’anno scorso sotto i riflettori dei media italiani per le telefonate con l’allora ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, si prepara a un nuovo futuro. Con una sorpresa: in questa intervista annuncia infatti che, "qualora le condizioni lo consentano", intenderebbe reinvestire gran parte del ricavato della vendita della holding che controlla la Générale de Santé (1,9 miliardi di fatturato, 75 ospedali, 19 mila dipendenti e 4.500 medici) direttamente nella stessa Générale de Santé per continuare un’avventura iniziata nel 2003. Questa volta con gli australiani del gruppo Ramsay (7 miliardi di euro di fatturato) e Crédit Agricole Assurances. "Nella holding Santé Sa, che controlla l’84 per cento della Générale de Santé, io ho il 47 per cento circa. Nel 2007 firmai un patto con Dea Capital, che ha il 42 per cento, e Mediobanca, con il 10, che scadeva nel 2014 e che poteva essere prorogato. Avendo ricevuto quest’offerta molto interessante abbiamo deciso di accettarla. Si tratta di un’operazione, al netto dei debiti, dal valore di circa 400 milioni, fermo restando il periodo di esclusiva che scadrà il 6 giugno".

Alla base della decisione di vendere agli australiani c’è il problema dell’indebitamento e la necessità di una ricapitalizzazione?
Le ragioni sono più di una. Intanto la crisi mondiale ha colpito anche noi. Inoltre il governo francese ha ridotto i rimborsi agli ospedali privati per le prestazioni sanitarie. Nonostante questo la società ha reagito bene, è sempre stata in utile grazie a un’attenta gestione e anche a una serie di cessioni. Ma ciò non è stato sufficiente a estinguere il debito aperto nel 2007 con le banche per lanciare l’opa: oggi l’indebitamento dell’azienda quotata in borsa ammonta a circa 550 milioni. Si è quindi creata una situazione favorevole all’ingresso di un nuovo azionista forte.

Quali sono i suoi programmi futuri?
La Générale de Santé è la mia vita, sono un imprenditore e, se le condizioni me lo consentiranno, vorrei continuare a lavorare nella società. Io e i miei collaboratori gestiamo una realtà che non solo è di gran lunga il primo gruppo privato della sanità in Francia, ma è sempre tra i primi anche nelle graduatorie sulla qualità del servizio. Per me sono soddisfazioni enormi.

È possibile che la nuova proprietà punti a fare acquisizioni?
Potrebbe essere: ci sono realtà interessanti in Gran Bretagna, Germania, Spagna... In Italia... Vedremo... parlarne ora però è prematuro.

Che differenze ci sono tra il sistema sanitario francese e quello italiano?
Sono molto simili: entrambi offrono un’assistenza universale ed entrambi hanno il grande problema di finanziare il gigantesco costo del sistema. Però in Francia, per esempio, lo stato rimborsa gli ospedali privati nel giro di soli 4 giorni. E in media la professionalità è più alta, anche se in Italia abbiamo punte di eccellenza.

Avete un ospedale anche in Italia...
A Omegna, in Piemonte: il Centro ortopedico Quadrante, un esempio di buona collaborazione pubblico-privato. Non solo eroga servizi di elevata qualità, ma garantisce anche buoni risultati economici.

Veniamo alla vicenda che riguarda Annamaria Cancellieri: che rapporti ha con la ex ministro e il marito Sebastiano Peluso?
Ci conosciamo da più di 40 anni. Eravamo vicini di casa a Milano, Sebastiano gestiva una farmacia, mentre io svolgevo la professione di medico. Un giorno si ammalò e, dopo essersi rivolto a vari dottori senza risolvere il problema, mi chiamò. Io arrivai alla mattina presto e subito mi resi conto che era molto disidratato. Mi ricordo che con Annamaria andammo ad aprire la farmacia per prendere le flebo. Poi guari e da allora siamo diventati amici. È una amicizia di lunga data.

E che rapporti ha mantenuto con la famiglia di suo fratello Salvatore?
Da 20 anni non ho rapporti né con lui né con la sua famiglia.

Come mai?
Motivi personali.

Il 17 luglio 2013 vengono arrestati suo fratello e le figlie Giulia e Jonella. Lei che cosa fece?
Per me fu un vero shock, ma non feci nulla, non riaprii i contatti con la famiglia di mio fratello.

Risultano sei telefonate tra lei e Peluso tra la fine di luglio e la prima settimana di agosto: di che cosa parlavate?
Ci siamo sempre sentiti, è una cosa normale. Inoltre in quel periodo Annamaria stava male, aveva subito un’operazione alla spalla e continuava ad avere forti dolori. Si parlava soprattutto di questo.

La Cancellieri ha dichiarato che il 19 agosto ricevette una chiamata da lei: andò veramente così?
Guardi, l’ho detto anche ai magistrati: non mi ricordo esattamente se chiamai io, se le lasciai un messaggio o se mi chiamò lei. Sta di fatto che la compagna di mio fratello mi informò dello stato di salute di mia nipote Giulia, che non mangiava da 5 giorni, e aveva manifestato propositi suicidi. Mi sembrò naturale cercare la mia amica Annamaria. La quale mi richiamò per assicurarmi che la situazione era già a conoscenza del Dap che la teneva sotto osservazione. Tutto qui.

Non le sembrò inopportuno chiamare un ministro della Giustizia per avere informazioni su un detenuto?
No, per me non era il ministro ma l’amica Annamaria, che ha dimostrato molto coraggio e umanità in questa vicenda, a differenza di molte persone che forse avrebbero avuto reali motivi di riconoscenza e si sono defilate in un momento di difficoltà. Ora però vorrei farle io una domanda.

Prego.
Io non sono stato indagato e in quei giorni non lo erano né Annamaria né la compagna di mio fratello, tanto è vero che la vicenda è stata archiviata. Ancora oggi non riesco a capacitarmi di come sia uscita la notizia e di come una conversazione privata tra due cittadini sia stata resa pubblica. Per "amore di giustizia" o per altri scopi?

Nel 1997 la condanna per il tragico incidente al Galeazzi che costò la vita a 11 persone e che la spinse a vendere il suo gruppo di cliniche. Poi la tempesta su suo fratello. Ora il caso Cancellieri: che idea si è fatto della magistratura italiana?
In tutte le cose esiste il buono e il cattivo. Io spero sempre che prevalga il buono.

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