Interrogatorio a Berlusconi: un Fatto di inaudita gravità
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Interrogatorio a Berlusconi: un Fatto di inaudita gravità

Ma chi ha dettato al giornale di Travaglio le parole che l'ex premier avrebbe detto ai magistrati durante un interrogatorio che doveva rimanete segreto? Qualsiasi sia la risposta è una brutta pagina nella storia del giornalismo e della magistratura italiana.

Tutto. Contenuti, retroscena. Domande e risposte. Battute e convenevoli. L’interrogatorio di Silvio Berlusconi come testimone davanti ai Pm di Palermo nella caserma della Guardia di Finanza in via dell’Olmata, a Roma, è spiattellato nero su bianco su Il Fatto Quotidiano . Sono bastati due giorni per riportare tutti i momenti salienti di tre ore d’interrogatorio, raccogliere valutazioni e retroscena, e dare alle stampe. Addirittura con un singolare lapsus concettuale del cronista: “Nessuna delle parole dettate a verbale al procuratore Francesco Messineo, all’aggiunto Antonio Ingroia e al sostituto Lia Sava, nemmeno le più inverosimili, sono bastate a farlo passare (Berlusconi, ndr) alla veste di indagato per false dichiarazioni al Pm: nessuna prova immediata della falsità della sua versione a proposito dei 40 e più milioni elargiti a fondo perduto all’amico senatore Marcello Dell’Utri…”.

Come se lo scopo della testimonianza non fosse quello di raccogliere notizie utili all’inchiesta, ma “incastrare” il Cavaliere. E il giudizio sull’interrogatorio e l’annuncio dei successivi passi investigativi (la verifica della testimonianza incrociando le parole di Berlusconi con le “rogatorie, l’esame dei conti correnti, dei flussi finanziari e delle carte consegnate”) vengono pure anticipati dal Fatto. Il tutto senza mai citare una fonte, ovviamente, ma accreditandosi il cronista come interprete fedele delle impressioni e aspettative dei Pm.

Leggendo il Fatto troverete anche la barzelletta sulla mafia che Berlusconi non si è trattenuto dal raccontare ai magistrati. Gli elogi a Ingroia che gli sarebbe apparso “un magistrato affabile ed equilibrato”. Le lamentele sulle spese per gli avvocati. Il comune interesse per il Guatemala, dove Ingroia si trasferirà per l’ONU e dove Berlusconi dice di voler costruire ospedali. E via rivelando, spifferando, spigolando. Spesso tra virgolette. Come se all’incontro vi fosse un ospite invisibile. Un convitato di pietra.

Ecco, siccome è impossibile che sia stato il Cavaliere a parlare con il Fatto (ve l’immaginate Berlusconi a colloquio con Travaglio, a rivelargli per filo e per segno l’interrogatorio?) e siccome è escluso che lo abbiano fatto gli avvocati che “attendevano impazienti fuori dalla porta”, o chiunque altro non abbia seguito tutte le fasi dell’incontro a porte chiuse e a porte aperte, ed è impensabile che sia stato qualcuno dei tre Pm, per ragioni d’ufficio e di riservatezza oltre che di rispetto della legge, c’è da chiedersi dove si sia riuscito a nascondere il cronista. Anche perché parliamo di una caserma della Finanza. Era piegato sotto il tavolo? O forse in un angolo, travestito da tronchetto della felicità? O appallottolato dentro un lampadario? O confuso con la tappezzeria? O in divisa da finanziere, come nei vecchi film di spionaggio? O annidato in un mini-registratore in mano a un fantasma?    

Tanto valeva, invece di incontrare l’ex presidente del Consiglio e leader del Popolo della libertà in caserma, trasformare l’interrogatorio in un Forum nella redazione del Fatto. O in quella di Repubblica, che aveva anticipato la notizia dell’incontro. I toni e lo stile sono gli stessi delle paginate d’intervista incrociata al protagonista, con tanto di convenevoli. Ci tornano alla mente le parole del procuratore Messineo, che aveva citato il “fatto” nei giorni scorsi in relazione alle intercettazioni di Napolitano al telefono con Mancino rivelate da Panorama . Ma era un “fatto” senza la maiuscola: “Il fatto che sia Panorama a pubblicare queste notizie esclude che possano essere uscite dalla Procura di Palermo”. Ora, il fatto che sia il Fatto a pubblicare queste altre notizie sulle tre ore di faccia a faccia tra Berlusconi e i Pm di Palermo, compreso Messineo, che cosa esclude? E, soprattutto, che cosa include?

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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