Agisco pronto a difendere la rete di raccolta della Stato
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Agisco pronto a difendere la rete di raccolta della Stato

La dura concorrenza degli operatori del gioco d'azzardo estero e online rendono complicata la tenuta dei conti dell'Associazione Giochi e scommesse. Le prospettive del settore in un incontro a Roma

 

Anche il settore del gioco sta attraversando, assieme a tanti altri comparti commerciali e produttivi, un periodo di pesante crisi economica dove il nodo che attanaglia i concessionari sarebbe – a detta loro – una furente concorrenza poco leale da parte di esercizi non autorizzati ma titolari, al contempo, di licenza legittima ottenuta in uno dei tanti paesi dell’Unione europea. Una situazione che consente a questi ultimi di operare nella legalità, usufruire di servizi nella nostra penisola ma di versare i tributi nel paese di origine. Ossia dove è ubicata la licenza. E tutto con impegni di spesa vantaggiosi tali peraltro, da offrire ai loro clienti prodotti a costi più bassi e quindi più accessibili. Una questione che si è determinata negli ultimi anni in seguito a un evidente conflitto normativo tra l’Italia e l’Europa alimentato dalla libera circolazione delle licenze ma che, a conti fatti, fa perdere all’erario un cifra che s’aggira intorno a 200 milioni l’anno.

Numeri che fanno il paio con l’entità del settore che raccoglie, in tutt’Italia, circa 3.000 rivendite di scommesse autorizzate con concessioni statali e oltre 4.500 esercizi di scommesse collegati a operatori esteri privi di concessione italiana, della licenza di pubblica sicurezza e che raccolgono indisturbati scommesse sullo stesso territorio nazionale. A questi numeri si allacciano quelli della rete web: poco più di trenta concessionari autorizzati per raccogliere gioco via internet e centinaia di siti e-commerce collegati a operatori privi di concessione italiana. Senza contare l’approdo lento dei concessionari alle scommesse virtuali quando invece nel mondo dei non autorizzati impazzano orami da quasi cinque anni.  “In questo contesto occorre ribadire il ruolo sociale e di garanzia che la rete legale svolge”. Ha ricordato il presidente di Assosnai, Francesco Ginestra, nel corso dell’assemblea che si è svolta questa mattina a Roma e che ha dato vita anche alla nuova Agisco (Associazione giochi e scommesse) che sarà, ancora una volta, guidata da Ginestra.

In questo steso contesto si è tenuta successivamente una tavola rotonda alla quale hanno partecipato rappresentanti del governo e dell’Agenzia delle dogane: impegno comune quello di arrivare a una mediazione. “Un nome, Agisco, che indica il bisogno di fare qualcosa di concreto. Lo Stato non ha messo in atto misure adeguate a bloccare questa situazione. Tutto ciò ha messo in seria crisi le imprese operanti nel settore e a rischio di licenziamento 25.000 addetti del comparto. Ma in crisi – ha chiarito il presidente del sindacato concessionari - sono anche l’ordine pubblico, la fede pubblica e la salute pubblica, ragioni per le quali sono state rilasciate pubbliche concessioni dello Stato Italiano. E’ per questo che Agisco ha dichiarato pubblicamente illegittime le somme pretese dall’Agenzia delle dogane a titolo di imposta unica sui giochi e ne rivendica l’immediata restituzione".

A rappresentare il governo nel corso del dibattito il sottosegretario all’Economia, Alberto Giorgetti, che, in collegamento telefonico, ha subito spiegato: “l’iniziativa di Agisco rientra in momento importante per gli operatori del settore messi alla prova in un periodo in cui fanno fatica a fare il salto di qualità e devono fare i conti con l’opinione pubblica del paese. A oggi il Governo vuole riaffermare il settore, non siamo disponibili a cedere sul fronte dell’illegalità e un possibile smantellamento del settore rischia di aprire nuovamente le porte all’illegalità. C’è la delega fiscale  che consentirà di riscrivere le regole normative di un settore che ha avuto crescita rilevante. Ma ora è necessario uscire da questa fase di stallo. Da parte mia - ha concluso - c’è la piena disponibilità a recepire contributi di Assosnai: dateci una mano a tenere in piedi sistema di gioco in Italia perché c’è il rischio di fare passi indietro".

Passi indietro contro le quali Agisco si vorrebbe scagliare rivendicando un indiscutibile stato di crisi. Obiettivo difficile da raggiungere come fa intendere chiaramente il direttore della centrale normativa dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Italo Volpe intervenuto all’incontro: “La sospensione del pagamento, non vuol dire cancellazione. Quando finisce la sospensione c’è lo stock del debito aggregato, cosa che creerebbe un ulteriore svantaggio agli operatori che potrebbero non avere i soldi per pagare”. Tuttavia uno spiraglio, tempi di realizzazione permettendo, si starebbe aprendo all’interno della delega fiscale: “Ci sono linee guida, tra cui il chiarimento normativo su quali siano i parametri giuridici che consentono di operare legalmente. Teniamo presente che  - ha asserito Volpe – un grande operatore inglese è in Italia da 15 anni ma non ha mai creato problemi. Dunque il problema va cercato nella riduzione dei margini della rete legale causato dalla crisi. Il mercato illegale è nato perché qualcuno lo ha consentito. - ha spiegato Volpe - Mentre gli altri paesi fanno valere i propri interessi, in Italia si è stati più attenti a far crescere il settore e non ci si è posti il problema di rafforzare i confini e definire il mercato legale, senza tollerare quello illegale. E’ possibile - ha aggiunto - che in base ai principi dell’Ue possano esistere due mercati in uno stesso paese, uno con regole onerose e l’altro no? Dunque bisogna chiudere una partita giuridica e giudiziaria a livello europeo per fare in modo che il mercato sia uno solo. Soltanto a questo punto sarà possibile stabilire chi deve stare fuori".

Ora rimane da capire quanto ci metterà la Corte di giustizia europea a esaminare il ricorso presentato dall’Agenzia dogane e monopoli e come il mercato dei concessionari autorizzati riuscirà a sopravvivere ai concorrenti e al web.

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Antonella Aldrighetti