Frontex, la risposta dell'Europa ai barconi
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Frontex, la risposta dell'Europa ai barconi

Ecco quando e perché è nata l'agenzia internazionale che Bruxelles ci indica come soluzione agli sbarchi, ma che finora ha fallito

La Ue si impegna a rafforzare Frontex e la sua task-force nel Mediterraneo. Parola di Cecilia Malmstrom, commissario europeo agli Affari Interni, che ha visitato Lampedusa e ha promesso all'Italia un maggiore sforzo di Bruxelles nel contrastare in modo più efficace l'arrivo dei migranti sulle nostre coste. Ma Frontex cos'è e - soprattutto - come ha operato finora? Ve lo diciamo sin da subito: la risposta a questa domanda è deprimente (per usare un eufemismo).

L'Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea appare come un oggetto misterioso, eppure esiste eccome e ha anche una struttura tutt'altro che leggera, in perfetto stile burocratico-europeo.

Fondata con decreto del Consiglio nel 2004, Frontex ha sede a Varsavia e diventa operativa il 3 ottobre 2005. Sul suo sito si legge che l'Agenzia "aiuta le autorità di frontiera dei diversi Paesi europei a lavorare insieme". 

Cuore decisionale di Frontex è il management board, composto dai rappresentanti delle autorità frontaliere dei 26 Paesi membri che hanno aderito al trattato di Schengen. Più due membri della Commissione europea (attualmente sono l'italiano Stefano Manservisi e la britannica Belinda Pyke).

Si aggiungono al gruppo i due rappresentanti di Regno Unito e Irlanda e quattro Paesi che non sono membri dell'UE (Islanda, Lichtenstein, Norvegia e Svizzera) e che per questo hanno un diritto di voto limitato. In tutto le teste del management board di Frontex sono 34. Per la serie: tutti insieme appassionatamente.

Il direttore è Ilkka Laitinen, finlandese, che è a capo dell'Agenzia sin dalla sua nascita nel 2005. Un incarico deciso a tavolino e confermato anno dopo anno senza soluzione di continuità. Nel curriculum di Laitinen pubblicato sul sito di Frontex si legge che, nato nel 1962, Laitinen si occupa "da trenta anni" di tematiche legate all'immigrazione, dato che a 17 anni è entrato nella guardia costiera finlandese e da lì ha proseguito la sua brillante carriera.

Vice direttore lo spagnolo Gil-Arias Fernandez, classe 1955 e dall'età di venti anni nel corpo delle forze di polizia di Madrid. Il direttore e il suo vice al momento gestiscono uno staff di 280 persone, che, oltre a segretarie e stagisti, include un corposo numero di consulenti. Tutti stipati in un edificio di 23 piani nel cuore di Varsavia. 

Nel 2008 il budget dell'Agenzia è stato raddoppiato, come si può leggere online , arrivando a 70 milioni di euro. Di questa cifra poco meno della metà, circa 31 milioni, sono destinati soltanto alle missioni di pattugliamento delle frontiere marittime, nel Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico. 

Ma nel 2011 Ilkka Laitinen batte cassa, e lo fa attraverso un'intervista al quotidiano tedescoDer Spiegel. E' febbraio di due anni e mezzo fa e al centro delle preoccupazioni dei governi europei ci sono gli sbarchi dei migranti, conseguenti all'inizio della Primavera araba che scuote i paesi del Medio Oriente e in particolari quelli del Maghreb

Il direttore di Frontex chiede fondi maggiori e un incremento dei mezzi messi a disposizione dai Paesi membri. Ad oggi l'Agenzia dispone (oltre al budget per il suo mantenimento) di 26 elicotteri, 22 aerei, 113 navi e attrezzature radar che possono essere impiegate per eventuali respingimenti e in generale per tutte le operazioni di mare.

L'Agenzia opera in tre distinti settori, che corrispondono alla tipologia dei confini: mare, terra e aria. Per mare Frontex controlla porti e incroci marittimi e sorveglia la frontiera. Inoltre, coordina operazioni marittime congiunte per la ricerca e il salvataggio di profughi. Questo è quanto si legge sempre sul suo sito.

Le operazioni terrestri si svolgono attraverso controlli alle frontiere europee e nelle stazioni ferroviarie. In Europa ci sono più di 3.500 chilometri di frontiere orientali via terra, che vanno dalla Finlandia alla regione del fiume Evros in Grecia. Un territorio sterminato, che viene controllato attraverso il coordinamento delle polizie locali. Insomma, non esistono "agenti Frontex", ma solo consulenti strategici che coordinano da Varsavia.

Il team di esperti Frontex confluisce nel Rabit (come coniglio in inglese ma con una b in meno), ossia il Rapid Board Intervention Team. Un contingente sovranazionale pronto a intervenire in qualsiasi momento, o almeno questo è il suo obiettivo.

Ma la rapidità non sembra essere il forte dell'Agenzia, perché - a parte l'operazione Hermes nel 2011 - durante la quale Frontex ha coadiuvato preventivamente l'Italia in vista di arrivi di migranti annunciati da tempo, poi se ne sono perse le tracce. Insomma, il coniglio senza b è zoppo.

Ilkka Laitinen si giustifica sostenendo che è molto difficile mettere d'accordo tutte quelle teste all'interno del Consiglio direttivo, e che per questo l'Agenzia non riesce a essere incisiva e determinante nella soluzione dei problemi. E per ovviare a tutto ciò cosa fa? Chiede un budget maggiore. Evidentemente gli esperti del Rab(b)it per correre hanno bisogno di più carburante.

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Anna Mazzone