Delitto di Firenze: c'è un serial killer?
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Delitto di Firenze: c'è un serial killer?

Seviziata, crocefissa e lasciata morire. Il delitto della prostituta avvenuto nei luoghi del mostro di Firenze e identico ad un altro episodio solo pochi mesi fa

Nuda e in ginocchio. Morta. Le braccia aperte, legate con del nastro adesivo a una sbarra, come una crocifissione. Sui polsi i lividi di chi ha cercato disperatamente di liberarsi. L'anziano che ha trovato il cadavere e' quasi svenuto. Aveva deciso di fare un giro in bici per le vie di Scandicci, i luoghi tristemente famosi per le vicende sanguinose del mostro di Firenze. Poi quel corpo, davanti ai suoi occhi, penzolante da una sbarra: un asse di ferro che serve a chiudere una strada secondaria, che finisce in un campo, sotto il cavalcavia dell'autostrada.

Ma la crocefissione di questa donna romena, una prostituita di 26 anni, non è un episodio inedito per quella zona. Nel marzo 2013 una prostituta venne legata alla stessa sbarra, violentata e rapinata. Non uccisa, però. O meglio, non morì. Qualcuno sentì le sue urla e chiamò i carabinieri, salvandola. Anche stavolta una signora che abita vicino al luogo del delitto ha sentito dei lamenti. Ma non ha avuto il coraggio di uscire di casa per andare a vedere cosa stesse succedendo.

Firenze adesso è piombata nuovamente nel terrore. Si tratta di un maniaco? Di un serial killer? Ha agito da solo oppure erano più uomini? Nel caso della donna ritrovata legata e seviziata nel 2013, la descrizione che fu fatta del colpevole  era quella di un uomo attorno ai 50 anni, basso, corpulento, italiano e con una capigliatura non molto folta che viaggiava su una utilitaria di colore chiaro.

Silvio Ciappi, Docente di criminologia all'Università di Messina, criminologo e psicologo clinico (autore di Serial Killer, Franco Angeli, 1998 ndr) le modalità del ritrovamento del cadavere della prostituta romena fanno ipotizzare il serial killer o lo stupratore seriale? Quali sono gli elementi che possono portare a questa ipotesi?

"Metterei sul campo due ipotesi di fondo. La prima, forse allo stato attuale la meno plausibile, ha a che fare con qualche esponente di una banda organizzata, implicata nello sfruttamento della prostituzione. Si tratterebbe in questo caso di un soggetto che per questioni collegate a regolamento di conti oppure a un fuoriuscito da qualche organizzazione che mettendosi in proprio sta lanciando messaggi precisi a qualche capo dell'organizzazione. L'altra ipotesi, è quella di un sadico sessuale. Nella mentalità del sadico sessuale la vittima è sempre una vittima designata , con precise caratteristiche. La vittima da immolare in questo caso è stata addirittura crocifissa. In molti sadici sessuali perversione e violenza vanno di pari passo. Nella vittima scorgono tutta quella bruttura morale che intendono colpire. Colpendo la vittima colpiscono in questo caso la donna, la prostituta".

Quanti tipi di serial killer esistono?

"Ne esistono diversi. In questo caso il profilo sembrerebbe quello del sadistic murderer, ovverosia del serial killer sadico. Il killer sadico è poi un serial killer organizzato, che sceglie accuratamente la vittima, la pedina, sceglie accuratamente luogo ed arma del delitto, non lasciando niente al caso e di solito non ha precedenti mentali, non si tratta cioè di un soggetto con evidenti patologie psichiatriche. I serial killer si distinguono anche sulla base della localizzazione geografica dei delitti. In questo caso esiste un profilo chiamato profilo geografico che ci permette di individuare il probabile luogo di residenza dell'autore seriale. I serial killer che scelgono un'area determinata dove commettere i delitti costituiscono la maggior parte. Agiscono secondo una logica che riguarda la localizzazione geografica del crimine predeterminata e conosciuta dagli studiosi di geographic profiling".

Quali potrebbero essere le caratteristiche di questo serial killer..

"Questo genere di serial killer utilizzano una sorta di confort zone, cioè adescano la vittima gentilmente, sono garbati nei modi, riescono a dissociare la propria personalità, la violenza è celata da uno strato superficiale di normalità. Spesso si tratta di soggetti traumatizzati ma che riescono a vivere una vita normale. Il comportamento violento si slatentizza all'improvviso per un qualche trauma recente. E la spinta ad uccidere diventa all'ora imperativa".

Il luogo del ritrovamento non è molto distante da Scandicci, dove si sono consumati alcuni degli omicidi attribuiti al mostro di Firenze. Questa è solamente una coincidenza inquietante?

"Si. Una coincidenza, anche se non dobbiamo sottovalutare il ruolo svolto dall'emulazione. In questo caso si tratterebbe di un sadico sessuale, che ha predeterminato ed organizzato il tutto in maniera precisa metodica, ossessiva. Ma la vedo un'ipotesi comunque lontana. La presenza di un'arteria stradale e quindi di vie di fuga nella zona mi sembra la motivazione principale".

Firenze a distanza di 30 anni dall'ultimo omicidio del mostro, piomba nuovamente del terrore.  Il mostro asportava parti del corpo delle donne dopo averle uccise con una pistola. Le sevizie trovate sul corpo della giovane romena possono far pensare ad un omicidio a sfondo esoterico?

"Rimango dell'idea dell'omicida sadico, dove perversione e aggressività si fondono. Il fatto che lo staging (che significa modalità di composizione della scena del delitto) si caratterizza per questa modalità esoterica della crocifissione, fa parte del gioco perverso di questi assassini. Spesso intendono ripulire il mondo dalla schifezza, si propongono un compito preciso, e in questo caso la schifezza sono le donne, il loro corpo. Sono dei missionari che utilizzano il sesso e la violenza per ripulire il mondo dalle sue presunte nefandezze. Si tratta però di individui non affetti apparentemente da patologie mentali e come in questo caso sembrano pianificare accuratamente il delitto".

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Nadia Francalacci