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Ordine di arresto per Madre natura

Tutto il mondo ci ride dietro dopo un verdetto emesso in nome del popolo italiano da un giudice dell’Aquila

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Leggendo la notizia della condanna degli scienziati che non hanno saputo prevedere il terremoto dell’Aquila provo un sentimento di frustrazione, perché una volta di più la magistratura si dimostra quantomeno bizzarra. Invece di prendersela con gli scienziati, rei di avere tutti i limiti che la condizione umana impone, avrebbe dovuto indagare e poi condannare il vero e unico responsabile del disastro: il Padreterno! Ma con l’onnipotenza di certi magistrati vedrete che prima o poi arriveremo anche a questo.
Gianfranco Cervai

Tutto il mondo ci ride dietro dopo un verdetto emesso in nome del popolo italiano da un giudice dell’Aquila. Altro che «rispettare le sentenze», come pilatescamente ha detto Pier Luigi Bersani in beata solitudine dopo la condanna di sette scienziati (tutti componenti della commissione grandi rischi) a 6 anni di carcere oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e un risarcimento di 8 milioni di euro. La colpa degli scienziati è stata quella di non avere previsto il terremoto in Abruzzo del 2009, di avere sottovalutato lo sciame sismico che precedette la grande scossa. Tutti ottimi motivi per meritarsi la condanna per i reati di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.

Dalla California al Giappone, paesi che hanno una certa consuetudine con i terremoti, sono rimasti basiti e increduli. Il non senso della sentenza è evidente: per i componenti della commissione si pretende, da parte del giudice, il dono della capacità divinatoria. Sarebbe bellissimo, se fosse così. Se infatti ci fossero gli strumenti scientifici per prevedere con esattezza data, luogo e portata distruttiva di un terremoto, vivremmo in un mondo meraviglioso. Purtroppo così non è. Esclusa la possibilità di ricorrere al vaticinio del Divino Otelma, non resta che accontentarsi del calcolo delle probabilità, il massimo al momento disponibile su piazza nel campo della ragione e della scienza. Il che già si porta dietro enormi polemiche.

Pensate al recente allarme meteo su Roma. Protezione civile e comune avevano avvisato la popolazione: preparatevi al peggio, barricatevi in casa, non andate a lavorare, issate muraglie per arginare i fiumi. Mancava giusto il consiglio di raccomandare l’anima a Dio. A Roma, poi, non è successo nulla. L’unico diluvio è stato quello delle polemiche contro Protezione civile e comune per avere diffuso «inutile allarmismo». E quindi: sciagurati se l’allarme non l’avessero dato (in caso di alluvione), incompetenti per averlo dato (dal momento che non c’è stata inondazione). Con corollario di conseguenze penali nella prima eventualità, contabili nella seconda: volete che prima o poi un solerte magistrato della Corte dei conti non indaghi per gli sprechi, in nome dell’emergenza preventiva?

Ora immaginatevi un povero scienziato alle prese con un prolungato sciame sismico sull’Etna. Che fa? Al suo posto non avrei dubbi: allerta massima e ordine di sgombero immediato per la popolazione. Tanto, il senso del ridicolo l’abbiamo già superato.

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Giorgio Mulè