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ANSA / CIRO FUSCO
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Nola e l'indecenza della politica

Basta demagogia. Il caso dell'ospedale con i pazienti curati a terra chiede dignità della politica e assunzione di responsabilità

Il caso dell'Ospedale di Nola con le immagini dei pazienti nel pronto soccorso sdraiati e curati per terra è la fotografia di un'Italia illusa, ipocrita e vigliacchetta.

Perché sappiamo che è illusorio pensare di poter contare sulla stessa qualità dei servizi sanitari dalla Val d'Aosta alla Sicilia; è da ipocriti sorprendersi che non è così dopo aver visto un filmato ed è da vigliacchetti scaricare le colpe su tre medici attraverso l'annuncio del loro licenziamento che peraltro non c'è stato.

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A Nola è affiorato appena uno scoglio, non un iceberg ma un piccolo scoglio di quell'oceano che sbrigativamente definiamo malasanità. Non è stata fatta giustizia con il procedimento disciplinare nei confronti dei tre dirigenti: questa spolverata di populismo serve a nascondere un problema gigantesco che riguarda Nola come Napoli, Palermo o Roma.

Lo abbiamo documentato decine di volte con immagini e fotografie vergognose, con le storie di pazienti abbandonati per ore nelle sale d'attesa e con i resoconti tragici di cittadini uccisi per un ricovero negato o per aver concluso la corsa della loro vita dopo aver peregrinato in ambulanza nel tentativo di trovare un posto letto.

A Nola potevamo raccontare un'altra di queste storie perché tra le persone a terra c'era una donna in arresto cardiocircolatorio. Grazie a Dio e al medico che l'ha assistita, in quella condizione da ospedale da campo e certamente non dignitosa, si è salvata.

Intendiamoci: nessuno vuole ridimensionare o, peggio, giustificare l'accaduto. Però evitiamo le scorciatoie pelose e lastricate di demagogia.

La sanità in Campania è un problema enorme: nel 2017 festeggerà i 10 anni di commissariamento, la più recente classifica sui Lea (i Livelli essenziali di assistenza) l'ha relegata all'ultimo posto in Italia con 99 punti quando appena due anni fa erano 139. La realtà è questa e non esiste cinguettio su Twitter o dichiarazione al telegiornale delle 20 che possa smentirla.

Vincenzo De Luca da quasi due anni governa la Campania e non sarà dando - come ha fatto - del "testa di sedano" al commissario o pretendendo dal sodale Matteo Renzi l'abominio, in barba al buon senso prima ancora che alle leggi, di essere nominato egli stesso commissario che risolverà i problemi. In Campania, si sappia, esiste un assessore alla Sanità ed è lo stesso De Luca che ha preteso la delega e l'ha esercitata in pieno con decine di nomine e avvicendamenti nelle Asl (14 in 15 giorni soltanto nel luglio scorso). I proclami che le accompagnarono e la promessa della svolta sono lì, per terra, in un pronto soccorso di Nola.

La finzione mediatica con le battute da avanspettacolo, le espressioni del volto severe e l'intercalare del discorso con pause ad effetto sono materia per la propaganda. La dignità della politica e l'assunzione di responsabilità, queste sconosciute, sono cosa ben diversa.

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Giorgio Mulè