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Cari partiti, l’antipolitica è figlia vostra

Nel nulla della politica canta vittoria il Movimento 5 Stelle e appare come un ciclope Beppe Grillo

LA TUA OPINIONE È UN FATTO
«Indovinala grillo». Si adopera quest’espressione quando si vuole mettere in evidenza l’incertezza di un risultato; quando non si sa come andrà a finire una determinata cosa. Fanfani e Rigutini spiegano così l’origine della locuzione: «Medico Grillo si dice per dispregio a un medico da poco, o da Grillo contadino, divenuto medico per caso, del quale si racconta che teneva tante ricette in casa, e quando andava da un malato, ne pigliava una a casaccio dicendo tra sé: “Indovinala, Grillo” e dandola poi al malato, aggiungeva: “Dio te la mandi buona!”». Chi vincerà le prossime elezioni? Grillo, indovinala.
Lucio Flaiano

Non è necessario svolgere complicate riflessioni per dare il senso di quanto avvenuto con le elezioni in Sicilia. Ne basta una: la gente è delusa ed è stufa marcia, punto. La certificazione di quanto ripetiamo da oltre un anno è arrivata con il voto del 28 ottobre e, soprattutto, con il non voto di oltre la metà degli aventi diritto. La minoranza che ha espresso il presidente della regione (nemmeno il 15 per cento del corpo elettorale) consegna un fuoco fatuo al Pd dove mancano all’appello quasi la metà dei consensi ottenuti nel 2008 (erano 505 mila, sono 257 mila oggi). La ricerca da parte del non
vincitore di alleati per avere la maggioranza che non ha, lo costringerà inoltre ad avventurarsi in partibus infidelium proprio nella nauseabonda palude lombardiana: proprio lì dove il neogovernatore aveva individuato il centro del malaffare politico. Il gattopardesco Principe di Salina, in confronto, rischia di apparire come un grande innovatore.

Nel nulla della politica canta vittoria il Movimento 5 Stelle e appare come un ciclope Beppe Grillo, che per quanto faccia paura a ben vedere è tutt’altro che invincibile. È rozzo, urla, si dimena, mostra i muscoli… Ma gratta gratta è il sottovuoto spinto del nulla. Chi è oggi in grado di renderlo inoffensivo? Non lo è più il Pdl nella versione odierna, sia chiaro. Elettori moderati e nostalgici della folle genialità berlusconiana hanno preferito il letargo dell’astensione piuttosto che aprire gli occhi sulla realtà di un partito (nato come movimento e degenerato nel correntismo) in cerca di identità.

Chi sarà in grado di svegliarli dal torpore? Di qui a poco Silvio Berlusconi, sfregiato dalla sentenza di condanna per frode fiscale, diraderà definitivamente le perplessità legate al suo ruolo nel futuro fronte dei moderati. Ma sono altri, nel solco di un Cavaliere versione anni Novanta e antesignano del rifiuto delle logiche di Palazzo, a doversi fare carico di scrivere una storia nuova. Non sarà Luca Cordero di Montezemolo, prigioniero del suo pendolarismo e dell’indecisione. Tocca ad altri farsi avanti, dentro e fuori il Pdl. Altrimenti l’esercito dei moderati e dei liberali preferirà continuare a fare brutti sogni e restare in letargo.

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Giorgio Mulè