Robledo-Bruti Liberati ed il metodo "Salomone"
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Robledo-Bruti Liberati ed il metodo "Salomone"

Il Csm trasferisce il pm a Venezia in attesa della pensione del capo della Procura di Milano. Chi ci rimette? La Giustizia e gli italiani

La decisione del CSM di spostare per un anno da Milano a Venezia il giudice Robledo in attesa del pensionamento del suo capo Bruti Liberati, con il quale lo stesso ha in corso da tempo una guerra senza esclusione di colpi, è un provvedimento al cui confronto Re Salomone appare un partigiano della Garibaldi. Ed è anche uno dei punti più bassi raggiunti da quest’organo di autogoverno di una istituzione anarchica e autoreferenziale il cui gradimento presso gli italiani è oramai più basso anche di quello riservato ai servizi segreti, un’entità praticamente sconosciuta ai più!
Lo spettacolo indecoroso offerto dalla querelle tra le due toghe milanesi è stato per mesi sotto i riflettori e gli occhi di osservatori più o meno attenti.

Senza entrare nel periglioso merito di ragioni o torti, il solo fatto di avere messo in piazza vizi pubblici e privati dei contendenti ed averli perciò esposti a giudizi non certamente lusinghieri da parte dell’opinione pubblica, avrebbe forse costituito un buon motivo per allontanarli entrambi dai rispettivi incarichi.
Ma, ovviamente, così non poteva essere nell'unico sistema sanzionatorio a “geometria variabile” esistente nel nostro ordinamento, molto sensibile agli umori delle correnti togate e della politica che se ne giova piuttosto che a regole di equità e responsabilità.


La stupefacente soluzione è stata un biglietto di andata e ritorno in prima classe per l’uno e un placido accompagnamento alla naturale scadenza per l’altro.


Sarebbe forse opportuno che ogni giudice spiegasse questo metodo e la relativa metrica prima di pronunciare qualsiasi sentenza “in nome del popolo italiano” verso il quale, sovente, non viene esibita analoga indulgenza. 
E sarebbe altrettanto urgente che il tema della riforma della giustizia occupasse la prima pagina dell’agenda di governo.


In un paese privo di certezze almeno una appare indiscutibile: quando in nome dell’indipendenza si fa abuso sistematico della regola comune c’è davvero qualcosa che va corretto.

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