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Ansa Matteo Alfieri
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Giuliano Giuliani e la lezione di Claudia

Claudia Francardi ha perso il marito, Carabiniere, ucciso da un giovane dopo una rave party ma ora lei stessa aiuta nel suo percorso di recupero. Senza odio

Il pensiero "in libera uscita" su facebook dell'ispettore Tortosa, inaccettabile per forma e contenuti, peggior servizio non poteva fare alla polizia di Stato. Ma ancor piu' biasimabile deve risultare per il fatto di aver ridato voce a personaggi come Vittorio Agnoletto e Giuliano Giuliani, riemersi dall'oblio nel quale, giustamente, li aveva confinati la necessita' di andare, comunque, oltre quella brutta pagina di storia.

Giuliani e' un uomo a cui una qualche comprensione va pure accordata. Non esiste peggior sorte che sopravvivere ad un figlio. Anche se questo figlio si chiama Carlo, giovane antagonista mosso da un istinto violento che, probabilmente, non si sarebbe fatto scrupolo di infierire su un uomo in divisa che vedeva come il nemico da abbattere. Di questo il vecchio Giuliani non si e' mai fatto ragione.

Al contrario, da quel giorno combatte una personale battaglia giustificazionista al di la del bene e del male, oltre a quanto numerose sentenze (ultima quella della corte europea di Strasburgo) hanno stabilito. Non cerca pacificazioni ne' con se stesso ne' con gli altri, magari con quello Stato pure uscito in stato confusionale dai giorni di Genova.

Giuliani, pero', non e' "l'ultimo giapponese" di questa vicenda, un novello Hiroo Onoda al quale e' stato "ordinato di non morire". Giuliani e' la voce di quella guarnigione di rivoluzionari attecchita nelle "formidabili" stagioni della contestazione che non e' mai riuscita a trovare un'accettabile dimensione dell'essere in un mondo che non e' piu' suo, ammesso che lo sia mai stato.

Mentre ascoltavo le parole intrise nel fiele di Giuliani intervistato da Alessandro Milan a 24 mattino, la mia attenzione si e' spostata sulla pagina di un rotocalco che raccontava una storia di dolore per certi versi simile. La storia di Claudia Francardi e Irene Sisi, nomi che a differenza di Giuliani nulla dicono al grande pubblico.

Claudia e' la vedova dell'appuntato dei carabinieri Antonio Santarelli. Era il 25 aprile 2011 quando Santarelli ed un collega fermano una vettura con a bordo 4 giovani dei quali 3 minorenni. Tra loro Matteo Gorelli, 19 anni, il figlio di Irene. Hanno bevuto e forse non solo. Vengono da un rave party e chissà' perché me li immagino molto simili a Carlo Giuliani per modi e stile di vita. Gorelli non ci pensa molto e armato di spranga colpisce con una ferocia inaudita i due carabinieri. Santarelli morirà dopo un anno di coma. Ora Gorelli sconta una condanna a 20 anni presso la comunità Exodus di Don Mazzi. Lavora, studia per laurearsi, cerca di provare a pensarsi ancora vivo. E, paradossalmente, la persona che piu' gli e' accanto assieme alla madre Irene è proprio Claudia Francardi.

Matteo ha tolto tutto a Claudia e suo figlio, un marito, un padre. Eppure questa donna straordinaria ha trovato nella speranza di Matteo il miglior lenitivo per il suo dolore, la ragione di una sua "vita nuova". Le due mamme hanno fondato un'associazione che si chiama AmiciCainoAbele.

Senza nessuna, patetica confusione di ruoli e responsabilità tra vittime e carnefici. Ma certo Claudia ha alle spalle della sua motivazione la famiglia dell'Arma e non quella dell'odio. Probabilmente se Giuliano Giuliani provasse ad intraprendere un simile percorso se ne gioverebbe per primo. E con lui la oggi debole e divisiva memoria di suo figlio Carlo

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