Che pasticcio la legge sull'omofobia
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Che pasticcio la legge sull'omofobia

Questo è un allarme per la libertà di parola di chi non la pensa come me

Il 22 luglio la commissione Giustizia della Camera ha approvato la proposta di legge sull’omofobia proposto da Ivan Scalfarotto (Pd) e un centinaio di altri parlamentari. La proposta di legge prevede la reclusione fino a 1 anno e 6 mesi di reclusione per «chi diffonde, incita a commettere, o commette atti di discriminazione» nei confronti di due categorie: i gay e i transessuali.

La norma vorrebbe insomma allargare all’omofobia e alla transfobia tutti i divieti e le pene attualmente già in vigore in base alla cosiddetta Legge Mancino-Reale, da anni attiva contro chi fa propaganda all’odio razziale, etnico, nazionalista o religioso e che vieta, tra l’altro, ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per i motivi suddetti.

Va detto, innanzitutto, che mentre è chiaro che cosa si intenda per odio razziale, i termini «omofobia» e «transfobia» citati nella proposta di legge hanno un’accezione incerta e comunque ancora non prevista dal nostro ordinamento giuridico. Il loro effettivo contenuto giuridico sarà pertanto determinato dalla giurisprudenza, con evidenti rischi di pronunce radicalmente difformi tra loro.

Un’estensione così ampia della fattispecie incriminatrice chiama però in causa l’articolo 21 della Costituzione, quello che tutela la libera manifestazione del pensiero. In via teorica infatti, pare di capire che se la norma venisse approvata così com’è, un magistrato domani potrebbe decidere l’incriminazione di chi manifestasse pubblicamente e con toni magari un po’ forti un’opinione contraria ai legami omosessuali, al matrimonio tra gay, all’adozione di un figlio da parte di coppie non tradizionali.

Ci sono politici che di queste idee hanno fatto e stanno facendo una battaglia. Esistono anche associazioni religiose e/o politiche con questo orientamento. Il progetto di legge prevede misure severe – sequestro, confisca dei beni, perfino lo scioglimento – nei confronti di quelle associazioni i cui componenti siano condannati dalla nuova normativa.

Insomma, il progetto di legge sull’omofobia partirà anche da premese corrette, se non meritorie. Ma espone il nostro sistema al rischio di una grave compressione del diritto di opinione e di manifestazione del pensiero. Anche se personalmente non condivido le idee di chi si dice contrario al matrimonio tra gay, trovo profondamente sbagliato e pericoloso che sia negato il diritto di esprimerle in base a una norma penale.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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