Il cancro della custodia cautelare
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Il cancro della custodia cautelare

Il 43% dei circa 68 mila detenuti italiani è in attesa di giudizio, mentre la media europea è intorno al 10%

Ma che cosa è diventata la custodia cautelare, quella che un tempo si chiamava con minore ipocrisia «carcere preventivo»? Che cos’è: una forma di pena anticipata che ormai arriva a prescindere dalla colpevolezza dell’indagato? Uno strumento di moderna tortura? La gogna del terzo millennio?

Basterebbero le statistiche a dimostrare che la materia sta subendo una grave patologia, visto che il 43% dei circa 68 mila detenuti italiani è in attesa di giudizio (la media europea è intorno al 10%).

Ma cronache recenti riferiscono alcuni casi eclatanti, vere e proprie anomalie. Il penultimo è quello di Angelo Rizzoli jr, detenuto a 70 anni e affetto da gravi patologie: diabete, sclerosi multipla ed emiparesi spastica da ipertensione arteriosa, insufficienza renale cronica prossima alla dialisi. Rizzoli è indagato per bancarotta fraudolenta, e rischia letteralmente la morte nel reparto detentivo dell’ospedale Pertini. Un paradosso del destino vuole che la stanza di Rizzoli sia la stessa dove il 22 ottobre 2009 morì Stefano Cucchi

L’ultimo caso è quello di Francesco Bellavista Caltagirone, 74 anni. Imprenditore e costruttore, Caltagirone è stato arrestato il 19 marzo su ordine della Procura di Civitavecchia che lo accusa di frodi sul porto di Fiumicino: ora è in una cella di San Vittore. E anche lui è malato. Nel suo caso, in più, c’è un precedente di non poco conto: arrestato nel 2012, Caltagirone ha appena trascorso 9 mesi in custodia cautelare, tra una cella del carcere di Imperia e gli arresti domiciliari, perché accusato di associazione per delinquere e truffa ai danni dello Stato. In quel caso, l’associazione per delinquere era con Claudio Scajola, l’ex ministro dello Sviluppo economico, che però all’inizio del 2013 è stato prosciolto.

Ripeto: nessuno pretende trattmenti speciali per gli imprenditori. La legge deve essere davvero uguale per tutti e l’eccesso di custodia cautelare è uno scandalo che prescinde dalle teste sulle quali si abbatte. Però in questi due casi già l’età dei due indagati pone dubbi sull’opportunità di una detenzione in carcere. È possibile, davvero possibile che non ci siano alternative?

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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