Uzbekistan: il giallo "di stampo sovietico" sulla morte di Karmov
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Uzbekistan: il giallo "di stampo sovietico" sulla morte di Karmov

Le voci sulla morte del dittatore. La smentita del governo che però ammette problemi di salute. Il Paese è a una svolta?

Si infittisce il giallo sulla presunta morte di Islam Karmov, il padre padrone dell'Uzbekistan che governa il Paese asiatico da oltre un quarto di secolo. Secondo l'agenzia di stampa Fergana.ru, il dittatore è spirato alle 15.35 del 30 agosto 2016 dopo l'emoraggia cerebrale che lo aveva colpito questo fine settimana. La voce troverebbe conferma non soltanto tra i gruppi di opposizione all'estero, ma anche sul sito del quotidiano russo Gazeta.ru. L'ultima volta che fu visto è stato in tv, il 17 agosto scorso. Non ci sono conferma ufficiali della sua morte, anzi ci sono smentite da parte del governo, come nella più classica delle tradizioni post-sovietiche e assolutiste, dove la malattia mortale di un semplice Leonida Breznev diventava per mesi un semplice raffreddore.

C'è però un fattore che lascia pensare che qualcosa di vero ci sia in questo misterioso giallo centrasiatico: il fatto che, per la prima volta dacché Karmov è salito al potere ventisette anni fa, il regime è costretto a fornire informazioni sulla sua salute, ammettendo che il presidente si trova  in ospedale in condizioni ritenute stabili dall'equipe medica che lo ha in cura. Secondo Andri Grozin, analista ed esperto di un think tank russo citato da Lapresse, non è un caso che l'ammissione dell'ospedalizzazione di Karmov sia caduta quando manca un giorno soltanto alla celebrazione della festa dell'Indipendenza del Paese, un appuntamento cui il presidente non può in teoria mancare. Un modo per mettere le mani avanti da parte del governo, e mettere a tecere le voci sulla sua eventuale morte, quando Karmov non si presenterà alla festa nazionale. Un modo anche perpreparare una successione che si annuncia nient'affatto semplice e che potrebbe nascondere nuovi e sanguinosi regolamenti di conti tra le persone più vicine al presidente.

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