Lo stupidario online contro Greta e Vanessa
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Lo stupidario online contro Greta e Vanessa

Complottisti, sessisti e squilibrati: tutti uniti (sul web) contro le due ragazze lombarde rilasciate ieri dopo una lunga prigionia

Nemmeno fanno in tempo, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, a tornare in Italia, che c'è già schierato in rete un bel plotone d'esecuzione pronto a sparger veleno, a sollevare sospetti sulla loro storia oppure, nel migliore dei casi, a scivolare nell'insulto triviale e sessista. Non importa se sia fondato, verosimile o palesemente falso quello che scrivono «complottardi» e «sciechimichisti» italiani. Non importa nemmeno circostanziare le accuse contro le due ragazze.

L'importante è lanciare un amo che tanto qualcuno che abbocca si trova sempre. Dov'è la prova che l'11 settembre 2001 si schiantò un aereo sul Pentagono? Dov'è il sangue del poliziotto francese ucciso dai fratelli Kouachi? Chi sono le due cooperanti, se non perfide agenti segrete del governo italiano sotto copertura?  L'Isis? Una creatura occidentale.

Lo stupidario online, in questi casi, è abbondante. Tracima ovunque, come il Bisagno a Genova. E alla fine il confine tra vero e falso si fa sempre più labile, come è labile il confine tra un'inchiesta di Bob Woodward e una suggestione del primo cretino che passa in un'epoca in cui le piattaforme gratuite consentono a chiunque di sparar balle nell'iperspazio, trovando sempre una platea pronta a far da megafono.


Ne scrive stamane, lateralmente, anche Massimo Mantellini su Il Post con un articolo  intitolato Greta, Vanessa, gli imbecilli e Facebook. Dove gli imbecilli sono queli che prima aprono una pagina elegantemente intitolata «Di Vanessa e Greta non ce ne frega un cazzo» e poi, spaventati dalle polemiche e dai commenti palesemente diffamatori, la chiudono in fretta e furia. Le «stronzette di Aleppo», come son state definite da Maurizio Blondet, un ex giornalista di Oggi, Avvenire, Il Giornale e La Padania che qualche anno fa ha scritto l'imperdibile pamphlet «Osama Bin Mossad» e che si autodefinisce  un «cattolico tradizionalista anteconcilio Vaticano II», sarebbero per costoro «scrofe» e «baldracche» che in fondo «se la son cercata».


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Per carità: chiunque è libero di pensare e scrivere quello che più gli aggrada. E, fatti salvi i limiti del buon gusto, è anche giusto interrogarsi sull'opportunità di pagare i riscatti o di andare  a portare aiuti in Paesi come la Siria dove ti può anche capitare di finire nelle mani di una banda di squilibrati che credono in un Allah sanguinario che vorrebbe sterminare tutti gli infedeli.

La questione però è semplice. E ha a che fare con una parolina, rispetto, che è ormai passata di moda. Non è il caso qualche volta di fermarsi prima di sparar fendenti in rete? Non sarebbe il caso di aprire una seria riflessione su come si forma l'opinione pubblica in un'epoca in cui, grazie al web, l'opinione di Umberto Eco sembra aver lo stesso peso di quella di Maurizio Blondet?


Un fotomontaggio apparso sulla pagina Facebook "Di Vanessa e Greta non ce ne frega un cazzo" Facebook

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Paolo Papi