Femminicidio. Così le leggi nel resto del mondo
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Femminicidio. Così le leggi nel resto del mondo

Con il nuovo pacchetto di norme l'Italia si adegua a molti altri Paesi, da Francia e Spagna a India, Giappone e Cina

Il governo italiano ha varato una stretta per combattere il femminicidio e per contrastare la violenza ai danni delle donne, perpetrata sia dentro che fuori le mura domestiche. In base al nuovo pacchetto di norme, i mariti (e conviventi) saranno costretti a lasciare la casa comune qualora esercitino violenza. In più, è previsto l'arresto immediato se il soggetto viene colto in flagrante nell'atto di maltrattare membri della famiglia. Le pene sono più pesanti se i maltrattamenti avvengono davanti agli occhi di un minore e se lo stupro viene consumato ai danni di donne che sono in stato di gravidanza. 

E anche sullo stalking (quella serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che perseguita un'altra persona, generando stati di ansia e di paura che possono arrivare a compromettere la sua vita quotidiana e che, nel peggiore dei casi, possono sfociare in delitti e violenze concrete ai danni del perseguitato), il Consiglio dei ministri ha deciso di percorrere la strada dell'intransigenza e della severità, portando gli anni di carcere massimo da 4 a 5 e allargando il raggio di azione delle situazioni configurabili come reato al mondo di internet e alle persecuzioni a mezzo web (il cosiddetto cyberbullismo). 

Inoltre, esattamente come è già previsto per il delitto di violenza sessuale, il nuovo pacchetto di norme sancisce l'irrevocabilità della querela. Sostanzialmente, la denuncia fatta contro un aggressore resta in piedi anche se viene ritirata in un secondo tempo, e questo - secondo i legislatori - garantirà le parti offese a fronte di condizionamenti e pressioni psicologiche da parte degli eventuali aguzzini affinché ritirino la loro denuncia.

La lotta del governo italiano contro il femminicidio è già realtà in molte altre parti del mondo, sia in Europa (dove esistono leggi ad hoc in Francia, Spagna, Austria, Germania, Gran Bretagna e Olanda) che negli Stati Uniti, in Australia, in Canada, in Giappone e in India). Andiamo a vedere Paese per Paese cosa succede nelle altre legislazioni.

Spagna - Il reato di stalking è stato introdotto nel codice penale nel 1989 e nel 2004 i legislatori spagnoli hanno stabilito l'istituzione di tribunali ad hoc per le violenze che vengono compiute all'interno di una coppia di conviventi. In più, la legge spagnola sostiene l'elemento debole della coppia, fornendo sia un aiuto finanziario che pratico - attraverso l'intervento delle forze di polizia - per permettere alla parte offesa di poter abbandonare la casa comune.

Francia - Con una legge del 2010 vengono stabilite pene severe non solo per chi usa violenza sul coniuge/compagno in termini psicologici e fisici, ma anche per chi abusa verbalmente del proprio convivente, che - se lo ritiene opportuno - può denunciare alle autorità eventuali insulti che gli sono stati rivolti. In modo specifico, sulle violenze fisiche una norma varata a luglio scorso prevede l'immediato allontamento del convivente dal tetto comune e l'irrigidimento delle pene in termini di galera.

Austria - A Vienna la prima legge sulla violenza entro le mura di casa è datata 1996 ed è stata più volte modificata nel corso degli anni. Attraverso lo strumento delle ordinanze di protezione delle vittime (che possono essere emanate anche da tribunali civili) il soggetto violento viene immediatamente allontanato dalla casa comune, disinnescando così il suo potenziale distruttivo. 

Germania - I dati che arrivano da Berlino dicono che solo nel 2011 il 49% delle donne uccise è stato vittima di compagni e mariti violenti. Dal 2002 in Germania vige una legge per prevenire le violenze domestiche e la figura del giudice di Famiglia interviene per evitare il protrarsi di situazioni a rischio che possono compromettere l'esistenza stessa di uno dei due partner della coppia o dei loro figli. Ai mariti violenti viene impedito il contatto con le loro vittime, che - se ne hanno bisogno - possono essere accolte in apposite case comuni. Dal 2008 esiste poi una legge anti-stalking.

Gran Bretagna - A Londra lo stalking è stato criminalizzato nel 1997. Le pene arrivano fino a 6 mesi di detenzione e aumentano se ci si trova in presenza di denunce reiterate. La Corte può anche emanare un ordine restrittivo, che arriva fino a una pena massima di 5 anni di reclusione qualora venga violato.

Scozia - La fattispecie dello stalking non rientra tra i cosiddetti "crimini d'offesa", ma viene comunque gestito come delitto. La vittima può adire le vie legali contro il suo stalker, e una Corte valuta di caso in caso se è necessario emanare ordini restrittivi o, per i fatti più gravi, se comminare la galera.

Olanda - Lo stalking è considerato un crimine punibile con la prigione fino a un massimo di tre anni.

Canada - La sezione 264 del Codice penale canadese, dedicata alle molestie criminali, fa diretto riferimento al reato di stalking. Il pacchetto di norme è entrato in vigore nel 1993, con l'intenzione di rafforzare le leggi a tutela delle donne. Lo stalking viene considerato una sorta di "offesa ibrida", che può essere punita con il carcere fino a 10 anni nel caso di fatti particolarmente gravi. 

Stati Uniti - Il primo stato americano che ha criminalizzato il reato di stalking è stata la California nel 1990, a seguito di numerosi casi accaduti proprio nel Golden State, incluso il tentato omicidio dell'attrice Theresa Saldana, il massacro attuato da Richard Farley nel 1988 e l'omicidio dell'attrice Rebecca Schaeffer nel 1989. Dopo la California, nel giro di tre anni, tutti gli Stati americani hanno seguito l'esempio dotandosi di norme anti-stalking, che prevedono una serie di pene molto rigide, incluso il carcere.

Cina - Nell'Impero Celeste lo stalking è stato espressamente proibito nel 1987 e recentemente la vecchia normativa è stata sostituita da norme più al passo con i tempi che classifica fattispecie che si verificano su internet.

Giappone - Nel 2000, sulla scia dell'omicidio di Shiori Ino, una studentessa universitaria di 21 anni brutalmente assassinata da uno stalker nel 1999, Tokyo si dota di una legge anti-stalking, visto come "un crimine che interferisce sulla tranquillità e la qualità di vita delle persone colpite". Tuttavia, recentemente sono riesplose le polemiche perché la legge, adottata tredici anni fa e mai più modificata presta il fianco a molte critiche e - di fatto - non tutela fino in fondo le donne aggredite. Hotoke tsukutte tamashii irezu Costruire una statua di Buddha senza mettergli dentro l'anima. E' un modo di dire giapponese che significa che è stata costruita una struttura apparentemente utile, ma che poi risulta priva di contenuti e totalmente inefficace Così la stampa nipponica addita la legge anti-stalking del 2000 e continua a fare pressioni sul mondo della politica affinché la modifichi, adeguandola ai tempi e alle minacce della rete.

Australia - Nel 1994 lo stato del Queensland è stato il primo a dotarsi di una legge anti-stalking e contro le violenze domestiche. Le pene variano da un massimo di 10 anni di prigione a una multa nel caso in cui lo stalking sia di bassa intensità. Le leggi australiane hanno una peculiarità. A differenza della legislazione statunitense, le norme australiane non richiedono che la vittima provi di aver sofferto di stress, ansie e paure in seguito all'azione dello stalker. In alcuni Stati, poi, la legge ha una valenza extra-territoriale, ovvero lo stalker può essere portato in tribunale dalla vittima anche se risiedono in Stati diversi.

India - Nel 2013 il Parlamento indiano ha votato emendamenti al codice penale, introducendo il reato di stalking come un'offesa di stampo criminale. Uno stalker può essere punito con il carcere fino a 3 anni nel caso di una prima denuncia, e con pene più severe (fino a cinque anni) nel caso di una reiterazione del crimine. Sono previste anche sanzioni economiche. 

Messico - Nonostante le violenze e gli omicidi sulle donne che occupano sistematicamente le prime pagine dei principali quotidiani internazionali, in Messico il femminicidio tuttora resta impunito e non si configura come specifico reato. La situazione in città come Ciudad Juarez è drammatica e tra il 2010 e il 2012 il Messico è stato il paese dove in proporzione sono maggiormente aumentati gli omicidi di donne. 

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Anna Mazzone