Spy Cables: il Mossad contro Netanyahu sull'atomica iraniana
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Spy Cables: il Mossad contro Netanyahu sull'atomica iraniana

Quando il primo ministro nel 2012 lanciò l'allarme all'Onu, i servizi segreti non credevano che Teheran fosse vicina alla produzione di armi nucleari

Cominciano a circolare i documenti del grande leak dei servizi segreti (gli Spy Cables) che Al Jazeera e il Guardian stanno pubblicando.

Il primo colpo riguarda Netanyahu e la bomba atomica iraniana. In sostanza il Mossad, il servizio segreto israeliano, la pensava assai diversamente dal primo ministro che nel 2012 si presentò al mondo sostenendo che l'Iran avesse completato al 90% il processo di produzione dell'ordigno nucleare.

In un discorso all'Onu Netanyahu mostrò un grafico con una bomba disegnata e sostenendo che nel giro di un anno Teheran sarebbe riuscita a produrla. Il primo ministro israeliano chiese, a quel punto, un intervento per fermare il processo.

I documenti del Mossad - si possono leggere qui -, trasmessi al Sud Africa qualche settimana dopo, sostenevano invece che l'Iran non stava intraprendendo le attività necessarie per produrre armi nucleari.

Una parte del documento del Mossad relativo al programma iraniano per lo sviluppo di armi nucleari. AlJazeera

Netanyahu al Congresso per fermare l'accordo con l'Iran
Una contraddizione rilevante fra la retorica del governo israeliano e le convinzioni dei dirigenti militari e dei servizi segreti, che peseranno sulla missione di Netanyahu negli Stati Uniti, dove, il 3 marzo, parlerà al Congresso.

Il previsto discorso di Netanyahu ha già suscitato frizioni con il presidente Obama, che si è sentito "aggirato" dal primo ministro israeliano che si rivolgerà direttamente all'Assemblea legislativa Usa senza consultarsi con la Casa Bianca.

Obama teme che la retorica aggressiva di Netanyahu pesi negativamente sulle trattative delicate fra l'Iran e le sei grandi potenze sul programma nucleare di Teheran. Il tempo stringe: infatti l'accordo di massima deve essere firmato entro la fine di marzo e quello finale entro giugno.
Il primo ministro israeliano è fortemente contrario a questo accordo, perché teme possa offrire all'Iran una strada agevole alla produzione delle armi nucleari.

L'ex capo del Mossad aveva già espresso in pubblico il suo disaccordo
L'esatta portata di queste rivelazioni non è ancora chiara in Israele. 
In merito, gli analisti ricordano che l'ex capo del Mossad, Meir Dagan (2002-2011), aveva già esposto in pubblico le proprie divergenze di opinioni con Netanyahu sulla gravità della minaccia iraniana.

Aveva polemicamente sostenuto che Israele dovrebbe attaccare quelle infrastrutture "solo se si trovasse con la spada al collo" e aveva previsto (nel 2011) che l'Iran si sarebbe potuta dotare di armi atomiche solo nella seconda metà del decennio.

Opinioni analoghe sono state espresse da un altro ex capo del Mossad, Efraim Halevy.

Gli Stati Uniti e Hamas
Fra i dossier di al-Jazeera e del Guardian ci sarebbero anche tracce di tentativi Usa di intessere relazioni con Hamas. E queste potrebbero invece rivelarsi "munizioni" preziose per Netanyahu nella sua complessa missione in Usa.

Ieri il premier israeliano si è detto stupefatto che i negoziati con l'Iran proseguano malgrado la Aiea (l'Agenzia per l'energia atomica) abbia denunciato tentativi iraniani di nascondere parte dei suoi programmi nucleari. Il prossimo mese, ha previsto, "sarà critico".
Ai suoi ministri non ha comunque lasciato dubbi: "La prossima settimana - ha confermato - andrò al Congresso Usa per spiegare che questo accordo è pericoloso per Israele, per la Regione e per il mondo intero".

(Fonti: The Guardian, Ansa)

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