Quando le prostitute pagano le tasse
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Quando le prostitute pagano le tasse

Anche le escort dovranno pagare le imposte, dice un tribunale della Liguria. Ma come funziona nel resto del mondo?

Quando l'Agenzia delle Entrate ha controllato la differenza tra la dichiarazione dei redditi di una donna di nazionalità rumena e l'ammontare dei suoi conti correnti bancari e del valori degli immobili in suo possesso ha deciso di chiedere il conto. Anche se la donna in questione di professione faceva l'accompagnatrice. Era il 2000 e c'era ancora la lira. Ora, dopo alcuni anni la Commissione Tributaria della Liguria ha dato ragione al fisco. Le escort devono pagare le tasse sui redditi derivanti dalle loro attività. Come tutti gli altri lavoratori autonomi. Non è il primo caso, e non sarò l'ultimo in Italia. La prostituzione non è illecita, ma non è regolamentata. C'è chi ha calcolato che se invece lo fosse, nelle casse dello Stato entrerebbero almeno 10 miliardi di euro in più all'anno. Visto che non è così, nel nostro paese per una escort è più facile evadere il fisco. Mentre, invece, in altre nazioni, è quasi impossibile.

In sette paesi europei la prostituzione è legale e regolamentata (Paesi Bassi, Germania, Ungheria, Lettonia, Grecia, Svizzera e Austria), ma questo non vuol dire che laddove è solo tollerata non debbano essere pagate le tasse.

Le escort inglesi vanno in prigione per evasione fiscale
Donna Asutaitis ha 29 anni e ha iniziato la professione per avere la possibilità di frequentare l'Università di Westminster. Nell'estate del 2012 è stata condannata a 16 mesi di prigione perché si era "dimenticata" di pagare 120.000 sterline al fisco britannico. In due anni, tra il 2005 e il 2007, la donna aveva guadagnato più di 300.000 sterline e non aveva versato un penny all'erario. Quando la polizia è entrata nel suo appartamento di Brompton Road, ha trovato 73.000 sterline in contanti e diversi gioielli regalati dai suoi clienti. Il suo è un caso che ha fatto scalpore perché è terminato con una condanna penale.

In Gran Bretagna le escort che fanno capo a un'agenzia o sono autonome devono pagare le tasse se superano (e questo accade facilmente) un guadagno di 77.000 sterline all'anno, e inoltre, devono onorare la Vat, l'imposta sui beni e sui servizi, che è attorno al 20%. I siti specializzati in consigli fiscali (anche per le escort) -come quello che potete vedere qui - suggeriscono poi di stare bene attenti a non evadere i contributi per il servizio sanitario nazionale. C'è poi chi, invece, suggerisce cosa può essere scaricato dalle tasse o come è meglio comportarsi. "Io faccio massaggi, devo pagare le tasse" - chiede un'utente. "Certo, se non sei iscritta all'albo dei fisioterapisti" - risponde il sito. "Sono lituana, devo pagare le tasse inglesi?" Assolutamente si: "fai business in GB".

Le professioniste olandese in vetrina e sotto gli occhi del fisco
Se andate sul sito di Dreams & Desires, una delle più importanti agenzie di escort di lusso di Amsterdam, trovate, tra le tante foto e inviti, anche una rassicurazione: paghiamo le tasse al fisco e siamo registrati alla Camera di Commercio olandese. "Siamo legali al 100%". Giusto. Il mestiere più antico del mondo ha trovato nei Paesi Bassi il primo paese europeo che lo ha reso legale.

Le Sex Workers .- che lavorano presso agenzie, case chiuse, o nelle vetrine delle zone di tollerenza - sono protette da un sindacato (se vogliono), possono chiedere assistenza alle strutture pubbliche e ovviamente danno una parte dei loro guadagni al fisco. Pagano tasse sia sulle entrate annuali sia sulle singole prestazioni. Nonostante la regolamentazione, l'evasione fiscale è abbastanza alta. Anche perché non tutte lavorano in strutture riconoscibili. Così, se il giro d'affari dell'industria del sesso a pagamento è quantificabile attorno ai 600 milioni di euro all'anno, in realtà è difficile fare una stima rispetto alle entrate del fisco derivanti da questo settore

Le prostitute pagano gli amministratori locali in Germania
Una sentenza che ha reso felici i sindaci tedeschi. Ai primi di maggio, la Corte dei Conti Federale tedesca ha deciso che anche le prostitute autonome dovranno pagare le tasse. Prima erano costrette a farlo solo quelle che lavoravano presso le agenzie o case chiuse, ma dopo che il tribunale di Monaco di Baviera ha dato torto a una donna che nel 2006 aveva dichiarato 38.000 euro di incasso annuale come reddito ulteriore e che, invece, il fisco aveva classificato come introiti da attività professionale, e quindi tassabili con una certa aliquota, ora tutte le sex workers tedesche dovranno versare la loro parte di contributi alla comunità.

Legale dal 2002 in Germania, la prostituzione viene tassata a livello sia di lander sia a livello di città. Colonia, la prima ad introdurre un'apposita tassa, nel 2006 ha ricavato quasi 900.000 euro dall'imposta. Berlino fa pagare una cifra forfettaria di 30 euro a notte per prostituta per impedire l'evasione fiscale. Bonn invece ha imposto un ticket notturno di 6 euro. Secondo alcuni economisti, se i controlli fossero più rigorosi e tutti i componenti dell'industria del sesso pagassero le tasse, le entrare per le casse dello stato sarebbero di almeno un miliardo e mezzo di euro in più all'anno. Sono i funzionari del Finanzamt, l'ufficio delle imposte, a guardare gli annunci sui giornali delle escort, a uscire e a controllare dove esercitano, a fare controlli incrociati delle dichiarazioni dei redditi. Sarà anche per quello che i conti di Angela Merkel sono in ordine?

Negli Stati Uniti consigli per evitare di fare la fine di Al Capone
La prostituzione non è legale negli Usa, a parte in Nevada. Ma questo non significa che chi la pratica non debba pagare le tasse. Dating, un sito specializzato, consiglia vivamente le escort che si rivolgono alle sue pagine telematiche di mettersi in regola con il fisco. Per evitare guai con la giustizia. Come è capitato a una coppia di Salt Lake City, titolari di un'agenzia di escort, finiti i n prigione per avere evaso quasi mezzo milione di dollari in tasse nel 2012. Dating consiglia di non farsi abbagliare dal fatto di trovarsi con del cash in mano. Tanto, se hai una macchina di grossa cilindrata , un appartamento e qualche gioiello, gli agenti del fisco ti trovano. E, poi, dicono, c'è la possibilità di dedurre un sacco di spese dalle tasse: vestiti, scarpe, ma anche gli scontrini di bar e ristoranti. Senza però arrivare al caso limite di quell'avvocato di New York che aveva fatto causa all'agenzia delle entrate perché non erano stati considerati deducibili come spese mediche 100.000 dollari che lui aveva speso in prostitute, film e gadget pornografici che - diceva - facevano parte della sua terapia sessuale.

Il giro d'affari della prostituzione negli Usa è calcolato attorno ai 14 miliardi di dollari all'anno. Difficile, se non impossibile sapere quanto entri nelle casse federali. Più facile capirlo in quelle dello stato del Nevada, dove è legale. Ci sono 28 case di tolleranza e le circa 300 ragazze registrate sono a contratto, ma pagano direttamente loro le tasse all'IRS, l'agenzia del fisco federale. 

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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