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Profughi: perché la Merkel ha cambiato idea

Da paladina dei migranti siriani a "nemica" del trattato di Schengen: le ragioni che spiegano la svolta del governo tedesco

La decisione di Angela Merkel di introdurre controlli più rigidi alla frontiera con l'Austria per fermare la fiumana di profughi diretti in Germania può apparire come un dietrofront. Una svolta aU, in termini di immagine, dopo aver professato compassione e accoglienza nei confronti di migliaia di persone in fuga dalla guerra. In realtà, la decisione di Berlino è figlia della pressione  che i governatori dei Land e delle comunità locali hanno fatto nei confronti del governo centrale, per evitare che l'accoglienza finisse per gravare soltanto sulle loro spalle. Angela Merkel ha una capacità rara di cogliere i cambiamenti dell'opinione pubblica e della politica e non se l'è fatto ripetere due volte. Doveva insomma dare un segnale, per togliere argomenti alle forze populiste che sul no ai profughi stavano cercando di rialzare la testa.

Secondo Politico, un noto sito americano di approfondimento, c'è anche un'altra ragione che spiega il cambiamento di strategia del governo tedesco. La cancelliera infatti, scrive Politico, è abituata a ponderare, anche per mesi, qualsiasi opzione prima di prendere una decisione definitiva. Una delle poche volte in cui ha ceduto al pressing dei media è stata quando, dopo il disastro di Fukushima, ha deciso di abbandonare il programma nucleare tedesco, pentendosene poi qualche mese più tardi. La decisione di aprire le porte ai profughi, mostrando il suo volto compassinevole dopo essere stata dipinta come un sergente di ferro dal cuore di ghiaccio per come ha gestito la crisi greca, ha colto di sorpresa gran parte dei dirigente del suo partito e anche molti amministratori dei Land che governa.

L'accoglienza che il popolo tedesco ha tributato a migliaia di profughi siriani a Monaco di Baviera le è servito per liberarsi di quell'immagine di matrigna europea che le era stata cucita addosso. Ma dopo, ottenuto il successo d'immagine, sia internamente che all'estero, è giunto il momento della ponderazione, dei limiti, come le hanno sollecitato gli stessi amministratori della Csu bavarese. I profughi, le hanno fatto capire, sono troppi. La Germania - con una stima di un milione di profughi cui darà accoglienza fatta direttamente dal vicepremier Spd Gabriel - è già il Paese Ue che più di tutti contribuisce ad accogliere i migranti. C'è poi un'altra questione che ha contribuito a far cambiare idea ad Angela Merkel:  il rischio di inimicarsi i Paesi dell'Est europeo, i più contrari ad accettare le quote stabilite in sede Ue.




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Paolo Papi