Pakistan, ancora un attentato ai cristiani. E scoppia la rivolta
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Pakistan, ancora un attentato ai cristiani. E scoppia la rivolta

I kamikaze, appartenenti a un gruppo legato ai talebani, hanno provocato 15 morti in due chiese. Le foto delle proteste

Nuova strage di cristiani in Pakistan: kamikaze talebani hanno preso di mira due chiese a Lahore, uccidendo 15 fedeli che assistevano alle messa e ferendo altre 78 persone, di cui 30 in modo grave. L'attacco è stato rivendicato da Jamaat-ul-Ahrar, un gruppo integralista legato ai talebani e che ormai fa concorrenza all'Isis che sta reclutando molti giovani nel sud del Paese. Un altro attentato contro un terzo luogo di culto è fallito.

La sequenza degli attacchi
Gli attacchi nella capitale dello Stato orientale del Punjab sono avvenuti a pochi minuti di distanza e hanno preso di mira la chiesa cattolica di San Giovanni e la vicina Chiesa di Cristo, anglicana, gremite rispettivamente con 800 e più di mille fedeli. Nella chiesa cattolica il bilancio sarebbe stato molto più pesante se non fosse stato per l'intervento di due poliziotti e di giovani volontari di guardia all'ingresso, che si sono sacrificati per sbarrare il passo al kamikaze

La vendetta della folla
Dopo le scene di panico ed il fuggi fuggi seguiti alla duplice esplosione, una folla di manifestanti furiosi per l'accaduto si è impossessata delle strade della città, sottraendo fra l'altro a forza alla polizia due sospettati di aver collaborato agli attentati, che sono stati torturati in strada e bruciati vivi. Alcune migliaia di persone esasperate e armate anche di mazze si sono dirette verso Ferozpur Road dove, in un gesto insolito per la pacifica comunità cristiana locale, hanno danneggiato vetrine di negozi ed auto in sosta, assaltando anche una stazione del nuovo servizio urbano di Metro-Bus. Molte centinaia di dimostranti sono scesi in piazza per molte ore anche in varie altre città (Peshawar, Faridabad, Multan e Quetta) ed a Karachi, nel sud del Pakistan, dove sono stati incendiati pneumatici per bloccare una via di grande scorrimento. Le autorità cristiane pachistane hanno decretato tre giorni di lutto per le vittime provocate dai talebani, mentre domani resteranno chiuse tutte le scuole cristiane del Punjab. 

Il dolore del Papa
"Con dolore, con molto dolore - ha detto il Papa all'Angelus - ho appreso degli attentati terroristici contro due chiese cristiane a Lahore in Pakistan, che hanno provocato morti e feriti, sono chiese cristiane, i cristiani sono perseguitati, i nostri fratelli versano il sangue soltanto perché sono cristiani". "Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e le loro famiglie, - ha aggiunto - chiedo dal Signore, imploro dal Signore, il dono della pace e la concordia per quel Paese, e che questa persecuzione contro i cristiani che il mondo cerca di nasconderla finisca, e ci sia la pace". 


Pakistan: strage di cristiani. 15 morti

Una lunga storia di violenze
I cristiani sono quattro milioni in Pakistan, dove il 97% dei 180 milioni di abitanti è musulmano, un dato numerico secondo solo all'Indonesia. Tra i musulmani c'è un 20% di sciiti che sono vittime di attacchi ma sempre più spesso nel mirino c'è la minoranza cristiana con attentati, persecuzioni e accuse di blasfemie.

L'episodio più grave risale al settembre 2013, quando due kamikaze si fecero esplodere in una chiesa di Peshawar uccidendo 81 cristiani. Ci sono stati casi emblematici della violenza contro i cristiani (di cui un milione sono i cattolici), come quello dei coniugi Shahzad Masih e Shama Bibi, che a Qasur, città del Nord Pakistan, sono stati ingiustamente condannati a morte per blasfemia e arsi vivi in un forno per mattoni. La donna era anche incinta. Oppure il calvario di Asia Bibi, la 44enne del Punjab che ha già trascorso più di 2.000 giorni in carcere dopo un'assurda condanna a morte per aver offeso il profeta Maometto.

In Pakistan sono molto frequenti le condanne a morte per blasfemia, gli espropri ai danni dei cristiani, le devastazioni delle abitazioni e le discriminazioni sociali. 

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Proteste a Lahore, Pakistan, dopo il doppio attentato suicida in due chiese, 15 marzo 2015

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