Chicago: fare pizze a 20 gradi sotto zero
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Chicago: fare pizze a 20 gradi sotto zero

Un ristoratore italo-americano alle prese con il vortice polare. Come sopravvivere e tentare di fare affari nel gelo della città sulla riva del Lago Michigan

La risposta al telefono è in inglese. Poi, quando ti presenti, parte l'italiano. "Ma quanti gradi avete a Milano?"

Poteva chiedere qualche cosa di diverso, il nostro interlocutore. Poteva farlo? Da uno che parla da uno dei posti più freddi al mondo, dopo la Siberia e i Poli, ma, in questo momento, forse, nella speciale classifica, addirittura prima di alcune località dell'Alaska, non poteva essere altrimenti.

Stiamo meglio di voi, sicuramente...

"Beh, ma qui, oggi, rispetto agli altri giorni fa più caldo. Non è il freddo che siamo abituati a sentire abitualmente nei mesi tra gennaio e marzo, ma solo rispetto a ieri, si inizia a ragionare".

La nonna di Dino, proprietario del ristorante italiano Dinotto, 215. West North Avenue, è italiana, ma lui dopo poche battute ripassa all'inglese.

"Come è stata? Dura, molto dura. Non potevi stare più di un minuto all'aria aperta. Ghost City, una città fantasma. Nessuno per le strade. Io al massimo facevo dalla porta di casa alla macchina, dalla macchina al ristorante, dal ristorante alla macchina. Uno, due minuti, se no poi ti sentivi congelare. Ora va un poco meglio..."

Tutti dentro il suo ristorante, dunque...

"Ho provato a fare il business. Abbiamo mandato mail a tutti i clienti abituali, a tutti gli uffici vicini, a numerosi indirizzi della zona. Abbiamo promesso zuppa calda gratis per chi veniva da noi e altri piatti caldi. Ma si è vista pochissima gente...".

Perché?

"Tutti chiusi in casa. Glielo detto: Ghost City. Mai visto un deserto del genere, mai vista una cosa del genere In compenso abbiamo triplicato le consegne a casa. Il telefono ha squillato in continuazione..."

Consegne in macchina...

"Certo, mica potevi andare a piedi o in moto. Abbiamo approntato un'abbigliamento speciale per i nostri dipendenti. Sembravano astronauti. O dei piloti. Erano velocissimi ad entrare in auto. ma poi non volevano uscirne"

Quindi, alla fine il business ha funzionato?

"Insomma, abbastanza, non possiamo lamentarci. Sa, qui era tutto chiuso. Da noi, in genere, la gente si ferma fin verso le dieci di sera. In questi giorni, il locale alle nove era vuoto. Fuori, non ne parliamo. Scuole chiuse, uffici pubblici chiusi, strade con qualche rarissima macchina. La gente è rimasta a casa. Ad aspettare."

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Abbiamo visto le foto di decine di persone che prendevano la metropolitana

"Pazzi, io non l'avrei mai fatto. Come stavi all'aria aperta, ti congelavi. Erano costretti, probabilmente, dal lavoro. Molte società non hanno chiuso"

E anche le foto del Lago Michigan...

"Belle, vero. Tutto ghiacciato. Le hanno i fotografi delle agenzie. Io non no visto gente normale, curiosi o turisti andare sulle sponde del lago. Nessuno si è avventurato. Troppo pericoloso. Un inferno bianco, tutto ghiaccio."

Allora, il peggio sembra passato...

"Pare di si, ma non sappiamo cosa accadrà nelle prossime settimane. Abbiamo paura che ricominci".

Beh...lei è attrezzato: zuppe calde a go go...

"Si, certo. Venga ad assaggiarla..."

Certo. Grazie dell'invito. Controllo le previsione del meteo su Chicago e poi ci faccio un pensierino...Bye Bye

 

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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