Legge sull'immigrazione, Obama va avanti senza il Congresso
News

Legge sull'immigrazione, Obama va avanti senza il Congresso

Il presidente vuole mettere un'opzione sui milioni di possibili voti in ballo nella partita per la riforma dell'immigrazione. Se il Congresso non farà la maxisanatoria, la farà lui

L'intesa sarà anche bipartisan tra democratici e repubblicani, ma, in realtà, sull'immigrazione, la competizione è molto forte tra Casa Bianca  e Senato.

Barack Obama vuole essere il padre della riforma che  consentirà a quasi 11 milioni di immigrati di regolarizzarsi, e, in prospettiva di diventare così cittadini – ed  elettori - americani. E ora,  i repubblicani – tutti, a parte i più conservatori  e il Tea Party – non vogliono rimanere dalla parte sbagliata della Storia. Hanno capito che se il presidente porta a casa da solo questa  riforma, i democratici saranno destinati a rimanere alla Casa Bianca per  i prossimi 20 anni e loro, già in crisi in un'America che è già così cambiata dal punto di vista sociale, rischiano invece addirittura la  sopravvivenza politica.

Così, a dispetto dell'intesa trovata dal Comitato degli Otto al  Congresso, nel suo annunciato discorso a Las Vegas (nove ore di volo tra andata e ritorno per parlare in questo stato, il Nevada, simbolo della penetrazione dell'immigrazione latina negli Usa), Barack Obama ha applaudito con prudenza all'accordo trovato a Capitol Hill. Al contrario, Obama –  come ha fatto sul Fiscal Cliff – ha deciso di adottare la tattica dell'appello, del monito al Parlamento, lanciato di fronte e in nome dell'opinione pubblica; ha esortato Camera e  Senato a varare in breve tempo una legge: se no - ha detto - presenterò una mia proposta. "E' giunta l'ora'', ha detto più volte Obama davanti alla platea.

Non ha voluto scoprire al carte, ma secondo  alcune indiscrezioni, il suo disegno di legge potrebbe contenere alcune norme per l'unione delle coppie gay, con la regolarizzazione dei partner stranieri di cittadini  americani che vogliono entrare – o sono già entrati - negli Usa per  vivere.

Il messaggio del presidente è stato molto chiaro: dopo 10 anni di scontri e di tentativi falliti, la riforma deve ora vedere la luce. E lui vuole rivendicarne la paternità, in ogni caso.

La maggioranza di immigrati che verrà beneficata dalla riforma è di origine latina. Minoranza che ha votato Obama nelle ultime elezioni, così come hanno fatto gli afroamericani e gli americani di origine asiatica. I  repubblicani puntano a recuperare il gap soprattutto con gli ispanici, gruppo etnico destinato a crescere sempre di più dal punto di vista numerico nei prossimi anni. Non è un caso che nel comitato  degli otto del Congresso abbiano preso parte due pezzi da 90 del GOP.  John McCain, ex candidato alla presidenza del 2008 e senatore  dell'Arizona – stato di frontiera per l'immigrazione – e Marco Rubio,  astro nascente del partito, senatore della Florida.

L'accordo che hanno raggiunto con i democratici equivale a una maxi  sanatoria. In cambio i repubblicani hanno ottenuto maggiori controlli alle frontiere, con l'utilizzo dei droni per monitorarle ed evitare l'afflusso di nuovi clandestini.

Chi da tempo vive da irregolare negli Usa deve dimostrare di essere a posto con le tasse, di saper parlare inglese, di conoscere la Costituzione e avere un impiego e una storia lavorativa regolare. La bozza bipartisan prevede inoltre lo stop alle deportazioni, l' accelerazione dell'iter verso la cittadinanza dei lavoratori stagionali dell'agricoltura e di chi e' arrivato negli States quando era solo un bambino, la concessione della Green Card per  tutti gli immigrati che ottengono presso le università americane la laurea  in matematica, ingegneria e scienze, e l'assegnazione del visto ai lavoratori specializzati.

E'l'America del Futuro. Obama vuole mettere un'opzione (sua e del partito democratico) sui milioni di voti che sono in ballo con questa maxisanatoria. I repubblicani si sono accorti che stare fuori dalla partita, per loro, vorrebbe dire andare incontro a sconfitte elettorali sicure negli anni a venire.

I più letti

avatar-icon

Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

Read More