L'Nsa ti uccide con la scheda SIM
Centro di controllo e guida dei droni (Getty Imagines/ Nigel Roddis)
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L'Nsa ti uccide con la scheda SIM

L'agenzia di sicurezza partecipa al programma di omicidi mirati dei terroristi. I droni colpiscono dove è il telefonino. Ma non sempe c'è il proprietario

La National Security Agency partecipa al programma di omicidi mirati dei terroristi islamici portato avanti dalla Cia e dal Pentagono. Attraverso il sistema di sorveglianza riesce a risalire alla scheda SIM di un leader di Al Qaeda o dei Talebani, a localizzare dove si trova il telefonino e a trasmettere le coordinate per colpire con un drone o con un raid notturno delle forze speciali.

La questione è che i terroristi sanno di questa procedura e non si tengono le loro schede SIM, ma le distribuiscono agli altri guerriglieri, ai loro parenti o amici, per depistare gli americani. I quali, a loro volta, non fanno controlli diretti sul terreno, ma sempre più spesso si limitano ad avere un doppio conferma dalla Nsa sul numero localizzato prima di procedere con uno strike. Il risultato? Decine di vittime civili. Perché spesso laddove c'è il telefonino, non c'è il suo proprietario, ma qualcuno d'altro: a volte, purtroppo, donne e bambini.

Una nuova Gola Profonda della Sicurezza americana

Le rivelazioni sul sempre più fondamentale ruolo della National Security Agency negli attacchi dei droni sono state fatte da Glenn Greenwald in un articolo dell'Intercept. Il giornalista che per primo ha raccolto le confidenze di Edward Snowden, ora scopre un'altro lato (oscuro) dell'attività del Grande Fratello Americano. E, inoltre, mette in imbarazzo Barack Obama, il quale aveva sempre assicurato che i raid contro i terroristi venivano effettuati dopo attenti controlli e verifiche incrociate per evitare vittime innocenti.

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E', invece, non sarebbe così. Il programma di omicidi mirati della Cia e del Pentagono, al contrario, si baserebbe molto di più sulla capacità della Nsa di localizzare le SIM appartenenti ai terroristi piuttosto che sull'opera di intelligence sul terreno, con agenti infiltrati e informatori in grado di verificare se in quella certa casa, in quel determinato momento ci sia effettivamente uno degli obiettivi che il presidente Usa ha autorizzato a eliminare oppure qualcuno d'altro.

Greenwald, oltre ai documenti che gli sono stati passati da Snowden, cita le testimonianze di due persone: un ex militare, del Comando Congiunto delle Operazioni Speciali, addetto a guidare i droni sul bersaglio, e Brandon Bryant, un ex ufficiale della U.S. Air Force che da tempo è uscito allo scoperto e ha fatto delle pubbliche denunce rispetto agli omicidi mirati.

Dopo sei anni in servizio attivo sui droni, dopo aver partecipato all'operazione in cui è stato ucciso Anwar Al Awlaki, il capo di Al Qaeda in Yemen, metà yemenita, metà americano, e suo figlio sedicenne, Bryant, nello scorso ottobre, ha deciso di deporre di fronte alla Commissione dei Diritti Umani dell'Onu per spiegare i segreti del programma di omicidi mirati. Da quel momento è diventato uno dei più forti oppositori della politica di sicurezza di Barack Obama.

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Che Geo Cell, come è chiamato il programma della Nsa per localizzare i telefonini, sia diventato uno strumento di morte per molti innocenti, l'ha spiegato anche il pirmo testimone, l'ufficiale del Joint Special Operations Command, descritto da Greenwald come uno personaggio tanto rilevante quanto lo sono stati Edward Snowden e Bradley Manning. 

Quasi 300 civili uccisi

E'vero - dice l'ufficiale - che il programma di sorveglianza ha avuto degli aspetti positivi, perchè ha impedito attentati e attacchi alle truppe americane in Afghanistan, ma è anche vero che il prezzo pagato è stato molto alto. I leader di Al Qaeda e dei Talbani hanno a disposizione a volte anche 10, 15 SIM telefoniche che non tengono con loro, ma che - spesso - distribuiscono a caso ai loro guerriglieri. In questo modo, loro si proteggono. Per gli altri è una sorta di roulette russa. Soprattutto lo è per i parenti, che si trovano ad essere inconsapevoli bersagli.

Durante la presidenza Obama, gli omicidi mirati sono quasi triplicati rispetto al passato. La Casa Bianca non ha voluto mandare truppe a terra per evitare altre vittime americane e quindi ha deciso di condurre la lotta al terrorismo con i raid. Il risultato è che molti comandanti di Al Qaeda e dei Talebani sono stati eliminati, ma che accanto a loro devono essere messe anche le quasi 300 vittime civili dei droni da quando Obama è entrato nello Studio Ovale.

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO DI GLENN GREENWALD

Questa invece è un'intervista a Brandon Bryant, l'ex ufficiale dell'U.S. Air Force che ha denunciato i segreti del programma di omicidi mirati con i droni

 

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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