L'America ha già detto si ai matrimoni gay
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L'America ha già detto si ai matrimoni gay

La Corte Suprema deve ancora decidere, ma la maggioranza dei giudici direbbe si alle unioni gay

L'America è cambiata, la sua società guarda oltre:il  frutto di questa evoluzione si vede nei sondaggi, secondo i quali la maggioranza dell'opinione pubblica è favorevole alle unioni legali omosessuali; la certificazione di questa trasformazione nei costumi sociali dovrebbe arrivare con la storica, futura sentenza della Corte Suprema sul 'Defence of
Marriage Act, il Doma, la legge firmata da Bill Clinton nel 1996, che riconosce solo il matrimonio tra uomo e donna.

La maggioranza dei giudici, cinque contro quattro, sarebbe orientata a dichiararla anticostituzionale, spianando così la strada ai matrimoni omosessuali.

Dopo le audizioni da parte della Corte, il quadro sembra chiaro: il giudice di nomina repubblicana Anthony Kennedy si è schierato con i quattro colleghi liberal e contro gli altri quattro conservatori. E'lui l'ago che può far pendere la bilancia  dalla parte di chi vuole abrogare o riscrivere la norma federale. Più volte in passato, Kennedy ha votato con i colleghi progressisti. Tutto fa pensare che anche in questo caso sarà così. Ha espresso la sua posizioni con parole prudenti: Il Doma, nel definire matrimonio quello tra uomo e donna, rischia di essere in contrasto con le leggi di quegli Stati degli Usa che riconoscono alle persone dello stesso sesso il diritto di contrarre matrimonio - ha detto durante le audizioni.

Ma, i più informati pensano che anche il presidente della Corte, John Roberts - di nomima conservatrice - potrebbe riservare qualche sorpresa. In fondo, è stato il suo voto qualche mese fa a dare il via libera alla Riforma Sanitaria di Barack Obama.

La Corte Suprema affronta due casi: il primo che è stato presentato con un ricorso da due coppie gay contro la "Proposition 8", la legge con la quale lo Stato della California - in seguito a un referendum - ha annullato 18mila unioni legali omosessuali nel 2008; il secondo caso, invece, è stato avanzato da Edith Windsor, l'ottantreenne, paladina dei diritti dei gay, vedova della sua compagna dal 2007, che ha fatto causa contro il Doma perché vuole che i diritti rispettati dentro il matrimonio tra uomo e donna (l'assicurazione sanitaria, le esenzioni fiscali del caso o i diritti legati alla legge di successione) vengano riconosciuti anche nelle unioni tra omosessuali.

In entrambi i casi, la maggioranza dei giudici della Corte Suprema potrebbero dire di si. Ormai, per i media americani la questione non è se, ma solo quando i matrimoni omosessuali verranno legalizzati in tutto gli Stati Uniti. L'amministrazione Obama spinge affinché questo accada presto: l'avvocato dello stato si è presentato alle audizioni dicendo che il Doma è anti costituzionale perché non rispetta il diritto di uguaglianza delle persone. Da tempo, l'ex presidente Bill Clinton si è schierato con questa causa, come la maggior parte dei democratici al Congresso. Il tema ha fatto breccia anche tra i repubblicani. Molti stati hanno reso legali queste unioni, l'opinione pubblica a livello nazionale è per lo più favorevole.

''La Corte Suprema non ha ancora preso una decisione, ma l'America si', scrive il settimanale Time, presentando una doppia copertina: in una si baciano due donne, nell'altra due uomini. 'Secondo un'analisi bipartisan  - si legge nel magazine - i sondaggi dello scorso novembre hanno mostrato come l'83% degli americani ritiene che tra cinque o dieci anni le unioni gay saranno legali in tutto il Paese''. Nel prossimo giugno, quello che sembrava impossibile fino solo a qualche mese fa, potrebbe essere realtà: una Corte Suprema a maggioranza conservatrice potrebbe dire si ai matrimoni gay. Decidendo così di seguire la decisione già presa dalla società americana. Oltrepassare una nuova frontiera.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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