Stati Uniti, tutti in coda a comprare un'arma
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Stati Uniti, tutti in coda a comprare un'arma

Alla vigilia della stretta decisa dal Presidente, è corsa all'acquisto dei fucili d'assalto

Paul Snider è uno degli espositori di Expo Idaho, una fiere delle armi da fuoco che si è tenuta nel week end. Racconta di non aver mai venduto così tanto come in questa occasione: "La gente faceva fatica a camminare, piegata dal peso delle armi acquistate. Non credo si possa parlare di 'panico' - ha spiegato - ma ormai è a tutti chiaro che ci saranno nuove e più restrittivi norme sulle armi. E allora c'è la corsa a comprare ora quello che poi non potrai comprare più". In altri stati, si sono viste le stesse scene.

Andiamo in South Dakota. Michael Mooney, proprietario di una azienda di Custer, dice che la vendita di armi è senza precedenti. In tre giorni, racconta, ha venduto 85 fucili d'assalto, per un prezzo che varia tra i 650 e i 3000 dollari cadauno. Alcune persone ne hanno comprato più di un esemplare. E'il sintomo che dopo l'introduzione delle nuove regole sul controllo delle armi, potrebbe iniziare un mercato nero per quelle che saranno messe al bando. Per Mooney è un periodo d'oro. Nel mese di dicembre 2012 ha guadagnato il doppio dello stesso periodo dell'anno prima. Dopo la strage di Newtown l'America si è divisa tra chi vuole fuggire dalle armi (e chiede più controlli sulle vendite) e chi invece corre ad acquistarle.

Negli stessi giorni in cui il vicepresidente Joe Biden portava avanti i suoi colloqui per spianare la strada ai nuovi provvedimenti, in Virginia si teneva una delle più importanti fiere d'armi degli Usa. Chi pensava che gli stand rimanessero deserti è rimasto deluso. File di centinaia di persone hanno atteso l'apertura dei cancelli. Un fatto non inusuale - anche in passato era accaduto -, ma, allo stesso tempo, sorprendente visto il dibattito nazionale sul porto d'armi iniziato dopo il massacro della Sandy Hook School. Che la gente corra a comprare armi non sorprende la National Shooting Sports Foundation, che ha deciso di allestire la sua 35esima esposizione d'armi a Las Vegas. Sono attese almeno 60.000 persone, tutti potenziali acquirenti di fucili. Il paradosso è che, "grazie" a Newtown,  ci sia (stato) un miglioramento dei già buoni affari dell'industria delle bocche da fuoco.

Boom di vendite per l'Ar - 15s, il fucile mitragliatore usato per uccidere i bambini del Connecticut. "Se ne avessi mille, potrei venderli tutti" - ha detto un rivenditore. Impennata di adesioni alla National Rifle Association: gli iscritti sono aumentati. Erano 4 milioni e 200.000 fino a prima del massacro. Dopo - per il timore dell'introduzione di norme più severe - altre 100.000 persone hanno preso la tessera. Potentissima lobby da sempre, la comunicazione della NRA è diventata ancora più "aggressiva" dopo che apparso chiara l'intenzione di Obama di intervenire. I parlamentari vicini all'associazione hanno aumentato il volume del coro di proteste; uno di loro, ha addirittura promesso di chiedere l'impeachment per il presidente, colpevole - a suo giudizio - di aver violato il Secondo Emendamento della Costituzione.

La stessa NRA ha polemizzato direttamente con Barack Obama, accusandolo di ipocrisia. Non vuole guardie armate nelle scuole per proteggere i piccoli americani e poi fa scortare le sue due figlie dagli agenti (armati, ovviamente) dei servizi di sicurezza.

In questo quadro, il presidente presenta le nuove norme per il controllo delle armi con una solenne dichiarazione dalla Casa Bianca. Con un gesto senza precedenti, Obama annuncia di aver firmato 19 ordinanze. Più controlli su chi compra fucili e pistole, pene più severe per chi acquista illegalmente armi, o falsifica documenti, limiti all'importazione dall'estero, una database sugli effetti della violenza. Per Obama, questi sono solo i primi provvedimenti da prendere. Gli altri dovrebbero essere varati dal Congresso. In particolare, il bando sui fucili d'assalto, varato nell'epoca Clinton, scaduto 10 anni dopo e mai più rinnovato da Capitol Hill, il limite di acquisto di munizioni e l'obbligo di controlli a livello federale e non solo stato per stato.

Per Obama, sarà una battaglia molto dura. L'opposizione ai maggiori controlli sulle armi è bipartisan. Ci sono molti parlamentari democratici che hanno paura di perdere la loro poltrona, la fiducia del loro elettorato, se votano provvedimenti restrittivi. La guerra (delle armi) è appena iniziata.

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