Iran-Usa: così Obama riuscirà (forse) a piegare il Congresso
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Iran-Usa: così Obama riuscirà (forse) a piegare il Congresso

Dipenderà però anche daI nuovo presidente della Commissione Esteri del Senato, il repubblicano Bob Corker, pronto all'offensiva

Segnatevi questo nome: Bob Corker. Capelli bianchi, 62 anni, un dolce accento del sud (è del Tennessee), una spiccata attitudine ai giochi di palazzo, è l'uomo che potrebbe deciedere il destino dello storico (pre) accordo tra Usa e Iran sul nucleare. Repubblicano da sempre, Corker è il nuovo presidente della Commissione Esteri del Senato. Una posizione chiave per affondare o salvare l'intesa di Losanna.

Una legge per mettere Obama con le spalle al muro

Lui l'ha già messa nel mirino. E avrebbe già studiato l'arma con cui colpirla: si tratta di una legge che costringa la Casa Bianca a portare l'accordo davanti al Congresso per un voto di ratifica al massimo cinque giorni dopo la sua firma. Capitol Hill avrebbe poi 60 giorni di tempo per decidere cosa fare.

È facile pensare che fine farebbe. I repubblicani vedono come fumo negli occhi l'intesa con Teheran e dopo che anche il vecchio Henry Kissinger l'ha bocciata con un articolo scritto per il Wall Street Journal, è probabile che facciano di tutto per farla saltare

Molto si gioca sul lessico. Per ora a Losanna è stata firmata solo una bozza, i cui dettagli definitivi dovranno essere definiti entro giugno. Alla fine sarà un accordo tra Stati e non un vero e proprio trattato, sostiene la Casa Bianca. In questo modo pensa di bypassare il Congresso.

Le legge dice che solo i trattati devono essere ratificati dal potere legislativo. Il provvedimento che vuole far approvare Bob Corker metterebbe con le spalle al muro Obama, costringendolo a sottoporre al voto di Capitol Hill anche un "semplice" accordo.

Ce la farà il repubblicano del Sud? Forsei si. Avrebbe trovato sponde anche dentro il partito democratico, senatori non contenti di come Obama abbia voluto l'intesa con l'Iran a tutti i costi. Per il presidente, l'accordo non sarà una facile merce da vendere al Congresso.

Gop e Israele alleati contro l'intesa

Il pressing è già partito. Obama si è attaccato al telefono per convincere i parlamentari ad avere fiducia nelle scelte della sua amministrazione. L'accordo è ancora incompleto, riusciremo a ottenere tutto quello che ci serve, non bocciate ora l'intesa, è stato il refrain del presidente.

Ma, come lui stesso ha detto, il diavolo si nasconde nei dettagli. Il punto principale di disaccordo tra Washington e Teheran è relativo alle sanzioni, quando e come levarle. Gli iraniani chiedono che vengano tolte subito, gli americani puntano invece a un meccanismo che permetta loro di controllare il più possibile le mosse degli ayatollah. I repubblicani pensano che gli Usa abbiano concesso già fin troppo.

Per il Gop, non ci si può fidare dell'Iran. Da sempre i repubblicani - che controllano il Congresso - sono sfavorevoli a un'intesa con Teheran. Sposano completamente le posizioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Non è un caso che l'abbiamo invitato a parlare a Capitol Hill nello scorso mese di marzo, alla vigilia delle elezioni vinte poi dal leader del Likud,.

Per Obama quella fu un entrata a gamba tesa. Un modo per tentare di bloccare lo slancio delle trattative elvetiche, uno sgambetto. Le polemiche furono feroci. E sono continuate anche dopo l'intesa di Losanna. Ora, il presidente Usa deve far digerire quell'accordo ai suoi sconcertati alleati storici in Medioriente, Israele e Arabia Saudita, ma soprattutto deve venderlo agli irriducibili avversari interni: i repubblicani.

E c'è un uomo che può fare la differenza, che può contribuire a determinare il destino dell'accordo con gli ayatollah: Bob Corker. Capelli bianchi, 62 anni, un dolce accento del sud e una spiccata attitudine ai giochi di palazzo.


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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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