I giovani non amano più Obama
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I giovani non amano più Obama

Quattro anni fa furono uno delle armi in più per Barack Obama. Ma dopo il primo mandato, molte delle aspettative nei confronti del presidente sono andate deluse. Nonostante molti sondaggi dicano che la maggioranza dei giovani tra i 18 e i 26 anni siano ancora schierati con Obama, c'è il rischio che molti di loro facciano mancare il loro apporto

Seduta nel salotto della sua casa di Raleigh, Gilliland ricorda l'emozione di quattro anni fa, la sera in cui Barack Obama venne eletto alla Casa Bianca. Era seduta davanti alla televisione e guardava commossa il discorso della vittoria in diretta da Chicago. Lei che era stata una delle migliaia e migliaia di giovani americani che si erano impegnati per l'elezione del primo presidente afro-americano nella storia degli Usa, aveva creduto allo slogan Change.

Quattro anni dopo, di fronte allo stesso schermo, ad ascoltare ancora le sue parole, la disillusione ha preso il sopravvento rispetto alle aspettative che questa giovane donna del North Carolina aveva nei confronti di Obama: troppe promesse non sono state realizzate, soprattutto per lei, quelle relative ai diritti civili: la mancata chiusura di Guantanamo, la prudenza nell'uscire dalla guerra in Afghanistan sono state mancanze troppo vistose nella lista della cose non fatte per non risultare un problema per Gilliland.

Il suo sentimento rispecchia quello di molti altri giovani americani. Che Barack Obama dovrà essere capace di (ri)conquistare se non li vorrà vedere andare via. Perché se questo accadesse, per lui sarebbe un grosso problema. La rielezione passa anche e soprattutto il voto delle persone tra i 18 e i 26 anni negli Swing States, gli stati in bilico tra repubblicani e democratici, ma non è scontato che questo segmento di elettorato si getti in massa nelle braccia di Obama, come quattro anni fa.

Non perché vadano a votare per Mitt Romney, ma semplicemente perché - delusi dal comportamento da presidente dell'uomo che aveva promesso il cambiamento - potrebbero, non solo impegnarsi di meno nella campagna elettorale (come stanno facendo), ma anche addirittura, non presentarsi alle urne. E laddove i loro voti sono decisivi, determinare con la loro assenza, la vittoria del repubblicano sul democratico, vedi, per esempio, i casi dei tre Battleground States, Virginia, Ohio e North Carolina.

Un recente studio afferma che quest'anno i giovani americani siano meno interessati alle elezioni rispetto a quattro anni fa. E'l'onda lunga di un mini-riflusso determinato da un venir meno delle grandi aspettative, dall'incertezza per un futuro sempre e comunque gravido di incognite. Solo un giovane su due tra i 18 e i 24 anni ha un lavoro, dice una ricerca del Pew Research Center. Molto di loro escono dal college con diplomi che non serviranno a trovare un'occupazione. E'quella parte di Lost Generation, così l'hanno chiamata, di Generazione Perduta che fa fatica a guardare con ottimismo agli anni che verranno.

Secondo un sondaggio dell'Harvard's Institute of Politics, il 58% degli interpellati critica Barack Obama per come ha condotto la politica economica. Ma questo non significa che voteranno per Mitt Romney. Il presidente è ancora il favorito dei giovani (lo stacca di quasi 28 punti nell'ultima rilevazione del Pew Research Center) e in particolare tra gli ispanici e gli afro-americani, mentre è minore il distacco tra i giovani bianchi.

Il fatto è che Barack Obama rischia comunque che la disaffezione tenga lontano i giovani della urne e lo faccia perdere negli stati chiave. Non avere dalla sua parte la Lost Generation per lui sarebbe una grande perdita.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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